mercoledì 24 aprile 2013

C'è sciopero e sciopero...

Non c'è spiegazione. In Israele, un terrorista palestinese ha fatto notizia qualche mese fa perché nel tempo libero si dilettava a tirare calci al pallone; ma soprattutto perché, poverino, intendeva sollecitare l'attenzione dell'opinione pubblica con uno sciopero della fame durato addirittura tre mesi. Insorse il calcio internazionale, protestando per la detenzione del nostro Mahmoud, titolare addirittura della nazionale palestinese. Si sa, questi sionisti tratteranno pure bene i detenuti, è vero che svolgono regolare processo e talvolta raccolgono anche le deposizioni spontanee degli incriminati; ma alla fine cedono alle pressioni - vedasi la decisione di Netanyahu di telefonare all'omologo turco per porgergli le sue scuse per la vicenda della Mavi Marmara - e lasciano andare i delinquenti; anche se dediti ad attività terroristica.
Mahmoud Sarsak fu rilasciato, bello pasciutto e in splendida forma (dobbiamo farci dire come controllava così brillantemente l'appetito), per essere accolto a braccia aperte dai terroristi di Hamas a Gaza. Uno sciopero della fame è sempre una giusta causa per mobilitarsi, no?
Ma allora, perché altrove gli scioperanti della fame non suscitano alcuna attenzione? succede che in Egitto un povero disgraziato è detenuto da appena dodici anni. Per sua sfortuna, non sa giocare a calcio ne' ha mai commesso attentati o altri crimini. E' accusato di spionaggio; ma non ha mai avuto modo di dimostrarlo in un regolare processo, ne' ha mai potuto beneficiare dell'assistenza di un legale. Ha subito nel 2000 una sentenza in contumacia.
Ouda Tarabin ha annunciato oggi l'avvio di uno sciopero della fame, per sensibilizzare l'opinione pubblica circa la sua detenzione. Piccolo particolare: è israeliano.

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