mercoledì 27 gennaio 2016

È di nuovo scontro fra Bruxelles e Gerusalemme


È di nuovo scontro fra Israele e l'Unione Europea. La contesa verte all'apparenza su una questione di poco conto: una strada sconnessa e poco praticabile di circa quattro chilometri, che corre alla periferia di un villaggio nei pressi di Betlemme, nel West Bank. Ma su questa strada si scontra una differente concezione del Diritto internazionale.
L'Unione Europea sta finanziando la realizzazione di strade ed edifici nel West Bank, nel lodevole tentativo di dotare i palestinesi di efficienti infrastrutture, nel momento in cui dovessero essere conseguite le condizioni per la proclamazione di uno stato indipendente. Sfortunatamente, numerose iniziative di questo tipo sono platealmente realizzate nell'area C: quella che gli Accordi di Oslo, sottoscritti in Norvegia fra israeliani e palestinesi con il patrocinio della stessa Unione Europea, assegna alla piena giurisdizione di Gerusalemme. Israele dunque ha il diritto - e, secondo il diritto internazionale, anche e soprattutto il dovere - di garantire sicurezza e ordine pubblico in questa area, e di amministrarla al meglio.
Ciò include la facoltà di concedere licenze edilizie. Non essendoci uno stato a cui sono riconducibili queste aree, qualunque soggetto - sia esso privato, pubblico o sovranazionale - che desideri piantare anche soltanto una tenda, deve ottenere il preventivo benestare di Gerusalemme. Altrimenti, compie un illecito amministrativo, e viola il diritto internazionale sancito nel 1993, e ratificato a Parigi nel 1995.
Ma Bruxelles ha una strana concezione del diritto. O meglio: lo genera arbitrariamente a proprio piacimento. E finanzia copiosi progetti edilizi nell'area C del West Bank, nell'evidente tentativo di creare un precedente, e uno stato di fatto: una volta costruite abitazioni, capannoni, edifici e strade, diventa problematico negarne la destinazione. E così sistematicamente si assiste alla pantomima di macchine movimento terra con ben evidente lo stemma blustellato dell'Unione Europee, intente a tirar su improbabili infrastrutture, che ruspe con ben evidente la stella di David demoliscono senza sconti. Soltanto nei primi cinque mesi dello scorso anno ben 41 strutture, costate ai contribuenti europei oltre 235.000 euro, sono state smantellate perché prive di concessione edilizia.
Nell'area C del West Bank vivono circa 300.000 palestinesi e 370.000 israeliani. Da tempo si discute circa l'opportunità di annettere quest'area, al pari di quanto fatto con le Alture del Golan. La contesa attorno alla nuova strada che corre ad una dozzina di chilometri della capitale israeliana accende nuovamente la disputa fra Gerusalemme e Bruxelles, ai ferri corti dopo la decisione dell'Unione Europea di marchiare i prodotti israeliani realizzati in Giudea, Samaria, Alture del Golan e quartieri orientali di Gerusalemme.

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