domenica 3 febbraio 2013

Come sconfiggere l'influenza aviaria

Gli ebrei, si sa, sono responsabili di tutti i mali di questo mondo. La povertà, la calvizie e la forfora, il buco nell'ozono, la fame da sovraffollamento ma anche la desertificazione e la sterilità, tutte le crisi economiche e tutti i boom economici, a cosa sono riconducibili, se non all'esistenza stessa degli ebrei?
Fortunatamente la scienza islamica, così sapientemente miscelata con la dottrina, ci indica la strada per la salvezza e la liberazione dai mali (i cristiani sono ancora fermi alle invocazioni celesti dalla liberazione dei medesimi). Ma non si può sempre fare affidamento sull'aldilà, e al di qua non sempre gli studiosi di precetti coranici hanno tempo di dedicarsi alla cura del cancro o dell'AIDS. Così bisogna adottare alcuni saggi accorgimenti...
C'è da rimanere esterefatti. Il virus dell'influenza aviaria non è stato creato e diffuso dagli israeliani, come sarebbe sin troppo facile prevedere. Nossignori. Il prestigioso Falastin, quotidiano redatto da Hamas, per bocca di un suo editorialista ha puntato il dito contro le donne: responsabili di propagare il temibile virus, che sta prendendo piede nelle ultime settimane nel West Bank e a Gaza. Lo riporta MEMRI, che ci ricorda questa esecrabile abitudine delle donne a muoversi in gruppo e sciamare da un luogo all'altro.
La soluzione a questo annoso e minaccioso problema? perlomeno, l'utilizzo del niqab, che protegge da infezioni. Meglio però sarebbe il raccomandare di starsene buone a casa per i prossimi mesi (dal momento però che l'incubazione del virus dell'aviaria mediorientale è più lungo, raccomanderemmo un periodo di detenzione riposo domestico di alcuni anni).
Gli uomini, certo, possono teoricamente diffondere l'infezione, ma dal momento che si tengono impegnati, e si muovono con minore rapidità (a quando la palla al piede delle donne? fanno bene in Arabia Saudita che vietano loro di condurre le auto...), sono da considerare meno minacciosi. Una cosa buona, possono fare, conclude il quotidiano palestinese: «imporre limitazioni più rigide ai movimenti e ai raggruppamenti del genere femminile, nella misura più ampia possibile, almeno per i prossimi tre mesi». Salvo proroga. A tempo indeterminato.

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