martedì 20 agosto 2013

Perché gli israeliani devono pagare un prezzo per la pace così alto?

In crisi di readership e viewership, i giornali e i media globali si stanno riciclando in altri impieghi. Rischiando di essere condannati per concorrenza sleale ai danni dei produttori delle Fave di Fuca, di Activia e di altri apprezzati contributori al "transito intestinale", i giornalisti filoarabi della BBC hanno proposto qualche giorno fa le placide immagini dei 26 terroristi rilasciati dal governo israeliano come "gesto di buona volontà" (leggasi: sottomissione alle pressioni di Washington) nell'ambito dell'ennesimo abbozzo di processo di pace, di cui fortunatamente abbiamo perso le tracce per non essere interessati nostro malgrado da questa attività di sollecitazione della funzione intestinale di cui sinceramente non abbisogniamo.
Si scorgono volti sbarbati, sereni, sorridenti: da perfetti padri di famiglia. Nulla che faccia pensare al sangue grondato dalla mani di questi terroristi incalliti, confessi e impenitenti. Per pietà la BBC ci offre una prospettiva frettolosa del "punto di vista" israeliano: i familiari delle vittime sono ritratti di spalle, esibiscono folte barbe che fa pensare ad essi come a fanatici "ultra-ortodossi", estremisti, e non a genitori, zii e parenti, di ragazzi e in generale di persone comuni (i 3/4 delle vittime del terrorismo palestinese sono civili): tutto, pur di spersonalizzare la vittima, rendendo agevole la minimizzazione e la possibile reiterazione dell'eccidio.

È questo il prezzo che deve pagare Israele per essere ammesso al tavolo dei negoziati di pace; giusto in tempo per vederselo rovesciare contro?

di Rolene Marks*

La settimana scorsa, di ritorno a Gerusalemme, sono passata davanti alla prigione di Ofer. La nota installazione di massima sicurezza è situata nelle vicinanze di Qalandiya, a metà strada fra Israele e Ramallah. Ho notato che le strade erano bloccate, in attesa del rilascio del primo blocco di detenuti palestinesi come "gesto di buona volontà" da parte di Israele.
Non stiamo parlando di prigionieri politici o di delinquenti comuni: questi sono terroristi con le mani grondanti di sangue, che hanno attuato o ispirato l'assassinio di diversi israeliani.
Mi è salito il cuore in gola. Non riesco a pensare alle famiglie in lutto, che rivivono il trauma della morte dei loro cari, con la giustizia in cui hanno tanto confidato che si sbiciola lentamente.
Chi si preoccupa dei loro diritti umani? sono diventate pedine nelle mani di leader deludenti che pensano che un simile gesto di magnanimità possa fare la differenza nei confronti di una controparte che aspira ad istituire uno stato "judenrein".
Questo è il prezzo che dobbiamo pagare per la pace, nei confronti dei quali molti sono scettici. Israele ha fatto ripetute concessioni dolorose in nome della pace, e nessuna di esse ha prodotto risultati.

In questo mese ricorre l'ottavo anniversario del disimpegno unilaterale da Gaza. Israele ha deportato tutti i suoi cittadini; inclusi quelli che riposavano sottoterra. Quale è stata la ricompensa? migliaia di razzi piovuti sulle città meridionali. Questo per aver proteso la nostra mano verso la pace!
Nessun altro paese al mondo sarebbe sottoposto a simili pressioni in nome di una ipotetica pace. Ancora una volta, Israele è trattato diversamente dagli altri stati. Gli Stati Uniti rilascerebbero mai Ramzi Yousef, autore dell'attentato del 1993 al World Trade Center? sarebbero mai scarcerati i criminali che assassinarono Lee Ribgy per le strade di Londra in pieno giorno? e che dire degli autori dell'attentato di Boston?
Le aspettative sono riposte sempre e soltanto su Israele, a cui è prescritto di fare concessioni su concessioni, in cambio della remota prospettiva di pace.
Il mondo è stranamente silenzioso di fronte dei campi di addestramento dei palestinesi che hanno tirato su questi criminali. Una massiccia dose di odio per gli ebrei, di tecniche di sequestro dei soldati israeliani e di celebrazione del martirio è prescritta ai bambini palestinesi che frequentano questi campi estivi.
Si tratta di abusi su minori. L'indottrinamento di giovani menti innocenti strappate alla loro infanzia. Questi non saranno mai statisti: saranno futura carne da cannone per gruppi terroristici. Ma dovesse mai Gerusalemme costruire qualche appartamento nei quartieri orientali...
Non sia mai che dovessimo dare un'occhiata ai criminali che saranno rilasciati, e al lungo elenco delle loro nefandezze. Sono assassini che hanno giustiziato sopravvissuti all'Olocausto, bambini, madri, padri, nonni, turisti e altre persone innocenti; facendola franca. Sono persone che hanno pugnalato, colpito, ridotto a brandelli e dissacrato il corpo delle loro vittime, ostentando i brandelli del corpo come trofei. È questa la gente che sta riconquistando la libertà.
Il prezzo richiesto da pagare è più di quanto chiunque si possa permettere. I nostri cuori battono per le famiglie delle vittime il cui dolore non si è ancora sopito, ed è risvegliato da questa nuova tragedia.
Le lacrime che hanno rigato i loro volti ci hanno spezzato il cuore, quando si sono posti di fronte alla Corte Suprema di Gerusalemme, con i ritratti dei loro cari. Man mano che procederemo con il rilascio, sarà sempre più doveroso ricordarci delle vittime del terrorismo palestinese e dei loro familiari.
La gente di Israele ha un cuore enorme. Troppo doloroso è il prezzo da pagare per avere una speranza di pace.

* Fonte: The Algemeiner

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