giovedì 20 settembre 2012

Evviva: arriva la flottiglia!

Possiamo finalmente tirare un sospiro di sollievo! le popolazioni arabe che soffrono in Medio Oriente, potranno finalmente ricevere il conforto perlomeno morale degli occidentali. Era ora: la repressione in Siria ha fatto quasi 30.000 vittime e 100.000 feriti in un anno e mezzo, e 350 mila siriani risultano rifugiati. Diecine di migliaia di palestinesi sono stati brutalmente uccisi dall'esercito fedele ad Assad, il "macellaio di Damasco".
Non ho ancora controllato, ma sono sicuro che la Freedom Flotilla, in preparazione, sia destinata al soccorso di questa gente. Magari ricordo male. Forse è diretta in Egitto, dove i cristiani sono sempre più intimiditi, segregati, malmenati; dove le donne stanno perdendo il diritto di comparire in pubblico e di conseguire l'istruzione e il futuro che desiderano; o forse è diretta in Tunisia, dove il parlamento ha appena legiferato sul ruolo subalterno della donna rispetto all'uomo.
No, un momento, ho controllato: a quanto pare questi simpatici giovanotti sono diretti presso la Striscia di Gaza. Una terra dove il governo ha talmente a cuore la "questione palestinese" da apprestarsi a dichiarare l'autonomia. Dove i suoi dirigenti negano risolutamente che vi sia una "questione" di ogni tipo. Dove le spiagge e i centri commerciali sono affollati di turisti. Dove si contano ormai 600 milionari. Forse sono diretti a Gaza per protestare contro il processo-burla ai danni degli assassini - palestinesi - del povero Vittorio Arrigoni; forse per indignarsi nei confronti della stessa Hamas, che rifiuta il combustibile israeliano (ma accetta per i suoi dirigenti le più efficaci cure mediche dello stato ebraico) per acquistare quello sovvenzionato egiziano sul quale pratica una lucrosa cresta (e pazienza se la popolazione resta al buio e di tanto in tanto ci scappa il morto); o forse per solidarizzare con il popolo palestinese, da tempo ostile nei confronti di Hamas, di cui denuncia da tempo la corruzione dilagante e la repressione.
Escluderei che questi giovani, belli e ricchi crocieristi siano diretti a Gaza per manifestare contro il vicino stato israeliano, che si prodiga di fornire cure mediche ai gazani che ne facciano richiesta, che accolgono i palestinesi con sempre minore diffidenza, da qui si è ritirato nel 2005, e che ciò malgrado assiste quotidianamente l'enclave palestinese, malgrado i 15560 missili che da qui sono stati sparati dal 2001 ad oggi. In tal caso, sarebbe un viaggetto carico soltanto di malafede.

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