sabato 19 ottobre 2013

Il Pentagono consegna finalmente le bombe buster. All'Arabia!

Israele è l'unico alleato rimasto agli Stati Uniti nel Vicino e Medio Oriente. Ciò non toglie che l'amministrazione Obama faccia di tutto per ostacolare, eclissare e indebolire lo stato ebraico. Costringendolo a subire l'improponibile agenda di pace di Ramallah, a "chiedere scusa" alla Turchia per l'incidente della Freedom Flotilla del 2011 (anche se un retroscena recentemente rivelato, permette di mettere sotto diversa luce l'apparente genuflessione di Netanyahu nei confronti di Erdogan), e addirittura a percorrere nuove strade diplomatiche: come l'inedita intesa con l'Arabia Saudita, preoccupata al pari di Gerusalemme - con la quale non sono in essere rapporti diplomatici ufficiali - della corsa all'armamento nucleare da parte dell'Iran di Rohani e (soprattutto e tutti) Alì Khamenei.
Ma Obama sa pesare i suoi alleati, e misurare le loro rivendicazioni. Così, mentre Washington ha frenato le preoccupazioni israeliane circa le aspirazioni atomiche di Teheran, bloccando la ventilata iniziativa dello scorso anno volta a distruggere gli impianti di arricchimento dell'uranio, quando era ancora possibile (Obama correva per la rielezione, e temeva di risultare penalizzato da una incursione salvavita di questo fastidioso alleato orientale); il prode presidente americano è stato invece lesto a tentare di riguadagnare le simpatie e la fiducia delle monarchie del Golfo.
Il sito russo RT.com cita ieri una agenzia AFP che svela un accordo di fornitura fra Stati Uniti e Arabia Saudita ed Emirati Arabi, del valore di quasi 11 miliardi di dollari. L'accordo prevede la vendita di sofisticati armamenti, fra cui missili cruise ad ampio raggio e bombe buster capaci di penetrare uno spesso strato di cemento rinforzato: il medesimo che "protegge" gli impianti sotterranei di arricchimento dell'uranio iraniani. RT.com enfatizza come si tratti della prima volta che gli Stati Uniti consegnino a stati dell'area mediorientale bombe e missili capaci di essere scagliati da notevole distanza, e penetrare così in profondità.
La fornitura segue un pronunciamento del ministro della difesa USA Chuck Hagel, che ad aprile si dichiarò pronto a fornire armamenti per 10 miliardi di dollari ad Israele, Arabia Saudita e UAE. Le monarchie del Golfo sono state accontentate. Lo stato ebraico, che pur ha fatto pressante richiesta di fornitura delle efficaci (ancora?) bombe buster, no. Da ricordare come Riad abbia acconsentito ad Israele di solcarne i cieli con la sua aviazione in caso di missione di distruzione dei siti nucleari iraniani. Ma Washington è ben attenta a non fornire vantaggi decisivi al suo unico leale alleato; sebbene alla Segreteria di Stato non sieda più Henry Kissinger.

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