sabato 28 dicembre 2013

Gesù il palestinese

Bizzarro e grottesco che gli ebrei siano rimasti gli unici a difendere Gesù - nato ebreo, discendente da David, circonciso all'ottavo giorno come la Bibbia prescrive, crocifisso come «il Re degli Ebrei», e che perdipiù fece visita al Tempio di Gerusalemme (quello che per i palestinesti non sarebbe mai esistito), dal quale scacciò i "mercanti" - dall'indicazione di essere "palestinese"; mossagli dai musulmani, che da quelle parti sono arrivati sei secolo dopo la sua morte. Mentre i palestinesi sono stati inventati da Arafat nel 1964.
Saranno molto indignati, per questo, i cristiani. Ma non lo danno molto a vedere.
Forse perché i musulmani trasmettono loro calore, bruciandone le chiese e brutalizzandone i fedeli? (come ha timidamente ricordato Bergoglio a Natale?)
Sta di fatto che adesso fornisce il suo contributo anche il fantomatico sindaco di Ramallah, quella città palestinese il cui ordine pubblico è garantito da un efficiente servizio d'ordine municipale che preleva i malcapitati ebrei e li conduce alla più vicina stazione di polizia, dove subiscono adeguato trattamento.

lunedì 23 dicembre 2013

La fine conoscenza di Hamas dell'economia

I palestinesi, si sa, con l'economia sono in confidenza. Ci sanno fare. Soltanto l'UNRWA, la mastodontica ed elefantiaca agenzia ONU che si occupa di quella truffa storica nota con il nome di "rifugiati palestinesi", in tutta la sua esistenza ha beneficiato di fondi pari a 25 volte gli aiuti finanziari ricevuti dagli europei dopo il Secondo Conflitto Mondiale, nell'ambito del Piano Marshall (in termini reali, s'intende). I parlamentari beneficiano di un gettone di presenza pari a 24 volte il reddito medio di un cittadino palestinese. Lo stesso Abu Mazen da' il buon esempio, ammassando una ricchezza sconsiderata, fra una missione all'estero e un incontro con l'adorante sindaco di Napoli. E ancora a Gaza riescono a farsi fornire benzina sussidiata, per alimentare le centrali elettriche, fra una crisi energetica e l'altra; autoprodotta, s'intende.
Malgrado Israele possa vantare un cittadino che è stato eletto qualche anno fa il miglior banchiere centrale del mondo; al punto che da essere stato invitato a far parte del Consiglio direttivo della nuova Federal Reserve targata Janet Yellen (e vai con le tesi cospirazionistiche!...); da Gaza ci si preoccupa di condividere con gli amati vicini israeliani un po' di queste capacità economiche.

mercoledì 18 dicembre 2013

Scandalo: Israele allaga la Striscia di Gaza!

Il maltempo che ha investito il Vicino Oriente è praticamente senza precedenti. Da almeno cento anni non si registravano nevicate così' intense in Israele, in Egitto, in Giordania e nei territori palestinesi. Danni e disagi si sono accumulati, ma buon senso e organizzazione hanno evitato il peggio. Persino la decisione del governo di Gerusalemme di far circolare i mezzi pubblici di sabato, pur urtando la comunità religiosa, è servita a ridurre la paralisi delle grandi città e le difficoltà in cui si è imbattuta una popolazione non del tutto avezza alla neve.
Non sono mancati episodi di grande umanità. Come riportava ieri La Stampa, «Altre barriere sono cadute con la neve e l’emergenza. I valichi di Gaza sono stata aperti per consentire rifornimenti. L’esercito israeliano ha portato soccorsi ovunque, senza distinzioni di etnie, fedi, fronti. Ha spalato e spinto ambulanze impantanate nella neve di Betlemme, ha portato viveri e liberato famiglie intrappolate in auto nelle città e per le strade, israeliane o palestinesi che fossero. Magari si risolvessero sempre così, le emergenze».
Lo stato ebraico è da sempre in prima linea nel fornire supporto logistico e aiuti umanitari nelle gravi emergenze indotte da calamità naturali all'estero. È successo ad Haiti nel 2010, in Turchia due anni fa, entrambi gli stati funestati da terremoti devastanti; ed è successo di recente nelle Filippine, dopo l'IDF ha prestato soccorso.

lunedì 16 dicembre 2013

Il profilo legale di Giudea e Samaria

Da anni, il mondo considera Giudea e Samaria un territorio palestinese occupato illegalmente da Israele. Ma ora un gruppo di giuristi israeliani e di tutto il mondo sta combattendo una battaglia legale per il riconoscimento della verità storica e giuridica.

Se la legittimità internazionale dell'impresa degli insediamenti fosse un cavallo, si potrebbe affermare è che rimasto troppo tempo fuori dalla stalla. Chi occupa le stanze del potere in tutto il mondo - dalla Casa Bianca di Barack Obama e John Kerry, alle Nazioni Unite - ha per anni liquidato Giudea e Samaria come territori palestinesi attualmente sotto occupazione.
L'atteggiamento ostile verso gli insediamenti è una conseguenza diretta e immediata di questa logica. Se dovessimo compiere una generalizzazione, dovremmo dire che il mondo ha adottato la retorica palestinese per definire lo status legale dei Territori. Anche chi negozia per conto dello stato israeliano, uomini e donne che ufficialmente sottoscrivono la tesi secondo cui Giudea e Samaria - la culla della civiltà e del popolo ebraico - non siano territori occupati; hanno da tempo cessato di affermarlo in pubblico, per non sopportare la seccatura di elencare la lunga lista di considerazione legali e storiche che supportano questa tesi.

lunedì 9 dicembre 2013

Il morbo di Parkinson ha i giorni contati

Le malattie neurodegenerative, come il morbo di Parkinson o l'Alzheimer, stanno per essere sconfitte. È il senso di un recente annuncio dell'Università Ebraica di Gerusalemme, che in collaborazione con una start-up ha annunciato il conseguimento di signifativi risultati nella lotta all'invecchiamento delle cellule cerebrali. Nello specifico un farmaco ideato dalla TyrNovo, e noto con il nome in codice di NT219, consentirebbe di sviluppare farmaci mirati per le malattie citate, e privi di effetti collaterali sostanziali.
Il farmaco, hanno annunciato il CEO di TyrNovo e il direttore del dipartimento di Chimica biologica dell'Università del Monte Scopus, agirebbe sull'attività dell'insulina e di un ormone noto come IGF1, inibendone l'attività e prevenendone il meccanismo di segnalazione che porta alle malattie neurodegenerative.

giovedì 5 dicembre 2013

La verità sulla crisi energetica nella Striscia di Gaza

L'antefatto: Amnesy International (l'omissione di una consonante non è da giudicarsi necessariamente un refuso) ha sempre avuto un atteggiamento parziale e tutt'altro che obiettivo nei confronti di Israele. Priva di equilibrio, sforna rapporti in cui immancabilmente colloca sul banco degli imputati lo stato ebraico, sebbene Gerusalemme non evidenzi alcuna responsabilità.
Da tempo Hamas a Gaza importa il combustibile egiziano per far girare le proprie centrali elettriche. Poiché il regime di Mubarak sussidiava massicciamente le fonti di energia per smorzare le tensioni sociali, è sempre convenuto all'enclave palestinese approvvigionarsi dal vicino Egitto; specie quando al Cairo sono saliti al potere i Fratelli Musulmani, di cui Hamas è una specie di succursale.
Oltretutto, il combustibile egiziano entrava nella Striscia in larga misura attraverso il migliaio di tunnel illegali scavati sotto al confine: il che consentiva all'organizzazione terroristica islamica di praticare una lucrosa cresta. Le offerte israeliane di fornire combustibile sono state considerate un affronto: per la provenienza "sionista", e soprattutto praticamente perché il prezzo internazionale impediva ad Hamas di guadagnarci sopra, a discapito della popolazione palestinese. Dal 2011 in poi Hamas ha fatto girare le centrali elettriche solo con il petrolio egiziano, e dall'Egitto è provenuto il carburante che ha alimentato il parco macchine circolante nella Striscia.

mercoledì 4 dicembre 2013

Il pallone da' un calcio all'antisionismo (per ora solo a Francoforte)

Molti appassionati di calcio sono indignati per la scelta del capo della FIFA di assegnare al Qatar i campionati mondiali di calcio del 2022; financo consentendo di disputare gli incontri durante l'inverno, per non rischiare insolazioni e collassi ai "poveri" giocatori. Il potere del denaro, e l'influenza di Al Jazeera - riuscita a persuadere un laboratorio svizzero ad emettere un comunicato con cui "non esclude" in modo abbastanza rocambolesco la morte per avvelenamento da polonio di Arafat; mentre il resto del mondo scientifico ha escluso questa eventualità - sono riusciti a far andare di traverso quel poco di "bello" che ancora conserva il calcio.
Ma non tutto è perduto. Magari bisogna scendere di livello: nei campionati nazionali, meglio ancora nelle serie inferiori.