sabato 20 luglio 2013

Saluti da Gaza

Mentre John Kerry cerca prodigiosamente di portare a casa una promessa di riapertura di dialogo fra israeliani e palestinesi, conseguendo apparentemente il primo successo della politica estera americana di Obama; poco lontano da Amman, dove il consorte della signora Heinz ha faticosamente triangolato fra Gerusalemme e Tel Aviv, si continua a morire per impiccagione. A Gaza, qualche giorno fa, il boia ha eseguito la sesta sentenza di condanna a morte di questo sanguinoso 2013. Costa carissimo, fino alla vita, essere sospettati di collaborare con il nemico. Un mese fa un palestinese ha subito la stessa sorte poiché sospettato vagamente di collaborare con lo stato israeliano.
A questo punto, Ismail Haniyeh starà sudando freddo. Il leader di Hamas infatti, nel tentativo di rispolverare la sua immagine pubblica piuttosto appannato, ha visitato una scuola elementare della Striscia di Gaza, dove ha dispensato bevande e snack ai bambini ivi ospitati. Non si è accorto, il tapino, che gli yogurt somministrati sono prodotti proprio da una ditta isr... oops, sionista, come evidenzia bene la foto. Una evidente manifestazione di collaborazionismo con il nemico che potrebbe costar cara al boss di Hamas.
Peraltro, ciò comprova come a Gaza entri ogni genere alimentare: dai valichi di Erez e Kerem Shalom transitano ogni giorni alimentari e bevande, medicinali, materiali da costruzioni, tessuti, giocattoli e generi di prima (e seconda necessità): si ricorderanno i famosi iPhone di ultima generazione, che fecero scalpore qualche mese fa.
Non altrettanto si può dire a proposito del valico egiziano di Rafah, chiuso dall'esercito egiziano, che negli ultimi giorni ha provveduto a far saltare in aria e distruggere tutti i residui tunnel clandestini che collegano l'Egitto all'enclave palestinese (a proposito: i colloqui fra gli emissari di Netanyahu e Abu Mazen toccheranno anche il territorio amministrato da Hamas? o dobbiamo piuttosto parlare di Hamasstan?), suscitando l'irritazione dell'organizzazione terroristica sunnita, apparentata con i Fratelli Musulmani caduti in disgrazia. Le due aree sono ormai ai ferri corti e non si escludono vere e proprie incursioni militari. Interessante il dettagliato resoconto di Rights Reporter, la cui lettura è raccomandabile nella sua interezza:
Lo scorso 17 luglio l’esercito egiziano ha intercettato un carico di 19 razzi Grad diretti ad Alessandria. I missili provenivano dalla Striscia di Gaza e quindi da Hamas ed erano destinati a supportare la resistenza armata dei sostenitori della Fratellanza Musulmana. Questo fatto ha provocato prima un ulteriore irrigidimento delle misure di controllo sui tunnel che collegano Gaza all’Egitto con il blocco praticamente totale di tutti i tunnel (di cui tre fatti saltare dai militari egiziani proprio ieri mattina), poi la chiusura totale del valico di Rafah anche alle merci “umanitarie” (fino a ieri il valico era aperto per due ore al giorno) e infine il trasferimento lungo il confine con Gaza della terza armata egiziana che dispone di corazzati e di truppe d’elite addestrate negli Stati Uniti. Testimoni oculari hanno riferito di decine di mezzi blindati posizionati a ridosso del confine con Gaza.

Una domanda: ora che Gaza è sigillata sul fronte meridionale, quanto tempo passerà prima di vedere i titoloni sui giornaloni che denunciano l'assiedo? quando si organizzeranno le flottiglie della pace? quando le interpellanze parlamentari? quanto ci metteranno le pagine Facebook di estrema destra a denunciare l'accaduto? quando i primi cortei con le bandiere arcobaleno e i presidi davanti alle ambasciate d'Egitto?

Foto di ArcMed Hotels Al Mashtal Gaza, Gaza City

Siamo sicuri di essere smentiti. Ma non ci surriscaldiamo troppo. E' estate, tempo di vacanze. E come l'anno scorso, a grande richiesta anche in questo 2013 suggeriamo una lussuosa sistemazione in un nuovissimo resort, proprio a Gaza: si tratta dell'Arcmed Hotel. Il cibo è un po' caro, denuncia su TripAdvisor un turista, ma la visione è mozzafiato e la piscina è invitante, con questo caldo. Se la devono passare bene, i palestinesi di Gaza. Altro che "assedio"...

1 commento:

  1. Ma no, non hai capito! Guarda bene la foto: si è accorto che è immondo cibo sionista (infiltrato lì dagli autori del famoso complotto, you know) e gli sta infilando le dita in bocca per tirarglielo fuori.

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