lunedì 28 luglio 2014

I crimini di guerra di Hamas

Monta l'indignazione per la condotta spregiudicata dell'organizzazione terroristica che con un colpo di stato ha assunto il potere a Gaza nel 2007. Non solo Hamas ha colpito le comunità dell'Israele meridionale, non solo l'ha fatto da aree densamente abitate; ma si è fatto scudo con il corpo di civili innocenti, messi in questo modo in serio pericolo. E mentre le autorità israeliane invitavano la popolazione civile a trovare riparo nei bunker antimissile, gli estremisti palestinesi inducevano la popolazione a fare da bersaglio; probabilmente perché i bunker erano interamente impiegati per nascondere missili, razzi e munizioni.
Come sintetizza efficacemente la vignetta, Hamas non si duole delle perdite di civili; al contrario, si appunta simbolicamente al petto una medaglia per ogni uomo, donna o bambino palestinese periti in quanto tragici "effetti collaterali" di questa guerra. Una delle tante gallerie scavate in questi anni nel sottosuolo di Gaza - a più di 30 metri di profondità, grazie al cemento fornito da Israele e alle competenze tecniche degli ingegneri nordcoreani - rappresenta mediamente un costo di 3 milioni di dollari. Ripeto: mentre dai valichi di Erez e Kerem Shalom il governo di Gerusalemme autorizzava l'ingresso di cemento e materiali da costruzione per uso civile, l'Occidente finanziava la dirigenza palestinese, che impiegava ingenti mezzi nella ramificazione bellica del sottosuolo della Striscia. Si consideri che con le somme investite nella costruzione di un solo tunnel, avrebbero potuto essere costruite 86 case, 6 scuole e 19 cliniche. E che fino ad ora l'Israeli Defense Force ha trovato più di 30 gallerie: facilmente immaginabile il sacrificio subito dal popolo israeliano, in nome dell'odio di Israele. Quanto benessere sarebbe stato garantito con l'equivalente di 100 milioni di dollari?


Non che l'Occidente sia rimasto a guardare; ma quando si è trattato di censurare, accusare, rimproverare, stigmatizzare, l'ha sempre fatto ottusamente a senso unico. Le voci discordanti sono messe brutalmente a tacere dall'animosità di chi si veste di un ipocrita amore per la causa palestinese, malcelando sentimenti antisemiti. Così, passa inosservata la tragica fine occorsa a ben 160 bambini palestinesi: morti spesso in circostanze drammatiche, secondo la testimonianza del Journal of Palestine Studies, raccolta dal JPost, per scavare le gallerie sotterranee tanto care ad Hamas.
E si sorvola, sempre per non correre il rischio di fare un favore ad Israele, sulla disponibilità del ministero della sanità di Gerusalemme, ad offrire all'omologo palestinese farmaci e apparecchiature mediche onde alleviare le sofferenze della popolazione. In pochi tuttora sanno che l'esercito israeliano ha allestito un ospedale di campo, al confine con la Striscia, dove curare i feriti della guerra in corso. Qualche giorno fa la Croce Rossa israeliana (MDA) ha offerto l'invio di sacche contenenti sangue e plasma; ma Hamas ha respinto al mittente l'aiuto umanitario.


Facciamo i conti con un'organizzazione brutale, cinica e spietata. Che non esita a sacrificare uomini, donne e bambini in nome di un ideale agghiacciante. Si apprende in queste ore che Hamas ha sfruttato la tregua umanitaria concordata per esecuzioni a morte di palestinesi vagamente sospettati di "collaborazione con il nemico sionista". Più di 30 residenti a Gaza sono stati brutalmente assassinati. Diversi palestinesi risultano gambizzati in virtù dello stesso sospetto: «non potranno più andare molto lontano», commenta Hamas compiaciuta.
Per quanto tempo la comunità internazionale potrà restare a guardare passivamente i delitti di Hamas? La scorsa settimana i ministri europei riuniti a Bruxelles hanno condannato gli attacchi e la condatta di Hamas e della Jihad Islamica come «atti ingiustificabili e criminali». E allora non si conosceva - lo si poteva però sospettare - l'impiego di scuole dell'UNRWA come depositi di armi, e piattaforme di lancio dei missili.
L'amministrazione USA tenta disperatamente di appoggiare l'ultimo baluardo del fondamentalismo islamico residuo nella regione, dopo aver visto defenestrare la Fratellanza Musulmana in Egitto. Qualche giorno fa il segretario di Stato Kerry ha lasciato tutti sgomenti, annunciando un piano di aiuti finanziari da 47 milioni di dollari a favore della Striscia di Gaza. Hamas si sta sfregando le mani: quanti missili di ultima tecnologia si potranno comprare dalla Corea del Nord, sponda Iran, con tutto questo denaro?
Sperando che la presidenza Obama receda da questo proposito, è tempo di ponderare la possibilità di trascinare la dirigenza palestinese alla Corte Penale Internazionale dell'Aja per crimini contro l'umanità e crimini di guerra. Come previsto dal trattato istitutivo del 1998, la giurisdizione del Tribunale dell'Aja è prevista per atti commessi nell'ambito di un attacco sistematico e diffuso nei confronti di una popolazione civile. L'articolo in questione è il 7(1). Come ricorda Michael Curtis questa mattina, «Hamas conduce una politica in cui omicidio e sterminio sono parte di una pratica sistematica diffusa. Il suo comportamento non è isolato e costituisce un pattern comportamentale duraturo. Lo scopo di Hamas non è soltanto quello di colpire i civili israeliani, ma di praticare il genocidio degli ebrei, e l'eliminazione dell'intero stato di Israele».
Curtis, esperto di questioni mediorientali, richiama altresì l'articolo 8(2)(b) del Trattato di Roma, in cui si descrivono i crimini di guerra basati sull'impiego di civili in quanto tali tutelati, come scudi umani: «Hamas si più volte macchiato di questo reato: per proteggere un obiettivo militare da un attacco, e per favorire o impedire operazioni militari», spesso impiegando senza alcuno scrupolo bambini e adolescenti. Bambini usati non solo come scudo umano, ma anche per trasportare armi e munizioni, per infilarsi nei tunnel e per contrabbandare munizioni.
Gli elementi a sostegno di una incriminazione dell'organizzazione terroristica ci sono tutti. Adesso serve la volontà politica in questo senso. Mille palestinesi morti sarebbero oltraggiati, se il responsabile di questa guerra non fosse condotto all'Aja per rispondere dei propri delitti.

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