mercoledì 6 settembre 2017

L'occupazione illegale di Gerusalemme Est

Sentenza storica - è il caso di dire - quella pronunciata ieri da un tribunale israeliano. Dopo una lunghissima battaglia legale, gli eredi di una famiglia vissuta in una abitazione di Sheikh Jarrah, sobborgo a nord-est di Gerusalemme, hanno ottenuto lo sfratto nei confronti della famiglia Shamasneh, che quella casa ha occupato dal 1964.
I quartieri orientali di Gerusalemme furono occupati all'indomani della guerra scatenata nel 1948 dagli stati arabi nei confronti del neonato stato ebraico. Il conflitto si concluse nel giro di pochi mesi; ma la Giordania occupò illegalmente "Gerusalemme Est" per 19 lunghi anni, disponendo la distruzione di sinagoghe e luoghi di culto, e praticando una dolorosa pulizia etnica nei confronti della popolazione ivi residente da secoli. L'abitazione in questione, di proprietà di una famiglia ebrea fino al 1948, fu assegnata dalla potenza occupante ad una famiglia araba, che vi si insediò senza alcun titolo legale.

Sheikh Jarrah. Sullo sfondo, il centro della capitale israeliana.

Oggi, dopo più di cinquant'anni, giustizia è stata fatta: con l'ausilio di una organizzazione non governativa, la Israel Land Fund, i ricorrenti hanno ottenuto da una corte un titolo esecutivo che ha consentito alla polizia di disporre lo sgombero degli occupanti, previa notifica, consegnando l'abitazione ai legittimi proprietari. Un appello alla Corte Suprema da parte degli Shamasneh, nel 2013, è stato rigettato, al termine di una battaglia legale condotto negli anni da diverse organizzazioni antiisraeliane, fra cui una nota supportata dall'ex presidente americano Jimmy Carter.
Lo sgombero è avvenuto pacificamente, senza scontri fra la polizia, i residenti e gli attivisti accorsi per dar loro manforte. Per il diritto, i soggetti in possesso di un titolo che attesti e certifichi la proprietà, possono appellarsi affinché venga loro riconosciuta la legittimità a rientare in possesso delle abitazioni di cui siano stati privati.

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