giovedì 2 agosto 2012

Chi è più razzista: Romney o Obama?

di Noah Pollak*

La stampa si sta dilettando oggi nell'amplificare le recriminazioni del "negoziatore" palestinese Saeb Ereikat, secondo cui le affermazioni rese da Mitt Romney ieri a Gerusalemme sarebbero «razziste». Commentando il sorprendente miracolo economico israeliano, Romney ha semplicemente sottolineato come le differenze culturali abbiano prodotti diverse performance economiche.
Per usare le parole di Romney: «quando si arriva qui e si osserva per esempio il PIL pro-capite di Israele, pari a circa 21 mila dollari, e lo si confronta con il PIL pc delle aree amministrate dall'Autorità Palestinese, pari all'incirca a 10 mila dollari annui, si nota un contrasto stridente nella vitalità economica. Questo si verifica anche in altri paesi fra loro confinanti: Cile ed Ecuador, Messico e Stati Uniti. Un libro scritto da David Landes, un ex professore alla Harvard University, dal titolo "La ricchezza e la povertà delle nazioni", suggerisce che se si può apprendere qualcosa dalla storia economica del mondo, è che la cultura fa la differenza. Quando vengo qui e ammiro le città e le conquiste del popolo di questa nazione, riconosco la forza della cultura e di altri fattori».

L'aspetto divertente è che c'é un altro candidato alla presidenza che ha fatto affermazioni simili alcuni anni fa. Questo candidato è l'attuale presidente, Barack Obama. Nel suo famoso "discorso del Cairo" del 2009, così affermò: «tutti noi dobbiamo riconoscere che l'istruzione e l'innovazione saranno la moneta del 21esimo secolo, e in troppi stati musulmani, su questo fronte si denuncia un ritardo». In seguito ha affermato: «una donna a cui è negata l'istruzione è una donna a cui è negata l'eguaglianza; e non è un caso che i paesi in cui le donne sono più istruite sono quelli più prosperi». E ha aggiunto: «una profonda e ferma convinzione che tutti i popoli aspirino a determinate cose: alla capacità di esprimere il proprio pensiero e avere un'opinione sul proprio governo, la fiducia nello stato di diritto e in un equa amministrazione della giustizia; un governo trasparente e leale con il popolo; la libertà di vivere la vita che si è scelta. I governi che garantiscono questi principi sono alla fine più stabili, più efficaci e più sicuri».

Due anni dopo, in un altro discorso, ha affermato «in quest'area (Medio Oriente, NdT) molti giovani hanno una solida istruzione, ma la chiusura delle rispettive economie li rendi privi di lavoro. Gli imprenditori sono ricchi di idee, ma la corruzione impedisce che esse generino profitto».
Probabilmente Obama ha letto lo stesso libro di David Landes citato da Romney, in cui in effetti si discute dell'importanza di un'economia in salute per l'emancipazione delle donne. Perché pensiamo questo? perché è lo stesso Obama ad affermare «la storia insegna che i paesi più prosperi e più in pace sono quelli in cui le donne hanno un ruolo attivo. Questa regione non raggiungerà mai il suo massimo potenziale fino a quando più della metà della popolazione è prevenuta dal raggiungere il pieno potenziale».

Alla luce di queste riflessioni, si conclude che Obama sia stato ben più critico della società araba di Romney. E non è razzista il rilevarlo...


* Articolo apparso su The Weekly Standard del 31 luglio 2012.

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