giovedì 29 gennaio 2015

Gaza: la prossima guerra passa dagli abusi su minori

Sono 20 in totale le risoluzioni di condanna di Israele adottate dall'assemblea generale dell'ONU (UNGA) nel corso della sessione 2014-2015; e soltanto 3, le risoluzioni adottate nei confronti di tutti gli altri stati al mondo: Siria, dove la guerra civile degli ultimi quattro anni ha mietuti circa 250.000 vittime, Corea del Nord e Iran. Risoluzioni peraltro sempre sussurrate e balbettanti. Non una singola parola di condanna è stata espressa per gli abusi sistematicamente commessi in Cina, a Cuba, in Egitto, nel Pakistan, in Russia, nell'Arabia Saudita, nel Sudan, nello Yemen e in diecine di stati dove i diritti umani sono calpestati, dove le minoranze sono ostracizzate, dove le donne sono emarginate, dove i gay sono malmenati, dove gli oppositori sono incarcerati, dove i giornalisti sono intimiditi, dove i bambini sono sfruttati e educati all'odio e alla guerra.

martedì 27 gennaio 2015

Israele quinto al mondo per innovazione

Secondo l'annuale classifica stilata da Bloomberg, Israele si piazza al quinto posto nel ranking dell'innovazione mondiale. Il piccolo stato ebraico supera gli Stati Uniti (sesti). Ventiquattresima l'Italia. Sei i parametri presi in esame: spesa in ricerca e sviluppo, in percentuale del PIL; valore aggiunto generato dal settore manifatturiero per abitante; densità di aziende high tech; percentuale di laureati e post-laureati; personale impiegato in attività di ricerca; numero brevetti, per milione di abitanti.
Dei quasi duecento stati al mondo, sono stati considerati poco più di un terzo, in virtù della compresenza di tutti i parametri descritti. La classifica mostra le prime cinquanta posizioni.
Israele risulta secondo in ricerca&sviluppo, 11° per presenza di aziende high-tech e quarto per livello di istruzione e per il personale impiegato in attività di ricerca.

lunedì 26 gennaio 2015

Gaza e il boicottaggio che non c'è


Ha fatto sorridere in molti la grottesca esternazione di Imad al-Baz, di professione funzionario del ministero dell'Economia di Gaza, che domenica ha annunciato trionfante la rimozione del bando alle merci che entrano nell'enclave palestinese dal vicino Israele. Il povero (si fa per dire) al-Baz è l'unico a non sapere che nella Striscia di Gaza, dal valico "sionista" di Kerem Shalom, entrano quasi tutti i giorni bevande analcoliche, snack dolci e salati, gelati, caffé e cioccolato, abiti e altri generi di prima e seconda necessità: da almeno cinque anni. Chissà quante patatine in sacchetto avranno ingurgitato i suoi figli, promessi alla guerra di stermino promossa da Hamas.

sabato 24 gennaio 2015

I peggiori nemici dei palestinesi

I palestinesi stanno cercando di aderire alle Nazioni Unite, sebbene non vantino un governo operativo, e difatti sono divisi in due entità, con Hamas che controlla Gaza e Al Fatah che governa il West Bank. Allo stesso tempo i palestinesi cercano di aderire alla Corte Penale Internazionale, allo scopo di perseguire Israele. Ciò, secondo gli auspici, consentirebbe agli arabi antisionisti e all'Europa di indebolire la posizione dello stato ebraico, conducendo alla sua scomparsa.
Israele arriva ad essere accusato di crimini di guerra, ma provarlo è cosa ben diversa. I militari credono di non meritare questo trattamento, dopo aver rischiato la vita per difendere la popolazione civile dagli attacchi provenienti da Gaza; specie tenuto conto di come i palestinesi glorifichino i terroristi: inclusi quelli che sfruttano e alfine uccidono i bambini. Gli israeliani seguono delle precise regole d'ingaggio; i palestinesi no.

venerdì 23 gennaio 2015

In Israele hanno già inventato l'auto che va ad acqua

Phinergy è una start-up israeliana attiva dal 2008 nello sviluppo di tecnologie energetiche sostenibili a zero emissioni ed elevatissime performance, basate su speciali batterie in metallo (alluminio e zinco) e aria. La batterie utilizzate assorbono aria dall'ambiente per liberare l'energia contenuta nei metalli: un concetto fantascientifico e incredibile, che però ha superato i test di laboratorio e ora le prove su strada.
Nel video le batterie montate su un auto producono energia basandosi sull'interazione fra alluminio, aria dell'ambiente e acqua: l'auto, così alimentata, è riuscita a percorrere oltre 300 chilometri a consistente velocità; senza emissione alcuna di sostanze tossiche, e con l'utilizzo di materiali interamente riciclabili e non dannosi per l'ambiente.
La tecnologia sviluppata può essere applicata a svariati campo: mobilità, immagazzinamento di energia, difesa ed elettronica di consumo. Fa sfuggire un sorriso di compatimento, ma di fatto tutto ciò che richiede questa tecnologia... è fare il pieno di acqua prima di partire.

giovedì 22 gennaio 2015

Quando la stampa si volta dall'altra parte...

Hasan al-Sari è un ragazzo palestinese di 16 anni. Era, un ragazzo palestinese. Perché è morto: mentre era intento a scavare un tunnel per conto di Hamas, presumibilmente prima di essere travolto dal collasso della galleria improvvisata. Il giovane in passato si è fatto notare per la detenzione e l'ostentazione di armi, sicché era un terrorista a tutti gli effetti. Fosse rimasto vittima di combattimenti con Israele, sarebbe stato rubricato senz'altro come «civile vittima dei sionisti». Ma così non è stato: l'incarico assegnatogli avrebbe contribuito a preparare Hamas per il prossimo inevitabile conflitto con lo stato ebraico, ma per sua sfortuna il destino ha deciso diversamente. Poiché non si trova il modo per attribuire colpe a Gerusalemme, nessun mezzo di informazione ne parla (H/t: Israellycool).
Spostiamoci di qualche qualche centinaio di chilometri. L'Osservatorio Siriano per i Diritti Umani ha documentato ieri oltre duecento attacchi aerei da parte del regime di Damasco sulle città di Reef Dimashq, Aleppo, Quneitra, Der-Ezzor, Idlib e Dar’a. Si denunciano 80 morti, e più di 300 feriti. Una strage di innocenti: l'ennesima, in quasi quattro anni di combattimenti che hanno prodotto fra 130 e 280 mila vittime, a seconda delle fonti. Ancora una volta, non potendo in alcun modo denuciare Israele, la stampa internazionale tace.
Sarebbe troppo chiedere una copertura imparziale e senza omissioni dei fatti che succedono in Medio Oriente?