martedì 16 ottobre 2012

«Niente palloni e barche a vela. Portateci batterie»

L'imbarcazione Estelle, ripartita da Napoli e diretta verso le coste di Gaza, rischia di prendere un granchio. I pacifinti partiti dalla Scandinavia - una quindicina in tutto - hanno raccolto quel che potevano per tentare di violare il blocco marittimo israeliano al largo delle coste di Gaza, istituito per prevenire l'acquisizione di armi e munizioni da parte di Hamas, che controlla la Striscia dal 2006/2007. Struggente l'appello di qualche giorno fa: «servono vele, mascherine con respiratori, canotti e altro materiali velico». Invito prontamente raccolto: Estelle consegnerà palloni e barche a vela ai gazani. Una volta messa da parte la retorica della "emergenza umanitaria", a cui non crede più nessuno, le organizzazioni cosiddette "pacifiste" si preoccupano di riempire il tempo libero dei palestinesi che popolano la Striscia. Peccato che si disinteressino completamente dei milioni di siriani sotto la quotidiana minaccia del regime di Assad, e che non abbiano parole per le migliaia di palestinesi massacrati dal macellaio di Damasco. Ma questo è un altro discorso.
Il discorso di oggi è il grande successo dell'iPhone5. Le vendite a Gaza stanno decollando, malgrado prezzi davvero proibitivi: 4500 shekel israeliani per la versione da 16Gb e 5700 NIS per la versione da 64Gb. In dollari, sono rispettivamente 1170 e 1480 dollari: non poco, per un'area ritenuta povera, ma dove al contrario si stanno moltiplicando i milionari.
Addirittura l'iPhone5 arriverà soltanto a dicembre nel vicino Israele, mentre a Gaza è già venduto nei centri commerciali e nei negozi specializzati in telefonia. Il migliaio di tunnel illegali scavati al confine fra Egitto e Striscia di Gaza fa passare munizioni per i terroristi di Hamas, ma anche apparecchiature elettroniche e gadget tecnologici, provenienti questi ultimi da Dubai. Un rivenditore palestinese ha dichiarato al quotidiano libanese "Daily Star" di averne ordinato 30, di cui già 20 sono stati venduti all'esigente e facoltosa clientela palestinese.
Per i pacifinti della Estelle un appello urgente: «lasciate stare palloni e materiale velico. Niente cibo e farmaci: ne abbiamo in abbondanza. Ci arrivano tutte le settimane da Israele, assieme a materiali da costruzione, tessuti e ogni genere di prima (e seconda) necessità. E poi l'altra volta, due anni fa, era tutta roba scaduta. Piuttosto: procurateci batterie e caricabatterie per iPhone: 'che il Melafonino è notoriamente vorace di risorse»...

2 commenti:

  1. Occorre organizzare subito una flottiglia per Gaza! Ridotti alla fame dai cattivi israeliani che lasciano entrare solo alcune centinaia di camion al giorno carichi di ogni ben d'Iddio, hanno speso 1.500 dollari al pezzo per acquistare migliaia di iphone5 di contrabbando finendo tutte le scorte. Se non facciamo subito una flottiglia rischiano di restare senza!

    RispondiElimina
  2. Oggi dello scandalo ne parla anche Reuters:

    http://www.reuters.com/article/2012/10/15/us-gaza-iphone-idUSBRE89E15020121015

    RispondiElimina