venerdì 28 settembre 2012

Bravi ragazzi

Grandi ragazzi, gli israeliani che servono nell'esercito. La minaccia esistenziale proveniente dagli stati confinanti e l'esiguità del territorio impongono una ferma prolungata di tre anni; e dopo il congedo i riservisti servono nell’esercito per un mese all’anno e fino al compimento del 50esimo anno di età.
Ma ciò non toglie che siano prima di tutto ragazzi. Ragazzini, verrebbe da dire. Come il caporale Gilad Shalit, sequestrato da terroristi palestinesi in territorio israeliano e imprigionato per più di cinque anni, prima del recente rilascio (in cambio della liberazione di oltre mille criminali). Quello stesso Gilad Shalit ora avversato da Hamas - l'organizzazione terroristica che governa la Striscia di Gaza - che ha imposto ai media locali di boicottare il Barcellona FC perché la formazione catalana ha invitato il giovane israeliano al prossimo match che giocherà in casa contro il Real Madrid.
O come il caporale Netanel Yahalomi, il soldato israeliano di 20 anni che qualche giorno fa ha perso la vita mentre pattugliava una squadra di operai intenti a costruire una barriera difensiva al confine meridionale fra Israele e il Sinai egiziano. Vittima, manco a dirlo, della brutale aggressione di un comando di terroristi intenzionato a invadere lo stato ebraico, armato come novelli Rambo.
Ma questi soldati sono prima di tutto ragazzi. Giovani con una enorme responsabilità: difendere poco meno di 8 milioni di cittadini dall'odio razziale, religioso, ideologico e politico che circonda lo stato di Israele. E allora ben venga un momento di spensieratezza. Come quella, contagiosa, che ha raggiunto Ron Bronstein, pur dopo aver prestato giuramento nell'Israeli Air Force. Bravo!

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