giovedì 29 novembre 2012

I palestinesi rispondano dei crimini contro l'umanità

«Israele denuncia l'Autorità Palestinese per diversi crimini alla Corte Penale Internazionale»: così dovrebbero titolare a breve molti giornali. Nell'ultimo paio di mesi è apparso evidente che l'AP sta puntando a conseguire lo status di "osservatore non membro" delle Nazioni Unite. Israele sta compiendo ogni sforzo per convincere gli attuali membri dell'ONU a pronunciarsi contro questa iniziativa. Ed è ora sempre più chiaro che la prima azione che i palestinesi intraprenderanno è quella di citare in giudizio Israele presso la Corte Penale Internazionale (International Criminal Court) per il presunto assassinio di Yasser Arafat, anche se non vi è alcuna prova in tal senso. In effetti, il medico francese Roland Masse, specializzato in radioattività e docente all'ospedale militare di Percy dove Arafat è morto, ha affermato in un'intervista che non vi è alcuna possibilità che Arafat sia stato avvelenato.

martedì 27 novembre 2012

L'iniziativa palestinese all'ONU allontana il processo di pace

Il prossimo 29 novembre, l'Autorità Palestinese (AP) chiederà all'assemblea generale delle Nazioni Unite (UNGA) l'adozione di una risoluzione che porti la rappresentanza palestinese dalla condizione di "osservatore" a quella di "stato non membro" delle Nazioni Unite. Ciò segue il tentativo fallito dello scorso anno di far pronunciare il Consiglio di Sicurezza dell'ONU circa la loro dichiarazione unilaterale di indipendenza (UDI). E' una faccenda di grande signifato e dall'impatto potenziale considerevole.

lunedì 26 novembre 2012

Ci sono bambini e bambini

Ci sono dei media che proprio ce la mettono tutta per sembrare antisionisti. Spesso sfiorano il ridicolo: quando propongono tesi supportate da prove risultanti farlocche, o di dubbia provenienza. La BBC, Sky News, Reuters, AFP e altri colossi dell'informazione globale, hanno rimediato colossali figuracce durante l'operazione Pillar of Defense; ma non sono stati da meno i vecchi giornali tradizionali - in special modo nelle versioni online, affidati a giornalisti praticanti a digiuno di storia - e i nuovi media. L'Huffington Post è uno di questi: sempre pronto a screditare la difesa israeliana dalla minaccia terroristica di Hamas e delle altre formazioni palestinesi di stanza nella Striscia di Gaza.

domenica 25 novembre 2012

Ma la tregua non durerà molto

Quanto durerà la tregua fra l'Israeli Defence Forces e il terrorismo palestinese di stanza nella Striscia di Gaza? poco, molto poco. Il Sunday Times di oggi cita un alto ufficiale israeliano, il quale sostiene che l'Iran sta spedendo con una certa sollecitudine nuovo missili Fajr-5 verso la Striscia di Gaza. Le minacciose armi arrivano in Sudan circumnavigando la penisola araba; da qui, proseguono verso il deserto del Sinai, ancora fuori dal controllo delle autorità del Cairo, apparentemente incapaci di impedire che esse raggiungano i terroristi di Hamas e del Jihad Islamico.

sabato 24 novembre 2012

Sulla "sproporzione" delle vittime...

Durante e dopo le ostilità coincidenti con l'operazione "Colonna di Difesa", si è alimentata una discussione pelosa circa la "sproporzione" fra vittime israeliane e vittime palestinesi. La questione è esaminata sotto una prospettiva distorta. Per quanto possano risultare ciniche, alcune premesse si rendono necessarie:
1) l'affidabilità delle statistiche: le fonti palestinesi sono di dubbia credibilità, poiché il ministero della sanità è sotto il diretto controllo di Hamas; addirittura, il quartier generale dell'organizzazione terroristica in questi giorni si è localizzato al piano seminterrato dell'ospedale principale di Gaza, costruito ironia della sorte proprio dagli israeliani prima dello sgombero del 2005. Citare vittime poggiando su "fonti palestinesi", come hanno fatto alcuni media, porta a considerazioni errate per eccesso;

venerdì 23 novembre 2012

La fiorente industria di Pallywood

L'industria della falsificazione mediatica palestinese è fiorente e ha prodotto innumerevoli bufale durante l'operazione Pilastro di Difesa. Per loro sfortuna, tutte facilmente smascherate: le colonne di fumo replicate col Photoshop; l'anziana distrutta dal dolore, immortalata in diversi posti, sempre con la stessa smorfia; il moribondo trasportato

Un gesto concreto (e utile)

giovedì 22 novembre 2012

Sul piano mediatico, Israele ha vinto

Mentre l'Iran cerca nuove vie per fornire i terroristi di Hamas di nuove armi e munizioni, più potenti e consistenti di quelle in buona parte (ma non nell'interezza) distrutte dall'esercito israeliano; ci si divide circa i vincitori e vinti di questa "Guerra degli Otto giorni". Il che quantomeno porta a concludere che non c'é nessun vincitore netto e definitivo, e che la questione tornerà ad affacciarsi fra qualche settimana, o al massimo fra qualche mese.
Sul terreno della propaganda, Hamas ha perso: non c'é dubbio.

Pillar of defense: la tregua (temporanea)

Si continua a sparare, da Gaza, verso l'Israele meridionale: oltre 20 missili sono stati sparati dalla Striscia verso Beersheba, Beer Tuvia, Ashkelon, Ashdod, Sderot e i distretti di Eshkol e Shear Hanegev dopo la tregua iniziata ieri alle 21 (20, ora italiana). A Sderot è suonato l'allarme rosso, mentre le scuole resteranno chiuse anche oggi in un raggio di 45 chilometri da Gaza. Questi attacchi si aggiungono ai 1600 che hanno minacciato quattro milioni di israeliani in otto giorni.
E mentre in Israele ci si guarda perplessi circa la sostenibilità di una tregua a cui in pochi credono, a Gaza si festeggia. Ieri un palestinese è morto, e tre sono rimasti feriti, per i "festeggiamenti" a colpi di pistola per le strade. Naturalmente, anche queste vittime saranno conteggiate nelle responsabilità dello stato ebraico; assieme ai sei abitanti della Striscia brutalmente giustiziati su sospetto di collaborazione col nemico.
Qualcuno presto inizierà a tracciare un bilancio di questa operazione. Sul piano mediatico, la sproporzione con cui i giornali e le TV di tutto il mondo hanno affrontato l'ennesimo capitolo della guerra arabo-israeliana è risultata questa volta ridimesionata, grazie all'efficace opera di informazione e di smascheramento da parte dei social network. Ma sul piano della deterrenza, le operazioni condotte dall'IDF hanno rimosso molte minacce - eliminati 30 capi terroristi di Hamas e del Jihad Islamico e 19 quadri; distrutti 980 piattaforme di lancio sotterranee, 140 tunnel clandestini, 42 basi e 26 depositi di armi e munizioni - ma molte rimangono sul campo. Abbiamo appreso che il terrorismo islamico con sede a Gaza dispone dei temibili missili Fajr-5, di fabbricazione iraniana, giunti qui attraverso il Sudan, e dalla gittata tale da raggiungere agevolmente Tel Aviv. La tregua (hudna, in arabo) permetterà ai fondamentalisti di ricostruire le basi, di ottenere nuove munizioni e di tornare più minacciosi e aggressivi di prima. Da questo punto di vista resta da vedere se l'Egitto in effetti impedirà di utilizzare il deserto del Sinai per far affluire nell'enclave palestinese le munizioni iraniane. Non a caso oggi Ahmadinejad si è congratulato per la pausa nelle ostilità: ciò consentirà al regime degli ayatollah di predisporre nuove forniture; e nel frattempo si proseguirà con la realizzazione dell'atomica, mentre il mondo osserverà compiaciuto il microscopico risultato conseguito nel Vicino Oriente.
La tregua è coincisa con l'arrivo al Cairo del segretario di Stato USA Hillary Clinton, la quale ha precisato che «non ci sono alternative a una pace giusta e duratura», dopo aver convinto il Fondo Monetario Internazionale a staccare un corposo assegno da 4,8 miliardi di dollari a favore della traballante economia egiziana. Nel frattempo Obama ricordava che Hamas è un'organizzazione terrorista con cui non bisogna trattare fin quando non riconosceranno Israele, rinunceranno al terrorismo e rispetteranno i precedenti accordi. Ma intanto l'accordo è stato sottoscritto, e pur restando fragilissimo e della durata di una confezione di latte fresco, la novità è che le parti hanno assegnato dignità e legittimazione ad una organizzazione che sia Unione Europea che Stati Uniti tuttora considerano come terroristica. Altro che 15 anni di tregua, come si ventilava qualche giorno fa; altro che riconoscimento dello stato di Israele e pacifica convivenza. La figura barbina ancora una volta rimediata dall'OLP e dall'ANP non consola: Abu Mazen ha un peso politico ormai prossimo allo zero e la guerra fra Hamas e Israele, con la prima che non ha mai abbracciato la questione palestinese, allontanano ulteriormente la creazione dello stato palestinese.

mercoledì 21 novembre 2012

Pillar of Defense, ottavo giorno


18.00.
Stasera, alle 20 ora locale, il segretario di Stato USA Hillary Clinton annuncerà il cessate il fuoco unilaterale deciso da Israele. Lo riporta l'emittente televisiva Channel 1 (H/t: The Muqata).


17.55.
Piazzale Loreto, Gaza:
http://www.youtube. com/watch?v=_M2ncrqJPOw
Immagini troppo cruente per essere viste anche come anteprima.
Se qualcuno proprio ci tiene, basta eliminare lo spazio dopo youtube. e prima di com.
Che dicono le associazioni per i diritti umani?
a questo servivano tutti gli iPhone5 andati a ruba a Gaza qualche settimana fa?


16.35.
Ancora una toccante immagine ci giunge dal Medio Oriente: giustamente chi l'ha distribuita tramite
Twitter prende le distanze fino ad un certo punto, perché è giusto che il mondo conosca le atricità commesse... in Siria.
La bambina è infatti una delle oltre duemila giovanissime vittime del regime brutale di Assad, il cui genocidio passa sempre più inosservato, grazie al diversivo provocato dal terrorismo palestinese e conseguente risposta israeliana.
La bambina è rimasta vittima dei bombardamenti che hanno funestato Aleppo, centro nevralgico della resistenza siriana (H/t: HPmonitor):


15.40.
Il servizio andato in onda sulla TV Al-Aqsa, sotto il controllo di Hamas, che trasmette nella Striscia di Gaza, dopo l'attentato terroristico di questa mattina a Tel Aviv:
«Ecco le scene dei feriti. Con l'aiuto di dio, presto vedremo i corpi infilati nei sacchi neri (quelli dei cadaveri, NdR). Prego Allah onnipotente che vedremo presto i cadaveri. Questo sono per ora le immagini dei feriti sionisti. In questo momento, nelle moschee nella Striscia di Gaza, dai minareti si levano urla "Allah akbar" e di gioia, mentre gli abitanti della Striscia ringraziano in ginocchio il Signore. Il morale in questo momento è al cielo, e sale come i missili della resistenza».
Signori, questo è il terrorismo. Mai sentiti essere umani compiacersi per la morte provocata ad altri esseri umani.


14.52.
L'attentato terroristo di questa mattina a Tel Aviv sarebbe stato rivendicato dalle Brigate dei martiri Al-Aqsa, braccio militare di Al Fatah. Il partito di Abu Mazen, il "moderato" che si appresta a chiedere il riconoscimento di stato alle Nazioni Unite. Questo spiegherebbe la perplessità compiaciuta di Hamas, che loda l'attentato senza essersene assunta la paternità.


11.18.
Almeno dieci feriti (tre gravi) secondo la Croce Rossa israeliana, nell'esplosione dell'autobus a Tel Aviv. Sembra più probabile la matrice terroristica.
Si parla di un attentatore suicida.
La notizia è stata accolta da festeggiamenti nella Striscia di Gaza, secondo il canale arabo della BBC.
Secondo
Muqata, la bomba è stata piazzata a bordo dall'attentatore prima di dileguarsi, ma non sarebbe esplosa completamente.
I feriti ora sono 15-20, di cui almeno 5 in condizioni serie o gravi.
E' caccia all'attentatore. Blocchi stradali contornano la scena del crimine.


11.15.
Come è morto veramente il figlio di Jihad Mishrawi, il giornalista arabo della BBC...


09.45.
Il video che raffigura le vittime delle "esecuzioni" di Hamas di ieri, a Gaza, su sospetto di "collaborazione con il nemico" (H/t: Challah hu Akbar). ATTENZIONE: IMMAGINI MOLTO FORTI.


09.30.
Continua l'atteggiamento grossolano dei media, divisi fra mistificazione della realtà e pressapochismo davvero poco professionale, anche dato il momento. Questa mattina Yahoo! News riportava l'immagine di bambini che si rifugiavano in una conduttura di cemento. Bambini palestinesi, precisava la prima versione dell'articolo, sottintendendo un attacco israliano: ciò, malgrado l'evidenza contraria del contesto in cui è stata scattata la foto.
Le segnalazioni piovute devono aver mosso a pietà il titolista, che ha rimosso "Gaza", definendo le vittime terrorizzate genericamente "bambini". Ma, come sempre, qualcosa pur sempre resta... (H/t: Another Mudpit)


08.40.
Ironia della sorte: gruppetto di arabi manifestano davanti all'Università Ebraica di Gerusalemme, quando sono dissuasi dall'ennesimo missile sparato da Hamas.
Per loro fortuna, non hanno nulla da obiettare nei confronti dei rifugi anti-missile gentilmente messi a disposizione dal governo israeliano (H/t: Israellycool).

martedì 20 novembre 2012

Pillar of Defense, settimo giorno


18.55.
E' morto il soldato israeliano riservista gravemente ferito questa pomeriggio da un missile sparato da Gaza verso l'area meridionale di Israele.
Si chiamava Yosef Fartuk, caporale di 18 anni.

18.30.
E' tempo di regolamento di conti a Gaza. Un palestinese, sospettato di essere un "informatore" di Israele, è giustiziato sommariamente e poi trascinato per le vie della città incatenato ad uno scooter (H/t: Elder of Zyion).
Sorte analoga è toccata ad altri cinque palestinesi, uccisi con un colpo d'arma da fuoco. Il sospetto nasceva dalla detenzione di «materiale ad alta tecnologia e apparecchiature di ripresa per effettuare filmati delle postazioni» (telefonini di ultima generazione, insomma).

16.45.
Quando i missili palestinesi erano «solo innocui petardi»...

16.15.
Uomini a bordo di motocicli a Gaza trascinano il corpo di un altro palestinese, all'urlo «sei una spia"» (H/t: Anderson Cooper).

15.40.
Bambini nel sud di Israele "giocano" alla guerra, trovando immediatamente rifugio al suono di una sirena virtuale. E' un "gioco" che mostra come la quotidianità della minaccia terroristica è entrata a far parte della vita di tutti. Anche dei bambini. Scioccante.

15.22.
I volantini lanciati dal cielo dall'aviazione israeliana, con cui si mette in allerta la popolazione civile dei quartieri orientali di Gaza, soprattutto evitando i membri di Hamas e le loro installazioni belliche (H/t: Muqata).
Si intensificano nel frattempo gli attacchi terroristici: oltre 100 missili sono già stati sparati oggi.
Nel frattempo sei palestinesi sono stati giustiziati oggi da Hamas sulla piazza pubblica di Gaza, sospettati di spionaggio a favore di Israele. Vittime che quasi sicuramente saranno "contabilizzate" come di responsabilità dello stato ebraico.

14.52.
L'IDF sta invitando la popolazione civile di alcune aree di Gaza di evacuare in tempi rapidi. Lo riporta Channel 2. Ciò potrebbe dare il via alle operazioni di terra, nel momento in cui il presidente egiziano Morsi continua a ritenere prossima una tregua (in base a quale elemento non si sa: i terroristi hanno respinto i termini del cessate il fuoco proposto dal governo israeliano).

14.37.
Secondo Muqata, almeno un palestinese del West Bank sarebbe rimasto ucciso dal missile sparato da Gaza, e diretto verso Gerusalemme.

14.15.
Il missile sparato da Gaza verso Gerusalemme, è precipitato in un villaggio del West Bank, non lontano da Betlemme. La Magen David Adom (Croce Rossa israeliana) ha già offerto il suo soccorso alle famiglie palestinesi raggiunte dall'attacco partito da Gaza. L'attacco è giunto mentre il segretario generale dell'ONU è in visita presso la capitale israeliana.
Nessuna voce di condanna dal mondo arabo, per l'aggressione di quella che è ritenuta la terza città santa al mondo, dopo la Mecca e Medina.
Fonte foto: The Muqata.

12.30.
Immagini di minacciosi e sanguinari elementi dell'esercito "sionista"...

12.03.
Disponibile ora, per gli spacciatori di bufale, la nuova banca immagini "Orrore dalla primavera araba", con migliaia di foto di donne, bambini e civili arabi uccisi dalla repressione di Assad e altri tiranni, a beneficio dei terroristi palestinesi e della loro opera di mistificazione e disinformazione.
Il software più impiegato dalla BBC, dalla CNN, dal New York Times, dal Guardian e da innumerevoli altre testate mondiali. Gli utenti di Facebook lo adoreranno per la sua versatilità e per la disponibilità di immagini fasulle con cui diffamare lo stato di Israele (H/t: JudgeDan48).

12.01.
Il canale televisivo israeliano Channel 2 riporta che Hamas ha respinto i termini della proposta del governo israeliano per il cessate il fuoco (H/t: The Muqata).

11.40.
Tre giorni fa studiava all'università. Oggi è stato richiamato dall'esercito, per gestire il sistema Iron Dome che protegge Israele dagli attacchi del terrorismo palestinese (H/t: David Pacifici).

10.58.
Ulteriore aggiornamento (fonte: JPost). Il responsabile dell'aggressione ai danni della guardia all'esterno dell'ambasciata USA a Tel Aviv, ha 41 anni, ed è ebreo israeliano, non arabo, come inizialmente ritenuto.

10.50.
Fra le condizioni che Hamas e Jihad Islamica pongono per sospendere gli attacchi terroristici, c'è la richiesta di rimozione del blocco navale al largo delle coste di Gaza. Per l'Iran deve risultare eccessivamente dispendioso far arrivare armi e munizioni dal Sudan...
Altrettanto irrealistico ipotizzare che sarà accolta la richiesta israeliana di un cessate il fuoco per almeno 15 anni.

10.20.
Attentato nei pressi dell'ambasciata USA a Tel Aviv: un uomo, di origine araba, ha aggredito una guardia con un'ascia. La guardia è leggermente ferita ad una gamba. Lo riporta la radio israeliana.
Channel 2 invece riporta un aggressione con arma da fuoco.
Nuovi dettagli sopraggiungono: l'uomo era armato di pistola, ma non ha aperto il fuoco. Ha invece ferito ad un gamba l'agente, che ha sparato in aria colpi a scopo intimidatorio. L'uomo è stato arrestato dalla polizia.

10.15.
«Mi raccomando, mettete a posto la vostra cameretta prima di cena». Poveri ragazzini: l'hanno fatto, prima di trovare riparo nei rifugi antimissile di Beer Sheva. Per loro fortuna.

09.55.
Uno dei missili palestinesi piovuti questa mattina su Beer Sheva hanno colpito in pieno un'auto, per fortuna vuota, distruggendola. Ferito un passante.

09.37.
L'IDF rende noto che oltre 120 camion, carichi di generi alimentari, beni di prima necessità e aiuti umanitari, sono fermi al valico di Kerem Shalom al confine sudoccidentale con Gaza. Non possono entrare perché Hamas continua a bombardare i valichi, impedendo il transito delle merci.

09.12.
L'emittente televisiva Channel 2 riporta che sono 22 oggi i missili sparati verso la città meridionale di Beer Sheva. Alla faccia della tregua.

09.05.
Da quando Israele ha sgomberato Gaza, nel 2005, si sono moltiplicati gli attacchi nei confronti delle città meridionali dello stato ebraico; fino all'operazione Piombo Fuso, a cavallo fra il 2008 e il 2009. L'azione deterrente ha ridotto gli attacchi del terrorismo palestinese, fino all'escalation di quest'anno, che ha reso necessario ed inevitabile un nuovo intervento militare.

08.35.
Fonti citate dall'AFP rivelano che le operazioni di terra da parte dell'esercito israeliano sono rimandate nel tempo, mentre il segretario di stato USA Hillary Clinton è in viaggio verso Gerusalemme e il Cairo. Continuano i bombardamenti dell'Israele meridionale.


lunedì 19 novembre 2012

Pillar of Defense, sesto giorno


17.45.

Un altra bufala, anche stavolta prontamente segnalata. Il blogger "Dylan" spaccia oggi per vittime palestinesi, padre e bambino uccisi dalla repressione siriana di Assad. Si notino le date: 19 novembre, e 6 settembre. A meno che si creda nella reincarnazione, si tratta delle stesse persone (H/t: BDS Gone Bad).

17.30.

IDF impegnato su due fronti: mentre combatte il terrorismo di Hamas, della Jihad Islamica e delle altre formazioni estremiste che lanciano attacchi nei confronti delle città israeliane; al tempo stesso si assicura che la Striscia di Gaza sia rifornita periodicamente di generi alimentari, medicinali e generi di prima necessità.

17.25.
«Nuovo falso fotografico, questo proprio casereccio. Bambino palestinese ferito come si pretende? No, bimbo ebreo di Kiriat Malachi (lo stemma della città è in altro a destra) dove un guasto momentaneo del sistema antimissile ha permesso a un missile palestinese di passare: Tre morti e molti feriti, uno quel bambino» (H/t: David Pacifici).

16.10.
Regola numero uno di un conflitto militare: non risiedere nei luoghi in cui si nasconde il vertice di una delle due parti in battaglia; specie se ci si trova gomito a gomito con un pericoloso capo terrorista (a meno che se ne condividano le "ragioni"; ma in tal caso, spogliarsi degli abiti di giornalista e proclamarsi militante).
Da notare comunque come l'unica vittima della esecuzione sia stato l'obiettivo. Rimanendo illesi tutti gli altri giornalisti e addetti stampa. Quando si dice "precisione chirurgica". Ma cosa ci facevano quei giornalisti in un covo di terroristi? scudi umani? o ne raccoglievano l'intervista in (poca) esclusiva?

15.42.
Secondo fonti palestinesi, sarebbe stato colpito il comandante militare della Jihad Islamica Ramiz Ha'adiv (H/t: The Muqata).

15.20.
L'inviata di Al Jazeera English ad Ashkelon, Israele meridionale, in diretta mentre piovono i missili partiti da Gaza.

14.50.
L'esercito e l'aviazione israeliani hanno delle precise regole di ingaggio, che permette di non rispettare gli ordini se essi sono in conflitto con il salvataggio di vite umane.
In questo video lo strike di un obiettivo militare è ritardato fino a quando si ha la sicurezza che nessun passante si trovi nei paraggi. Una volta raggiunta questa condizione, il deposito di munizioni è colpito, coinvolgendo nell'esplosione un altro deposito contiguo.

12.00.
Lo stadio di Gaza City usato come piattaforma di lancio dei missili che colpiscono Israele. Dal walfare al... warfare.

10.52.
Gli ospedali israeliani continuano a curare decine di malati e feriti palestinesi: «sono accompagnati dai familiari. E' assurdo che mentre facciamo questo, allo stesso tempo siamo sotto attacco; ma non c'è altro da are. Ci siamo abituati».
Sul Jerusalem Post.

10.15.
Viva la sincerità: c'è in Italia chi manifesta tutta la sua adorazione per il partito nazista siriano (si noti sullo sfondo una svastica stilizzata), per l'appoggio che fornisce ai terroristi di Hamas a Gaza.
Che poi la Siria abbia massacrato centinaia di palestinesi nei campi profughi; su questo si può comodamente sorvolare...

H/t: OPAW.

09.55.
BBC colta di nuovo in flagrante. Questa volta il mistificatore è John Donnison, che ha riproposto ai suoi
follower su Twitter una immagine straziante di una bambina priva di vita. L'immagine è stata proposta originariamente da un "giornalista e attivista sociale". Foto lancinante e dolorosa.
Peccato però che ancora una volta non provenga da Gaza. Bensì dalla Siria. Dove 2438 bambini sono stati uccisi dalla repressione di Assad. Bambini di cui non si interessa alcuno, fino ad oggi, quando le loro immagini sono utilizzate dai media per illustrare le loro corrispondenze di guerra farlocche.
La foto è stata scattata lo scorso 28 ottobre:
C'è di peggio della disinformazione, ed è la mala fede.

H/t: BBC Watch.

09.45.
Oggi scuole chiuse nel raggio di 40 chilometri di Gaza.
Una di queste, ad Ashkelon, è stata appena raggiunta da un missile sparato dai terroristi palestinesi, non intercettato da Iron Dome.
Da queste parti i bambini non sono usati come scudi umani.

07.10.
«Tutte le nostre armi provengono dall'Iran», ammette Ziyad Nahala, vice comandante della Jihad Islamica, in un'intervista alla TV egiziana riportata da Israel National News.
Le armi sono imbarcate nei porti iraniani, circumnavigano la penisola araba e giungono nel Sudan, da dove partono per il deserto egiziano, entrando nella Striscia di Gaza tramite il Sinai in mano agli estremisti islamici.
Ciò suggerisce che l'eventualità di una tregua (che in arabo assume tristemente il nome di
hudna, vale a dire una pausa utile per ricostruire le forze e sferrare nuovi e più proficui attacchi) con Hamas, non eliminerebbe la minaccia terroristica, che sarebbe perpetrata ulteriormente da Jihad Islamica, Comitato di Resistenza Popolare (PRC), FPLP e altre sigle numericamente minori, ma non meno violente.

domenica 18 novembre 2012

Pillar of Defense, quinto giorno


18.00.
Secondo il Sunday Times, forze speciali di terra israeliane sarebbero già entrate nella Striscia di Gaza. Lo riporta il Times of Israel.
Il timore è che i terroristi potrebbero cadere nel panico, armando le testate dei missili siriani Fajr-5 con munizioni chimiche per rovesciare le sorti del conflitto.

17.26.
Si preparano le operazioni di terra. Secondo Daniele Raineri, le incursioni avverranno da nord attorno a Gaza City, e da sud, dalle parti di Khan Younis.

17.23.
Un altro brillante colpo nella lotta al terrorismo è stato inferto. Oggi l'esercito israeliano ha eliminato Yahyia Byya, responsabile capo del programma missilistico dell'organizzazione terroristica palestinese che governa la Striscia di Gaza. Lo riporta il Jerusalem Post. La maggior parte degli attacchi verso l'Israele meridionale erano di sua diretta responsabilità.

17.20.
Giunge la conferma definitiva della causa della morte di Mahmoud Sadallah, il bambino palestinese di quattro anni baciato sulla fronte dal primo ministro israeliano. Lo rivela Honest Reporting, che riporta un articolo del Telegraph, secondo cui appunto la morte sarebbe dovuta ad un missile palestinese difettoso, ricaduto a Gaza. Conferme giungono dal Palestinian Centre for Human Rights.

17.00.
Il Corriere annuncia indignato: a Gaza 50 morti. Arrotondando per eccesso le stime di fonte palestinese: 42 vittime accertate e riportate. Sorvolando sulla credibilità delle fonti (il ministero della sanità è sotto il diretto controllo di Hamas, che ha quartier generale al piano -2 del policlinico costruito a suoi tempo dagli israeliani), sul fatto che siano quasi tutti terroristi, sull'uso ammesso e disinvolto di donne e bambini come scudi umani, sulle morti provocate dai missili palestinesi difettosi che tornano indietro, sulle vittime contabilizzate, ma perite in altri conflitti e spacciate per "fresche". 50 morti. Poco più lontano, in Iran, 81 persone hanno subito una condanna a morte questo fine settimana. Silenzio. In Siria 40 mila morti in poco più di un anno e mezzo. Silenzio.

16.55.
Negli ultimi quattro giorni 99 missili sparata da Gaza, sono ripiombati sulla stessa Gaza, cagionando morti e feriti. Hamas spende il denaro per armamenti sempre più devastanti, ma non ha alcun interesse a costruire rifugi per la popolazione civile, che anzi impiega deliberatamente come scudi umani.

11.25.

Vita nei rifugi antimissile. Ai bambini è insegnato ad intonare canzoni al ritmo delle sirene che suonano l'allarme. Anche il gioco serve a sconfiggere la paura e l'ansia.

10.50.
Malgrado gli scontri, l'esercito israeliano ha gestito oggi il transito di 124 camion dallo stato ebraico alla Striscia di Gaza. I veicoli contengono generi alimentari, prodotti caseari, farmaci, tessuti, combustibili, materiali da costruzione, giocattoli e aiuti umanitari.

H/t: Avital Leibovich.

10.40.
Donna israeliana prega mentre è al riparo in un rifugio.

H/t: Avital Rachel.

10.30.

Stike aereo colpisce una piattaforma di lancio nelle immediate vicinanze di una moschea, rimasta del tutto illesa. Perché Hamas nasconde le rampe di lancio nei pressi di aree così frequentate?

10.15.

«Sì, è vero, usiamo donne e bambini come scudi umani. Desideriamo la morte, come loro adorano la vita». E ne sono pure orgogliosi. Si capisce: forniscono materia prima ai media occidentali, che potranno denunciare la morte di bambini e innocenti.

Per memoria:
Convenzione di Ginevra, articolo 7: «La presenza o il transito di popolazione civile non deve essere utilizzata per rende certi punti o aree immuni da operazioni militari, in particolar modo allo scopo di proteggere o fare scudo a obiettivi militari da attacchi, o per favorire o impedire operazioni militari».

Piccoli palestinesi vittime del fuoco amico

Nuovo scivolone dei media internazionali, ingannati nelle loro corrispondenze dalla propaganda palestinese (ma la verifica delle fonti non è un principio supremo del giornalismo? non basta giustificarsi sostenendo «noi non sapevamo...»).
Mahmoud Sadallah, il bambino di Gaza di 4 anni rimasto ucciso qualche giorno fa, e baciato sulla fronte da un primo ministro egiziano stravolto e adirato; non è morto per mano di Israele, ovviamente. Secondo una credibile ricostruzione, è rimasto ucciso da un missile palestinese, ricaduto a Gaza.
Lo ammette una fonte non sospettabile di parzialità come il New York Times, che venerdì riconosceva la responsabilità del terrorismo palestinese nella morte del piccolo Mahmoud: «non è chiara la responsabilità dello strike di Annazla (la città nel nord della Striscia di Gaza dove è stata registrata la tragica morte, NdT): i danneggiamenti non sembrano provocati da un F16, il che aumenta le probabilità che un missile errante sparato dai militanti palestinesi sia il responsabile delle morti». L'esplosione è avvenuta mentre l'esercito israeliano rispettava la tregua concordata in concomitanza con la visita ufficiale del primo ministro egiziano. Rincara la dose l'Associated Press, che rileva: «la famiglia di Mahmoud afferma che il ragazzino era nelle vicinanze della loro abitazione quando è morto, assieme ad un uomo di 20 anni, ma nessuno ha testimoniato di uno strike aereo. L'area mostra segni di un proiettile esploso da queste parti, con le schegge conficcate nelle pareti delle abitazioni vicine, e con le finestre della cucina in frantumi. Ma i vicini testimoniano che la polizia locale ha rapidamente rimosso i resti del proiettile, rendendo impossibile verificare la provenienza del medesimo».
Evidentemente, se il proiettile fosse stato sparato dall'aviazione israeliana, i resti sarebbero stati mostrati al mondo intero. La controprova è offerta dal PCHR, organizzazione di parte, che non include Mahmoud Sadallah fra le vittime palestinesi. Il cessato il fuoco non è stato rispettato dai terroristi palestinesi, il che chiude definitivamente il cerchio.

H/t: Elder of Zyion.

sabato 17 novembre 2012

Pillar of Defense, quarto giorno


23.55.

No, non è a Fuorigrotta...

23.15. Secondo un sondaggio dell'emittente israeliana Channel 10, il 91% degli intervistati appoggia la decisione del governo di rispondere finalmente al terrorismo palestinese.
Il 20% della popolazione israeliana è araba.
Se TUTTI gli ebrei (80% della popolazione) sono favorevoli - ed è un grosso SE, in Israele - vuol dire che più della metà degli arabi che vi abitano appoggia la decisione di affrontare di petto il terrorismo.

20.15. Il reporter dell'americana ABC va controcorrente, e segnala che gli attacchi di Hamas sono condotti nelle immediate vicinanze di aree densamente popolate («militants are firing from areas in close proximity to residential areas»).
20.05.
Ancora la BBC, che sul suo sito offre in apertura la copertura degli scontri fra i palestinesi di Hamas e l'esercito israeliano. Tutti sono a conoscenza della gragnola di missili sparati dalla Striscia verso l'Israele meridionale negli ultimi giorni; ma l'emittente britannica ricorre a sbiadite immagini di repertorio per propinare ai lettori l'immagine romantica ma fuorviante di un giovanotto palestinese che affronta i carri armati israeliani (fermi nel frattempo nelle autorimesse) con una fionda rudimentale. Golia, dopotutto, era di queste parti...

H/t: Yaacov Lozowick.

19.55.
Nuovo scivolone della BBC, quella del filmato del finto moribondo miracolosamente ripresosi dopo trenta secondi (e poco prima del direttore generale dimessosi per aver coperto un caso di pedofilia): l'emittente britannica fornisce lezioni di moralità a
Twitter - che denuncia e bandisce le istigazioni alla violenza - suggerendo di rimuovere l'account del braccio armato di Hamas; al contempo silenziando il flusso di informazioni che provengono dal portavoce dell'esercito israeliano. La verità fa male...

19.15.
Secondo alcuni analisti politica, il tentativo di Hamas di disinformare in modo così plateale, rifletterebbe un progressivo indebolimento.

19.05.
Vita quotidiana all'interno dei rifugi anti-missili nell'Israele meridionale.

18.35. Negli ultimi tre giorni 737 missili sono stati sparati dalla Striscia di Gaza nei confronti di Israele: 492 hanno raggiunto l'obiettivo, 245 sono stati intercettati dal sistema difensivo dell'Iron Dome.
18.00. 22 giornalisti stranieri, fra cui 9 italiani, sono "temporaneamente bloccati" a Gaza. Ci sono anche giapponesi, canadesi, un sudcoreano e un francese. Lo rende noto il ministero degli Esteri israeliano.
Hamas non consente loro di lasciare la Striscia di Gaza, per recarsi in Egitto e tornare in patria.
Questa grave violazione dei diritti umani malcela il tentativo dell'organizzazione terroristica di condizionare e intimidire la stampa.
Nel frattempo, il valico di Erez, che collega lo stato ebraico all'enclave palestinese, continua ad essere aperto, e a favorire il transito di giornalisti stranieri, diplomatici, e di aiuti umanitari alla popolazione civile.

Quanti palestinesi sono uccisi dai colpi di Hamas?

La guerra che Hamas ha dichiarato sin dalla sua costituzione* ad Israele, intensificatasi quest'anno - oltre 1400 fra missili, razzi e colpi di mortaio sono piovuti sulle teste degli israeliani - e in particolar modo nelle ultime settimane; è una guerra che si combatte anche sui media. Questa volta, a differenza dei conflitti precedenti, ci pensa il web e i social network a smascherare le bufale e le mistificazioni della propaganda palestinese, felicemente propagata dai distratti o compiacenti media occidentali. E così, il bambino palestinese ucciso, si scopre è che morto per un colpo partito da Gaza e piovuto... a Gaza; l'uomo trasportato dai soccorritori, si riprende miracolosamente 30 secondi dopo, sempre sotto l'obiettivo dell'incauto cameraman della BBC; l'immagine straziante del padre che abbraccia il figlio morto, risale ad ottobre ed è stata scattata in Siria, non nella Striscia (magari il povero bambino sarà anch'egli palestinese, ma quelle vittime non interessano a nessuno); la bambina gravemente ferita e il cui volto è pixelizzato, è in realtà israeliana, e non palestinese (ma quando le immagini reali mancano, ci si arrangia come si può; tanto il committente non va tanto per il sottile); e così via...
Ad un certo punto sorge il forte sospetto che le vittime non militari delle operazioni israeliane siano mistificazioni: «secondo fonti palestinesi», è la cauta ma ipocrita premessa delle corrispondenze; trascurando che lo stesso ministero della sanità dell'enclave palestinese è sotto il diretto controllo di Hamas. Tuttavia, le veline prodotte diventano materia prima per le agenzie di stampa, dalle quali attingono a loro volta giornali e televisioni di tutto il mondo. Omettendo accuratamente di verificare la fondatezza della notizia, o di controprovarla ascoltando la controparte (e sì che la precisione chirurgica con cui sono state finora condotte le operazioni sugli obiettivi militari, consentirebbe all'esercito israeliano anche di azzeccare taglia e colore delle mutande dei terroristi palestinesi).
L'impeccabile Elder of Zyion cerca di fornire una prima risposta all'interrogativo iniziale. Naturalmente parziale: ad altri bisognerebbe porre il quesito. Ma sufficiente a far riflettere: la maggior parte delle vittime degli attacchi palestinesi di questi giorni sono gli stessi palestinesi. E d'altro canto, i maggiori beneficiari della rimozione di Hamas sarebbero senza dubbio gli stessi abitanti della Striscia di Gaza, senza alcun dubbio.

I gruppi terroristici di stanza a Gaza hanno sparato oltre 340 missili verso Israele da venerdì. Ma quanti di essi sono ricaduti su Gaza? L'ultimo Gaza NSO Safety Report, pubblicazione bimensile, nota che nella seconda metà di ottobre 59 missili sono stati sparati dal nord della Striscia; di questi, otto non hanno raggiunto il bersaglio, o sono esplosi sulla piattaforma di lancio.
Storicamente, fra il 15 e il 30% (e alle volte, anche il 40%) dei missili palestinesi non raggiungono Israele. E molti gazani sono rimasti uccisi o feriti da questi "incidenti": di recente ha perso la vita la piccola Hadeel Haddad, di appena 18 mesi, a giugno, e un'altra vittima infantile risale ad agosto 2011. In entrambi i casi, il governo di Gaza ha mentito, sostenendo che siano state vittime degli strike israeliani.
Analogamente, nell'attacco con i razzi che precedette l'operazione Piombo Fuso - questo in pochi lo ricordano - due ragazze sono state uccise da un Qassam. Una scuola dell'UNRWA è stata colpita lo scorso dicembre. E l'elenco prosegue...
Se solo il 20% dei razzi sparati di recente, ed è una stima conservativa, sono ricaduti su Gaza, ciò vuol dire che possiamo stimare che oltre 65 razzi sono precipitati sulla Striscia soltanto negli ultimi tre giorni! e non è escluso che il dato sia anche più elevato.
Quante persone sono rimaste uccise? quante case danneggiate? quanti feriti riportati?
Non lo sapremo mai, perché Hamas farà di tutto per assicurarsi che morti e feriti siano addossati ad Israele, così come hanno fatto per la morte di Hadeel Haddad e di altre vittime simili.
Date un'occhiata alle esplosioni secondarie di un recente strike dell'aviazione israeliana:

I depositi di missili e munizioni sono spesso ospitati in zone residenziali ad uso civile. Le esplosioni secondarie spesso sono di impatto analogo a quello degli strike aerei. Non si può escludere che gli effetti di queste detonazioni delle munizioni di Hamas colpiscano la popolazione civile (La Convenzione di Ginevra attribuisce a chi si crea scudi umani la responsabilità della loro vita, NdT).
Qual è la conclusione? tutto ciò vuol dire che prima di affermare che donne e bambini siano rimasti vittima dei missili israeliani, i giornalisti dovrebbero appurare la fondatezza delle accuse. E qualora non fossero in grado di farlo, lo dovrebbero ricordare. Perché è molto probabile che molti dei civili rimasti vittima muoiono a causa delle munizioni o delle armi che i terroristi di Hamas nascondono fra le case e le installazioni civili.
Fonte: Elder of Ziyon.

* «L’Ultimo Giorno non verrà finché tutti i musulmani non combatteranno contro gli ebrei, e i musulmani non li uccideranno, e fino a quando gli ebrei si nasconderanno dietro una pietra o un albero, e la pietra o l’albero diranno: 'O musulmano, o servo di Allah, c’è un ebreo nascosto dietro di me – vieni e uccidilo» (Statuto di Hamas, articolo 7).

venerdì 16 novembre 2012

Pillar of Defense, terzo giorno


19.50

Vita di tutti i giorni nell'Israele meridionale.

19.40
Catherine Ashton (Alto Commissario per gli Affari Esteri dell'UE): «Hamas rocket attacks totally unacceptable & must stop, Israel has right to protect its population».
Come a dire: meglio tardi che mai

18.45 Channel 2: mobilitati 75 mila riservisti per operazioni di terra. 18.05 Secondo un comunicato rilasciato dalle "brigate dei martiri Al Qassam", il nuovo missile sparato oggi contro Gerusalemme, e denominato M-75, prende il nome dalla gittata massima potenziale: 75-80 chilometri.
Tel Aviv, ad una cinquantina di chilometri da Gaza, sarebbe tranquillamente raggiungibile.
Sembra un invito provocatorio ad avviare le operazioni di terra senza indugio.

17.30
«Rifugiarsi dietro ai civili, e proteggere i civili».
Durante il corso delle operazioni, l'IDF ha annullato lo strike quando civili erano nelle vicinanze degli obiettivi militari.

16.05 Sirene udite a Gerusalemme. Nemmeno la capitale è al sicuro.
Hamas rivendica il lancio di un Qassam potenziato, denominato M-75.

15.40 Un missile, proveniente da Gaza, ha raggiunto la cittadina di Kiryat Malachi, nell'Israele meridionale, mentre si celebrava il funerale di Itzik Amsalem, ucciso dal terrorismo palestinese. Il missile è fortunatamente stato intercettato dall'Iron Dome e non ha potuto fare vittime.
La tregua concordata per l'arrivo nell'enclave palestinese del primo ministro egiziano, è stata rotta dagli estremisti islamici, che hanno ripreso a colpire lo stato ebraico mentre era in corso la visita ufficiale.
L'Unione Europea, che ha inserito Hamas nella lista nera delle organizzazioni terroristiche, per bocca del responsabile della politica estera definisce «inaccettabile» gli attacchi provenienti da Gaza.

12.40 Un arabo residente a Gaza è stato giustiziato questa mattina da Hamas, su sospetto di aver trasmesso informazioni ai servizi segreti israeliani (Fonte). Insomma, è stato ammazzato perché sospettato di essere una spia. Senza alcun processo. Se ne ignora l'identità. Si attende ferma risposta da parte delle organizzazioni per i diritti umani.
12.35

Le brigate di Al-Quds, formazione estremista islamica, lanciano attacchi ripetuti verso Israele dal centro abitato di Gaza. La zona in questione è circondata da abitazioni in cui vivono i civili. La Convenzione di Ginevra attribuisce a chi si crea scudi umani la responsabilità della loro vita.

11.25

Matrimonio a Beer Sheba, interrotto dai missili palestinesi.
Surreale le note di Sunday Morning, illuminate da 12 "razzetti artigianali", di cui dispone in abbondanza Hamas. Che così saluta festante la nuova famiglia.

11.05 Missile palestinese colpisce veicolo con a bordo giornalisti di Associated Press e Reuters. Forse sarà il colpo che risveglierà i media internazionali dal sonno e dalla faziosità. Notizie più obiettive e non più di parte? staremo a vedere...
10.10

La disinformazione corre anche su Twitter: le bridate Ezzedin Al Qassam, braccio armato di Hamas, hanno appena diffuso una foto straziante di un padre che abbraccia un bambino ammazzato.
Ma si tratta di una mistificazione: la foto risale allo scorso 25 ottobre, ed è stata
scattata in Siria. Riposa in pace, piccolo angelo...

09.33

Missili piovono su Beer Sheva, nell'Israele meridionale. E non certo da oggi...

09.25

L'aviazione israeliana colpisce i depositi sottorranei di armi e munizioni palestinesi. Si notino le "esplosioni secondarie", e successive allo strike.
Da quando è iniziata l'operazione, sono state colpite 500 installazioni belliche dei terroristi (250 soltanto la scorsa notte), oltre 300 missili hanno colpito Israele, d cui 100 sono stati intercettati da Iron Dome.
Daniele Raineri annota: «Nella prima settimana di Piombo Fuso, Hamas riuscì a lanciare 44 razzi al giorno in media. Oggi siamo già a 300 – e arrivano più lontano». Evidente l'appoggio bellico dell'Iran.

Come è bello fare il corrispondente di guerra... a Gaza

Quando un giornalista arriva in Medio Oriente (che poi è un modo generico per definire Israele e territori palestinesi: sono anni che non si vedono giornalisti arrivare in Siria, malgrado i 40 mila morti ammazzati, se non per rendere omaggio al macellaio di Damasco Assad), dove sceglie la propria base: in Israele o a Gaza? ma a Gaza, naturalmente!
Centra probabilmente la proberbiale parsimonia degli israeliani: «vieni in Israele per fare un servizio? fatti pagare le spese dal tuo giornale! io funzionario del governo di Gerusalemme devo pagare anche la telefonata che ti faccio per prendere un appuntamento». I palestinesi invece sono così carini e disponibili, da ospitarti a loro spese negli alberghi più lussuosi, e magari ci scappa anche un lauto pranzo e una... coperta. A quel punto, è difficile sottrarsi alle richieste dei terroristi di mettere in scena una finta emergenza a beneficio degli ingenui telespettatori occidentali: no, dopo una intera giornata ospite dei gentili "militanti" palestinesi.
Battute a parte, c'è un altro motivo che spiega perché i media si stabiliscono nella "prigione a cielo aperto" di Gaza, anziché nell'Israele meridionale. Il lettore lo ha già intuito: fare compagnia al milioni di sfortunati israeliani che dall'inizio dell'anno hanno beneficiato di una pioggia di 1300 fra razzi, missili e colpi di mortaio, comporta qualche rischio di non portare a casa la pellaccia; stabilirsi nella Striscia di Gaza comporta pochi rischi, data la nota capacità chirurgica dell'aviazione israeliana di colpire gli obiettivi terroristici, e non i civili. Per cui, a meno che si ignorino gli inviti ad non frequentare troppo da vicino i terroristi e le loro installazioni belliche, il rischio è decisamente inferiore.
Eloquente la testimonianza di Jodi Rudoren del New York Times, che scrive dalla suite del Al-Deira Hotel sulla sua pagina Facebook, e che riporta le testimonianze della sua collega Harriet Sherwood del Guardian, ospite dello stesso albergo.
Comodo fare così i corrispondenti di guerra...

giovedì 15 novembre 2012

Pillar of Defense, secondo giorno

14.55
Disinformazione a tutto spiano: Sky News mostra una foto del sistema difensivo "Iron Dome", che ha intercettato 80 dei 130 missili piovuti sull'Israele meridionale, e lo dipinge come offensivo: «I militari israeliani... lanciano un missile verso la Striscia di Gaza».
Sebbene sia molto costoso (50 mila dollari per batteria), Iron Dome non ha alcuna possibilità di raggiungere la Striscia di Gaza. Il suo unico scopo è quello di impedire che missili che provangano da lì, possano colpire e uccidere le famiglie israeliane.
Ma la guerra si combatte anche con i media, come sanno bene alla BBC.
.

H/t: Honest Reporting.
14.20
Miracolo a Gaza: un uomo è soccorso dopo essere stato mortalmente ferito,
davanti alle telecamere della BBC...
...e trenta secondi dopo è in piedi, in piena salute!
Sono i prodigi della presenza delle troupe televisive!

H/t: Elder of Ziyon.
14.15
Scene di vita quotidiana, nell'Israele meridionale.

12.05
«Hanno cominciato prima loro».

11.45

L'aviazione israeliana lancia volantini verso la popolazione civile di Gaza, esortandola ad allontanarsi dai terroristi e dalle rampe di lancio dei missili.
Altrettanto non è stato fatto dai terroristi palestinesi, quando questa mattina un missile ha centrato una abitazione nell'Israele meridionale, provocando tre morti, fra cui un bambino
.
10.35

09.35
La casa colpita dall'attacco palestinese di questa mattina, a Kiryat Malachi, 20 chilometri da Ashdod. Ufficialmente, si contano tre morti e un bambino ferito gravemente.
Nelle ultime 24 ore, 133 missili sono stati sparati da Gaza.

09.00.
«Hamas ha la capacità di lanciare missili che possono coprire il 25% del territorio israeliano. Se un gruppo terrorista lanciasse missili dal Messico sul 25% del territorio degli Stati Uniti, ecco quale sarebbe l'area interessata» (clicca per ingrandire).
08.40. I volantini lanciati dal cielo sulla popolazione di Gaza recitano:
«Importante annuncio per i residenti nella Striscia di Gaza:
Per la vostra sicurezza, assumete un comportamento responsabile ed evitate di essere vicini ad esponenti di Hamas e a strutture belliche di Hamas o di altre organizzazioni terroristiche. Hamas sta ancora una volta trascinando l'area nella violanza e nel sangue.
L'IDF è determinato a difendere i cittadini dello stato di Israele. Questo annuncio è valido fino a quando la calma sarà ripristinata nell'area.
Il comando dell'Israeli Defence Force».
08.30. Tre morti e un (bambino) ferito, dopo un attacco che ha colpito una abitazione a Kiryat Malachi, nell'Israele meridionale.
Il portavoce dell'esercito Nissim Keinan rivela che alcuni dei missili sparati da Gaza, contenevano il micidiale fosforo bianco.
I missili sparati da Gaza da quando sono iniziate le operazioni sono 150.
Secondo una fonte dell'esercito, i morti a Kiryat Malachi sarebbero diventati quattro.
Volantini israeliani lanciati su Gaza stamattina: "Per la vostra sicurezza state lontani da operatori e siti di Hamas" (H/t: Daniele Raineri).