mercoledì 23 marzo 2016

L'agenda del terrorismo islamico


di Sohrab Ahmari*

Il terrorismo islamico giovedì ha colpito al cuore l'Unione Europea. I jihadisti dell'ISIS hanno architettato tre esplosioni nella capitale belga: due all'aeroporto di Bruxelles e uno in una stazione della metropolitana. Più di trenta le vittime accertate. Ciò comprova come lo Stato Islamico sia una minaccia permanente e onnipresente della vita di tutti i giorni, e a tutte le latitudini.
Nei prossimi giorni le autorità politiche si confronteranno a tutti i livelli per rinfacciarsi i segnali non ascoltati, le falle nella sicurezza e l'incapacità palesata di integrare la comunità islamica belga. Nel frattempo sui social network prolifereranno i meme di attestazione di solidarietà: siamo tutti belgi.
Questo andazzo è diventato tristemente familiare. Queste risposte istintive, da un lato comprensibili, mancano di affrontare una dura realtà: non passa un singolo giorno senza che si registri un attentato suicida, un bombardamento, un attacco missilistico, un accoltellamento o un sequestro, di matrice islamica, in qualche parte del mondo.
Consideriamo soltanto gli ultimi dieci giorni:

- Domenica 13 marzo, terroristi islamici hanno sventagliato con armi da fuoco turisti occidentali e ivoriani ospitati a Grand Bassam, una località della Costa d'Avorio. L'attacco, rivendicato da al Qaeda, ha prodotto 16 vittime di diverse nazionalità.
- Lunedì 14 marzo, due palestinesi hanno ucciso due cittadini israeliani che attendevano un autobus ad una fermata di Kiryat Arba, ferendo un soldato prima che le forze di sicurezza eliminassero la minaccia. Un terzo terrorista palestinese ha speronato con la sua auto un mezzo dell'esercito israeliano, prima di essere colpito. Lo stato ebraico soffre da sei mesi una ondata di attentati, tristemente nota come "intifada dei coltelli".
- Martedì 15 marzo, la filiazione somala di al Qaeda ha sequestrato tre operatori della Croce Rossa nel sudest dello stato. I rapimenti seguono il saccheggio di un villaggio da parte di al-Shabaab.
- Mercoledì 16 marzo, due attentatrici suicide si sono fatte saltare in aria in una moschea in Nigeria, uccidendo 24 persone. Nessuna rivendicazione è giunta, ma l'attentato ha avuto luogo nello stato del Borno, dove è nato Boko Haram, un affiliato allo Stato Islamico.
- Giovedì 17 marzo l'intifada dei coltelli ha prodotto un'ulteriore vittima, quando un paio di terroristi palestinesi hanno aggredito un militare israeliano nel West Bank.
- Venerdì 18 marzo miliziani affiliati ad al Qaeda hanno sparato razzi all'indirizzo di un impianto per l'estrazione di gas in Algeria. Nessun ferito, ma BP e Statoil, che gestiscono l'impianto, hanno fatto evacuare il personale, sospendendo l'attività.
- Sabato 19 marzo una bomba è deflagrata nel quartiere dello shopping di Istanbul, uccidendo tre israeliani (due dei quali al contempo cittadini americani) e un iraniano, e ferendo 39 persone. Si tratta del quinto attentato in Turchia negli ultimi mesi, riconducibile o rivendicato dallo Stato Islamico. Lo stesso giorno, un attacco con colpi di mortaio al checkpoint di El-Arish, in Egitto, ha ucciso 15 militari egiziani. Lo Stato Islamico ne ha rivendicato l'esecuzione.
- Domenica 20 marzo al-Shabaab ha fatto irruzione in una base militare somala situata ad appena 28 miglia dalla capitale, uccidendo una persona e sequestrando diversi mezzi. Sempre domenica è stata annullata una partita di calcio dopo aver ricevuto «gravi indizi» circa l'imminenza di un attentato terroristico.
- Lunedì 21 marzo estremisti islamici probabilmente affiliati ad al Qaeda hanno colpito un albergo nel Mali che ospitava una missione dell'Unione Europea.

L'attentato di Bruxelles è stato il primo in Occidente dal grave attentato di novembre a Parigi, e quello di dicembre a San Bernardino, in California. Una agenda sommaria come quella proposta potrebbe andare indietro di mesi nel tempo, senza considerare le vittime delle guerre civili in Iraq, in Siria, in Libia e in Afghanistan.
Il conflitto siriano sta trascinando nel suo vortice tutti gli stati vicini, vomitando jihadisti agguerriti insieme a milioni di legittimi rifugiati. La più grande crisi di rifugiati dai tempi della Seconda Guerra Mondiale pone una seria minaccia alla sicurezza dell'Europa. Nel frattempo, più lo Stato Islamico e le filiazioni di al Qaeda prosperano in Siria e Iraq; e aumentano i loro aderenti e affiliati.

* Global Jihad’s Deadly Calendar
sul Wall Street Journal.

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