mercoledì 30 gennaio 2013

F.R.I.E.N.D.S.

Ma quali elezioni politiche?! gli italiani in questo momento si dividono fra la boriosità di Tiziana, l'avvocato romano che cerca di realizzarsi al di fuori dei tribunali, la simpatia di Ivan, outsider che per certi versi ricorda lo Spyros della prima edizione, la creatività di Maurizio, il salutismo di Paola e l'onestà di Andrea.
Per i pochi che non lo sapessero, stiamo parlando di Masterchef Italia, il cooking show trasmesso su Sky e giunto alla seconda edizione. Un format di successo in tutto il mondo in cui è stato trasmesso: negli Stati Uniti, in Australia, nel Regno Unito, in Germania, Francia e tanti altri stato. Incluso Israele.
E qui c'è da mettere mano ai fazzoletti, perché MC Israel, giunto alla terza edizione, ha mostrato ancora una volta la straordinaria tolleranza e apertura di questo paese. I tre finalisti sono Tom, nato in Germania ma convertosi al giudaismo; Jacky, una ebrea ortodossa; e Salma, araba israeliana.

Come se non bastasse, a gettare fumo negli occhi agli irriducibili antisionisti che continuano a cadere nel ridicolo denunciando "apartheid" e intolleranze verso religioni differenti da quella ufficiale, c'è la bella storia di amicizia fra la stessa Salma e Elinor Rahamim, una concorrente che ha fatto notizia non tanto per la sua esclusione, quanto per il fatto che sia una "colona", proveniente da Gush Etzion, un insediamento nel nord della Giudea.
L'amicizia ha superato divisioni e incomprensioni: «quando mi incontro con Salma», dice Elinor, «vedo una persona meravigliosa. Non vedo una bandiera, e la stessa cosa vale quando mi confronto con Maya, la concorrente vegana di sinistra che malgiudica la mia provenienza».
Aggiunge Salma: «mi piacerebbe vivere in uno stato che mi fa provare il senso di appartenenza, che non impedisce di servire nell'esercito perché araba. In questo momento è ciò che vedo nei paesi arabi. Non penso che mi piacerebbe vivere in nessuno di essi. C'è più tranquillità qui che in alcun altro stato al mondo. Qui (in Israele, NdR) ci troviamo bene: abbiamo una vita, un lavoro, e viviamo fra persone che conosciamo e amiamo».
L'intervista, condotta sul finire dello scorso anno, ai tempi dell'Operazione Pillar of Defense, risente del clima di ostilità fra i terroristi di Hamas e lo stato ebraico; ma ciò non ha scosso l'amicizia fra Elinor e Salma: «non sono stati gli amici di Salma a sparare missili da Gaza», avverte premurosamente Elinor. Certo, ma una consistente parte degli abitanti dell'enclave palestinese vorrebbe vedere Elinor e altri israeliani più frequentemente in cucina e davanti ai fornelli. Meglio ancora, nei forni.

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