sabato 6 dicembre 2014

Perché uno stato palestinese diventerà fonte di instabilità in Medio Oriente

di Khaled Abu Toameh*

I palestinesi sanno bene che se e quando avranno un loro stato, non potranno più contare sui loro fratelli arabi. Gli stati arabi hanno la fama di aver sempre voltato le spalle ai palestinesi: non solo dal punto di vista finanziario, ma anche per bisogni basilari come i trattamenti sanitari.
Che cosa succederà dopo la creazione di uno stato palestinese? i palestinesi sanno da ora che non potranno contare sulle nazioni arabe per costruire il loro stato. Oggi è molto più facile per un palestinese ottenere assistenza sanitaria in Israele, o in Turchia o in Germania, che in qualunque stato arabo. La tragica vicenda di Razan al-Halkawi, la ragazzina di 11 anni proveniente dalla Striscia di Gaza, è uno dei tanti pro-memoria del disinteresse degli arabi verso i palestinesi.
Al-Halkawi, malata da mesi, è morta questa settimana dopo che le autorità egiziane le hanno rifiutato l'ingresso alle strutture sanitarie locali. Al pari di centinaia di palestinesi, alla bambina non è stato concesso l'uscita dalla Striscia di Gaza a causa della permanente chiusura del valico di Rafah, chiuso un mese fa dalle autorità del Cairo dopo che un attacco terroristico nel Sinai ha prodotto 30 morti fra i soldati egiziani.
Il giorno successivo alla morte della bambina di Gaza, l'Egitto ha finalmente riaperto il valico, ma solo per due giorni, onde consentire ai palestinesi che si trovavano in Egitto di ritornare a casa. Migliaia di palestinesi attendevano da quattro mesi questo momento. Diversi residenti a Gaza hanno lamentato ai giornalisti il duro trattamento nelle mani degli egiziani: «preferivamo i missili che ci cadevano in testa (durante la guerra di questa estate, NdT)», ha esclamato una donna.

Un'altra donna, Hind Shaheen, dichiara di aver lasciato la Striscia di Gaza diversi mesi fa per beneficiare di cure mediche per il cancro. È stata costretta ad attendere gli ultimi 40 giorni nei pressi del versante egiziano del valico di Rafah prima di poter tornare a casa. Durante questo tempo, non ha potuto accedere alle fondamentali cure per la sua malattia. Shaheen afferma che i palestinesi non lasciati dagli egiziani senza cibo, senz'acqua e senza mezzi di sostentamento: «la situazione lì è molto grave», rincara, riferendosi al versante egiziano del valico; «la gente è più terrorizzata lì che durante l'ultima guerra a Gaza. Gli egiziani vogliono vedere i palestinesi morti».
Altri denunciano le restrizioni a cui sono soggetti, incluso il coprifuoco serale: «gli egiziani ci trattano come se fossimo dei terroristi», urla un anziano, fra i fortunati ad aver attraversato il valico per rientrare nella Striscia di Gaza.
Purtroppo per la ragazzina di Gaza morta questa settimana, la riapertura parziale del valico di Rafah giunge tardiva. I suoi familiari sostengono che le tensioni fra Hamas e al Fatah hanno negato la possibilità di ricevere cure mediche presso un ospedale israeliano. E argomentano che l'Autorità Palestinese a Ramallah ha ignorato una richiesta da parte di Hamas di intervenire presso le autorità di Gerusalemme per ottenere un permesso affinché al-Halkawi potesse essere curata nello stato ebraico.

Molti malati di cancro residenti nella Striscia di Gaza subiranno la stessa sorte a causa della persistente chiusura del valico da parte delle autorità egiziane, e delle tensioni in essere fra Mahmoud Abbas's e Hamas. Ma conta molto anche il distacco emotivo e l'apatia del mondo arabo nei confronti dei "fratelli" palestinesi. Mentre gli egiziani continuano a sigillare il loro confine con l'enclave palestinese, Israele rappresenta ora l'unica speranza per 1,7 milioni di palestinesi che vivono a Gaza.
Nel periodo compreso fra il 18 e il 23 novembre, quasi 3.000 di essi hanno attraversato il valico di Erez da e per Israele, secondo l'autorità di coordinamento delle attività nei Territori. Inoltre, nel medesimo arco di tempo quasi 1.500 camion hanno trasportato migliaia di tonnellate di merci di ogni tipo da Israele attraverso il valico di Kerem Shalom; fra cibo, materiali da costruzioni, concimi e fertilizzanti, farmaci e altri generi di prima necessità.
Quanti camion arabi sono entrati nella Striscia nell'ultimo mese? zero.
Ma ciò è quello che Egitto e resto del mondo arabo desiderano: trasformare la Striscia di Gaza in un problema di competenza israeliana, e non araba. C'è motivo per ritenere che gli arabi non muteranno il loro atteggiamento nei confronti dei palestinesi, una volta che sarà creato uno stato. Il futuro stato palestinese dovrà continuare a contare per la sua sopravvivenza, sugli aiuti provenienti da Israele e dal mondo occidentale.
E se Israele e l'Occidente non dovessero correre in suo soccorso, i palestinesi si vedranno costretti ad accettare l'intercessione dell'Iran, dei Fratelli Musulmani e dello Stato Islamico. Ecco che un futuro stato palestinese sarà tutt'altro che fonte di stabilità per il Medio Oriente.


* Why a Palestinian State Will Become a Source of Instability
su Gatestone Institute.

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