mercoledì 8 maggio 2013

Arabi che ammazzano altri arabi: non fa notizia

Continua la repressione palestinese ad opera del governo egiziano. Lunedì' il Cairo ha reso noto il rinvenimento di ben 276 tunnel clandestini scavati fra l'Egitto e la Striscia di Gaza. E' noto che questi tunnel esistono a migliaia, e sono stati impiegati fino ad ora per contrabbandare nell'enclave palestinese beni di ogni tipo: generi alimentari, sì, ma anche costosi gadget tecnologici e soprattutto armi e munizioni, che in Egitto arrivano dal confinante Sudan, provenienza Iran. Oltre ad armare Hamas, questi tunnel servono anche a finanziare l'organizzazione terroristica, che preleva dal valore delle "importazioni" una sorta di dazio pari al 20%. Paradossalmente, con l'avvento al potere dei Fratelli Musulmani nel vicino Egitto, Hamas, costola storica dei FM, ha conosciuto una crescente ostilità che ha portato alla progressiva chiusura dei tunnel illegali; con ogni mezzo: anche per allagamento, e conseguente annegamento dei poveri disgraziati che vi "lavorano".
Con una punta di compiacimento, la stampa egiziana ha rilevato lunedì la distruzione di 154 tunnel, mentre altri 94 restano da demolire e 28 sono monitorati perché terminano all'interno di abitazioni civili (il che fa presumere che si faccia largo impiego di esplosivi).
Ma non si muore soltanto al confine - anzi, sotto al confine - fra Egitto e Striscia di Gaza. Mentre i palestinesi sono schiacciati dalle bombe egiziane, quando non muoiono annegati; poco lontani altri fratelli arabi periscono per mano di altri arabi. Accade nei pressi di Homs, dove le milizie di Hezbollah, l'organizzazione terroristica sciita di stanza nel sud del Libano, si sono unite all'esercito fedele ad Assad per reprimere nel sangue la rivolta dei siriani. Un portavoce degli oppositori ha rivelato che Hezbollah ha accoltellato e ucciso una ventina di persone, incluse donne e bambini. La repressione diventa così sempre più brutale: non ci si limita più agli arresti di chiunque si trovi malauguratamente a passare da queste parti; preferendo una spietata macellazione finalizzata a ripulire etnicamente l'area. La popolazione sunnita è indotta ad abbandonare le case mediante altresì arresti e violente intidimazioni.

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