mercoledì 20 giugno 2012

Al Qaeda alle porte di Israele. E nel frattempo da Gaza si continua ad attaccare...

La dissoluzione del regime di Mubarak in Egitto ha consegnato la penisola del Sinai, una volta meta di turisti da tutto il mondo, in mano a bande terroristiche riconducibile ad Al Qaeda, l'organizzazione islamica fondata e finanziata da Osama Bin Laden. Il disimpegno dell'esercito del Cairo ha agevolato l'insediamento della formazione estremista alle porte di Israele; l'attentato di lunedì ha fornito l'ennesima, ulteriore conferma.
Il sito Challah hu Akbar ne fornisce la conferma: all'inizio della settimana un gruppo di terroristi è penetrato in Israele superando il confine con l'Egitto, e uccidendo un lavoratore edile israeliano, che stava lavorando alla costruzione di una rete di protezione finalizzata proprio alla prevenzione di queste incursioni. Presto è intervenuta l'aviazione, che ha colpito due terroristi, armati fino ai denti, mentre un terzo sarebbe fuggito nel deserto del Sinai.
Ieri il "Consiglio della shura dei mujaidin di Gerusalemme", formatosi ad aprile e legato ad Al Qaeda, ha rivendicato l'attacco, dedicando l'impresa alla memoria di Osama Bin Laden. Nel video si annuncia la costituzione della formazione paramilitare e l'obiettivo di istituire nella regione il califfato islamico mediante ricorso al jihad (martirio).

Nel frattempo continuano gli attacchi palestinesi dalla Striscia di Gaza, rivendicati prontamente da Hamas. Nelle ultime 36 ore sono stati ben 48 i lanci di missili e razzi dalla Striscia, incluso un missile Grad che ha raggiunto la zona di Beer Sheba. Quattro i feriti fra la popolazione civile. Dall'inizio dell'anno sono saliti a 334 gli attacchi dalla Striscia di Gaza: una media di due al giorno, ogni giorno.
Inevitabile la risposta israeliana, mirata a prevenire il ripetersi degli attacchi ai danni del milione di civili raggiungibili dagli attacchi palestinesi. Questa mattina sono state colpite sei installazioni militari di Hamas nel nord della Striscia di Gaza. Seccamente smentita la notizia della morte di un bambino palestinese, diffusa dai terroristi di Hamas: l'esercito israeliano non ha raggiunto l'area dove si sarebbe trovato questo bambino. Solita condotta priva di scrupoli: confezione di notizie false, rilanciate dalle agenzie palestinesi, e raccolte prontamente e senza verifica dai giornali occidentali.
Gli Stati Uniti hanno duramente condannato gli attacchi di Hamas. In un comunicato, la portavoce del Segretario di Stato dell'Amministrazione Obama ha affermato «condanniamo con fermezza il lancio di missili da Gaza verso l'Israele meridionale, vistosamente e minacciosamente cresciuto negli ultimi giorni. Non c'è alcuna giustificazione nel prendere come bersaglio civili innocenti. Invitiamo i responsabili ad intraprendere immediate azioni per interrompere questi vili atti».

Aggiornamento delle 09.15. In effetti sarebbe morto un bambino palestinese, colpito da una bomba. Ma a quanto pare, si tratta di un missile di Hamas, difettoso, tornato indietro, e atterrato in una zona abitata dove appunto ha colpito un bambino. Israele viene accusato anche per le morti provocate direttamente dal fanatismo di Hamas...
E da stamattina i missili sparati da Gaza salgono a 15. Undici i feriti riportati.


Aggiornamento delle 16.00. Honest Reporting aggiunge alcuni particolari davvero significativi - ma non sorprendenti - alla non-notizia (non ne parlerà nessuno) dell'uccisione accidentale di questa mattina. E' una bambina di due anni, ad aver perso la vita, mentre il fratellino di quattro è rimasto ferito.
Inizialmente "fonti mediche palestinesi" (sotto il diretto controllo dei terroristi di Hamas) hanno denunciato la morte della bambina. La scarsa autorevolezza della fonte e la mancanza di conferme dall'altro lato non hanno impedito ad agenzie di stampa e media di riportare la notizia, con alcuni puntualizzazioni che non riducono la diffamazione. Israele non uccide i civili; Israele colpisce i terroristi che attentano alla vita dei civili. Hamas colpisce i civili, e si fa scudo di propri concittadini, i quali secondo la Convenzione di Ginevra ricadono sotto la sua diretta responsabilità.
Gustoso il flusso di twit di Jon Donnison, corrispondente della BBC, il quale ha inizialmente rilanciato la notizia della morte della bambina palestinese per mano dell'aviazione israeliana, salvo fare frettolosamente marcia indietro quando è sopravvenuta l'ammissione di responsabilità da parte di Hamas e del suo "razzo difettoso".

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