domenica 22 giugno 2014

Evviva, è incominciata l'estate

La bella stagione è appena incominciata, i ragazzi salutano i compagni ed escono dalle scuole gioiosi e spensierati: avviene in tutto il mondo; incluso quel ridotto lembo di terra che si affaccia sul Mediterraneo orientale. Uno stato grande quanto la Puglia, eppur perennemente aggredito, odiato e minacciato da stati vicini grandi 640 volte Israele.
Poco lontano dello stato ebraico, per gli adolescenti si chiudono le scuole e si aprono i campi estivi organizzati e gestiti da Hamas. L'organizzazione terroristica islamica è orgogliosa dell'incitamento all'odio impartito sin da piccoli, al punto da aver invitato la scorsa settimana giornalisti da tutto il mondo, i quali hanno potuto constatare di persona l'indottrinamento subito da oltre 100.000 bambini e ragazzi. Niente libri di scuola, niente attività all'aperto, niente classi di nuoto e partite di calcio. Le materie vertono su: tecniche di guerriglia, metodologie di sequestro, fondamenti di odio razziale, principi di storia riscritta in chiave antisemita, ed esercitazione di battaglia in campo aperto. Non mancano alla fine dei summer camp esami di verifica e consegne di attestati di partecipazione. Le famiglie che più o meno volontariamente mandano i loro figli a questi campi dell'odio devono esserne orgogliose.

venerdì 20 giugno 2014

Palestinesi che muoiono per mano dei palestinesi

Ieri mattina ben cinque palestinesi sono morti, e dieci rimasti feriti - alcuni gravemente - per il collasso di uno dei tanti tunnel clandestini che collegano la Striscia di Gaza all'Egitto. Ciò fa supporre che il lavoro di ripulitura del nuovo governo del Cairo, per quanto intenso, non sia stato definitivo. Il migliaio di tunnel che ancora fino ad un anno fa solcava il sottosuolo dell'enclave palestinese da un lato forniva ricche entrate ad Hamas (che, non a caso, è stata costretta ad accettare la corte dell'ANP, dopo aver constatato il rifiuto degli stati arabi ad appoggiarne la "causa"); dall'altro rappresentava sovente l'unica fonte di entrata per i contrabbandieri che accettano di calarsi nel sottosuolo gazawo.
Strano che nessun giornale abbia denunciato l'orrenda fine di questi sciagurati. Sorge il sospetto che non interessi ai redattori; a meno che si possa provare che i tunnel siano stati costruiti dai "perfidi sionisti".

martedì 17 giugno 2014

Quinto giorno di sequestro

[IDFblog] Perché è molto probabile che dietro il sequestro di Eyal, Gilad e Naftali ci sia lo zampino di Hamas?
Perché sono specializzati in queste nefandezze: dall'inizio del 2013 le forze di sicurezza israeliane hanno sventato ben 64 tentativi di sequestro; la maggior parte dei quali perpetrati dai terroristi che governano nel terrore la Striscia di Gaza, e che ora sono entrati in pompa magna nel governo dell'ANP.

lunedì 16 giugno 2014

Riportateci i nostri ragazzi


NdB: l'autore di questo blog sarà preso nelle prossime settimane da impegni personali e professionali. Ma anziché rimandare l'aggiornamento alla seconda metà di luglio, si tenterà di fornire una rassegna tempestiva degli eventi del momento, nella speranza che essa possa risultare di utilità al lettore. Traduzioni, commenti e approfondimenti torneranno fra qualche settimana.

[The Mukata] fornisce una serie di ragioni per cui bisogna diffidare della rivendicazione del sequestro da parte delle Brigate dei martiri di Al-Aqsa; in sintesi:
1) l'IDF non conferma;
2) L'emittente televisiva israeliana Channel10 sospetta che sia un fake;
3) Potrebbe essere un depistaggio, attuato per allontanare le forze di sicurezza dal luogo dove in questo momento stanno indagando;
4) È una manovra per farsi pubblicità.

martedì 10 giugno 2014

Chi si preoccupa più dei palestinesi?

Il povero Abu Mazen è esemplare delle sofferenze patite dai palestinesi. Il 79enne presidente dell'Autorità Palestinese vanta un mandato scaduto da cinque anni e mezzo; ma non può passare il testimone... perché non si tengono elezioni a Ramallah. Qualcuno potrà obiettare che dovrebbe essere egli stesso a convocare i comizi elettorali; ma si rischierebbe di essere accusati di superficialità: così vanno le cose in Medio Oriente. Mica per niente in Israele le elezioni si tengono regolarmente, e giusto oggi ben cinque candidati si contendevano la poltrona appartenuta fino a ieri a Shimon Peres: vogliamo mettere, lo stato ebraico con la democraticissima ANP?
Sarcasmo a parte, spiace dover riconoscere come soltanto siti e blog bollati di filosionismo come questo, si impegnano a descrivere i dolori e le sofferenze del popolo palestinese; al di là delle denunce ridicole che sistematicamente sono smontate e classificate pochi giorni dopo nella categoria "Pallywood".

giovedì 5 giugno 2014

Vecchie e nuove alleanze in Medio Oriente

Il presidente Obama ha completato una traiettoria tanto rocambolesca quanto sciagurata: lontani dai proclami tipo "Noi non trattiamo con i terroristi", gli Stati Uniti prima hanno stretto accordi con i talebani, che custodivano gelosamente una personcina mite e pacifica come Osama Bin Laden; poi hanno benedetto il governo palestinese al cui interno siedono i terroristi di Hamas; e ora stringono rapporti con Hezbollah, la formazione terroristica sciita che di fatto comanda in Libano. Nel durante, hanno trovato il modo di imprecare contro la defenestrazione dei fratelli musulmani in Egitto, di annullare l'ordine di evacuazione del regime sanguinario di Assad in Siria, e di benedire la corsa al Nucleare in Iran.
La visita di Kerry a Beirut - la prima, in cinque anni - ha cementato il nuovo corso, che possiamo sintetizzare in "Noi trattiamo solo con i terroristi". Il segretario di Stato americano si è affrettato a precisare che il governo USA monitorerà ogni giorno l'operato del nuovo governo palestinese onde assicurarsi che "non oltrepassi la linea": un'affermazione che ha probabilmente suscitato l'ilarità di presenti e assenti; memori della famosa "linea rossa" da tempo varcata dal sanguinario Assad in Siria.

lunedì 2 giugno 2014

La propaganda palestinese ha perso il suo tocco magico?

di Dexter Van Zile*

Soltanto dieci anni fa la propaganda palestinese architettò una delle più grandi truffe dell'era moderna: convinsero persone altrimenti ragionevoli che la colpa della "seconda intifada" era da far ricadere su Israele, e che l'antisemitismo palestinese era una conseguenza - e non una causa - delle loro sofferenze.
In parte questo raggiro fu architettato trasmettendo le immagini di Mohammad Al Durah, un ragazzo palestinese che si disse fosse stato ucciso nel 2000 dagli israeliani nell'ambito di un conflitto a fuoco con i palestinesi. Il video diffuso lasciava intendere che Al Dura fosse morto, e che fosse colpa dell'IDF: ciò consegnò all'opinione pubblica - e agli europei, in particolare - il pretesto occorrente per credere che gli israeliani non fossero diversi dai nazisti che ammazzavano i bambini, e che pertanto non erano più meritevoli delle simpatie beneficiate a causa dell'Olocausto (non è un caso che in Francia, dove fu montato il video della presunta uccisione di Al Dura, oggi sperimenta un esodo senza precedenti di ebrei, in fuga dall'odio antisemita che sta attraversando tutto il paese).
Più avanti, la storia di Al Dura beneficiò di ulteriori aggiornamenti che la resero inverosimile: era impossibile che gli israeliani dalla loro posizione avessero potuto scagliare un colpo capace di colpire il ragazzo. E non aiutava la causa palestinese quel frammento del video, reso noto successivamente, in cui il ragazzo alzava la testa per rendersi conto di cosa stesse succedendo, dopo la sua "morte". Quell'episodio iniziò a risvegliare le coscienze circa l'abitudine dei "giornalisti" filopalestinesi di montare le immagini per simulare situazioni imbarazzanti per Israele, nel tentativo di demonizzare lo stato ebraico.