lunedì 27 febbraio 2017

Aiuto: da quando denigro Israele il mio iPhone non funziona più!

Quora è una piattaforma di condivisione di informazioni, del tutto simile al popolare servizio Yahoo! Answers: un utente, a digiuno di una tematica, si rivolge ad un pool di esperti o sedicenti tali, alla ricerca di una soluzione al suo problema. Che si tratti del conto corrente bancario, di una disputa condominiale, di come sbloccare il tappo a vite della conserva o di come gestire una imbarazzante verginità; queste piattaforme hanno reilluminato la vita di molte persone; e scatenato l'ilarità di altre, per la natura grottesca dei quesiti talvolta proposti, e delle risposte sovente inoltrate.
Ieri ad esempio ha suscitato attenzione il post di un utente - tale Chuck Rogers, piuttosto seguito, e attivo nel fornire risposte - che si è rivolto in termini perentori alla platea degli esperti, chiedendo: «come mai, da quando passo il tempo online a parlar male di Israele, il mio iPhone ha visibilmente rallentato?»
Mobilitazione dei cospiratori: gli informatici sionisti, fra un sabotaggio delle centrali nucleari iraniane e un depistaggio degli squali verso gli altrimenti tranquilli lidi islamici, hanno trovato tempo e modo di disturbare questo pacifico ex dipendente Apple (che ce ne vuole, a farsi sbattere fuori dalla Mela). Congiura!!!

venerdì 24 febbraio 2017

Il mondo accademico strizza l'occhio ad Israele (ma l'Italia si astiene)

Dal 2000 la spesa in R&D si attesta in Israele a non meno del 4% del prodotto interno lordo
L'impegno israeliano per l'istruzione, la ricerca post-universitaria, l'innovazione e lo sviluppo, sono noti in tutto il mondo, e tutto il mondo beneficia della ricerca applicata prodotto nel piccolo stato ebraico. L'ecosistema realizzato in questo lembo di Medio Oriente fa sì che qui si registri la maggior concentrazione di società tecnologiche al mondo, dietro la Silicon Valley americana. La società di ricerca e consulenza KPMG calcola in nove le società israeliane inclusa nel ranking delle 100 FinTech più promettenti al mondo; erano otto nel 2015.
In termini omogenei di "parità dei poteri d'acquisto", Israele impiega in ricerca e sviluppo il 4.1% del PIL; è il secondo stato al mondo, dietro alla Corea del Sud (4.3% del PIL) e davanti a Giappone, Singapore, Finlandia, Svezia e Danimarca. L'Italia, in questo classifica cruciale per la crescita economica di lungo periodo, si attesta 28esimo posto. Come è stato ampiamente dimostrato, un impegno costante su questo fronte garantisce opportunità di impiego qualificato alla popolazione, e crescita economica e benessere generalizzati.

giovedì 23 febbraio 2017

Dura la vita degli oppositori al regime palestinese


Non tutti sanno che i territori palestinesi possono rivelarsi una prigione per chi vi abita; specie per chi professa orientamento e opinioni difformi da quelli del regime di Abu Mazen.
Lo ha scoperto, sulla sua pelle, Najat Abu Bakr, parlamentare a Ramallah in rappresentanza del distretto di Nablus. Già un anno fa la coraggiosa deputata avviò un sit-in davanti al Palestinian Legislative Council (PLC), con cui intendeva protestare per il tentativo di arresto da parte delle forze di polizia palestinesi, che in questo modo si facevano beffe dell'immunità di cui teoricamente gode. La Abu Bakr è da tempo nota per la determinazione con cui denuncia la corruzione del regime di Abu Mazen.
Ad un anno di distanza, la parlamentare palestinese gode nuovamente delle attenzioni del regime. L'Autorità Palestinese le ha negato mercoledì il visto, mentre si accingeva a dirigersi in Libano - sponda giordana - per ritirare un premio. Alle rimostranze nei confronti delle guardie di confine, Najat Abu Bakr ha appreso che la decisione è provenuta dalle «alte sfere del regime».

sabato 11 febbraio 2017

Ruspe in azione: nuove demolizioni di case palestinesi!

La polizia sta procedendo all'abbattimento di 50 case di altrettante famiglie di profughi palestinesi. Lo riferisce l'agenzia di stampa Palestine News Network, con sede a Betlemme, che denuncia il proposito di spazzare via le abitazioni regolarmente costruite, per far posto ad un'autostrada che collegherà i principali centri urbani. Le case sono lì addirittura dal 1948, e si trovano in un'area dove vivono circa 6.000 palestinesi, dediti perlopiù all'agricoltura.
Millantando misure di sicurezza, le autorità hanno iniziato già a novembre a costruire la prima frazione di un muro dell'apartheid, che isolerebbe la comunità locale, residente nei pressi di Ein Al-Hilweh. Noncuranti delle opposizioni locali, le autorità garantiscono che il muro sarà completato entro 15 mesi.
Secondo diverse organizzazioni per i diritti umani, l'iniziativa minaccia di sprofondare la comunità palestinese locale in una nuova crisi umanitaria. La Thabet Organization for the Right of Return invoca la mobilitazione internazionale.

martedì 7 febbraio 2017

Gli "insegnanti" dell'UNRWA ricascano nella celebrazione dell'antisemitismo

In Occidente ancora oggi c'é chi crede che l'UNRWA, l'agenzia ONU creata appositamente per i "profughi" palestinesi (sarebbero 30.000 oggi i superstiti del 1948; ma per una norma ad personam il numero è stato inflazionato a diversi milioni), serva ad alleviare le sofferenze di un popolo che ha pagato prima la persuasione perfida e strumentale delle nazioni arabe; e oggi l'indifferenza e il disprezzo delle medesime. Nella migliore delle ipotesi, insomma, l'UNRWA -  United Nations Relief and Works Agency for Palestine Refugees in the Near East - è un carrozzone tanto inutile quanto faraonicamente costoso. Nella peggiore delle ipotesi, è l'organizzazione tristemente nota per aver offerto ospitalità nel 2014 agli sgherri di Hamas e al loro arsenale bellico; per ammissione ufficiale quanto tardiva delle stesse Nazioni Unite.
Nel mezzo, fra una guerra e l'altra, l'UNRWA si diletta nella propaganda antisemita. Eroga lauti compensi al personale assunto, sulla carta per prestare insegnamento ai bambini palestinesi; nella realtà non di rado per fornire odiosi precetti antisemiti. È la denuncia scaturita da UN Watch, un "cane da guardia" che monitora minuziosamente l'operato delle agenzie collegate al Palazzo di Vetro, e che domenica ha pubblicato un nuovo, desolante rapporto.

domenica 5 febbraio 2017

La BBC continua a diffondere statistiche taroccate contro Israele

La settimana scorsa il giornalista israeliano Ben Dror Yemini ha pubblicato un articolo che svela un nuovo capitolo nella campagna diffamatoria anti-israeliana: «Il Consiglio Europeo, un organismo composto da tutti gli stati europei, più ampio pertanto dell'Unione Europea; ha adottato un rapporto redatto da Eva-Lena Jansson, membro del partito socialdemocratico svedese (SDP) che accusa Israele di essere coinvolto in un "terrificante schema di esecuzioni extragiudiziali apparentemente sistematiche" di civili innocenti. Il documento è basato sulle accuse della NGO Al-Mezan, sostenuta da Svezia, Svizzera, Danimarca, Norvegia e Olanda. La stessa NGO risulta sostenitrice del BDS, e parte della campagna di delegittimazione di Israele e di negazione del suo diritto all'esistenza.
Al solito, ci sono stati in Europa che finanziano organismi dediti in questa attività: all'apparenza di tutela dei "diritti umani", quando di fatto sono attivamente impegnati in una campagna di odio nei confronti di Israele».

venerdì 3 febbraio 2017

I calunniatori senza scrupoli si servono dei bambini per la loro bieca propaganda

Kris L. Doyle è una attivista palestinese. Sul suo profilo Twitter si vanta di «esporre i crimini disumani dell'Israele sionista nei confronti della popolazione palestinese, al fine di mantenere la loro brutale occupazione». Soltanto antisionismo, insomma: l'antisemitismo non c'entra.
Peccato però che il suo profilo sociale sia zeppo di manifestazioni di disprezzo e odio razziale, che con lo Stato di Israele non hanno nulla a che vedere: in una immagine gli ebrei (n.b.: non Israele...) sono raffigurati come serpi diaboliche, in un altra l'ebreo è raffigurato con il classico stereotipo dell'ortodosso con tanto di nasone e lineamenti sgraziati, altrove si minimizza l'Olocausto, o si compiono ripugnanti paralleli fra il nazismo e l'attuale governo di Gerusalemme. Ce n'é abbastanza per vomitare per il disgusto.

giovedì 2 febbraio 2017

Stavamo scherzando: nuovi insediamenti ebraici non si costruiscono da 25 anni!

Coloni ebrei sgomberati con la forza da una sinagoga di Amona
Si apprende dalla stampa una verità che sconvolgerà chi per anni ha accusato il governo di Gerusalemme (tutti i governi: a prescindere dal colore politico...) di costituire un ostacolo alla pace a causa dell'espansione degli insediamenti nei territori contesi di Giudea e Samaria (West Bank, per usare la definizione sorta all'indomani dell'occupazione militare giordana del 1948). Come forma di ristoro per la demolizione degli insediamenti illegali di Amona - illegali perché stabiliti su terreno di proprietà privata palestinese e non demaniale - il governo Netanyahu ha proposto la costruzione di residenze in un nuovo insediamento: il primo, dopo 25 anni.