mercoledì 28 marzo 2012

Hamas si prepara ad aggredire Israele



Secondo il giornale libanese al-Mustaqbal, vicino alle posizioni dell'ex premier di Beirut Saad Hariri, defenestrato per le pressioni di Hezbollah, timorosa di un giudizio negativo da parte del tribunale speciale per il Libano, che indaga sull'assassinio dell'ex primo ministro libanese, padre di Saad Hariri; lo scopo della recente visita di Ismail Haniyeh in Iran è stato quello di concordare una strategia fra Hamas e la repubblica islamica in caso di strike israeliano sulle installazioni nucleari iraniane. Lo rivela il quotidiano Yediot Ahronot nella sua versione online.
Hamas, l'organizzazione terroristica palestinese che governa Gaza dal 2006, ha perso posizioni dopo la crisi siriana. Dopo aver sgomberato da Damasco per timore di essere colpita dal collasso del regime di Assad, Hamas ha cercato invano una nuova sede definitiva, trovando ospitalità nel Qatar. Ci sono stati stridenti tensioni con l'Iran, che chiedeva all'enclave palestinese il pieno appoggio della brutale politica repressiva di Assad, ma il massacro di palestinesi nei dintorni di Damasco ha indotto Hamas a ritirare la sponsorizzazione del responsabile di oltre 9.000 morti (stime ONU). Così, Hamas ha perduto preziosi fondi, e la possibilità di una intesa con i rivali dell'ANP non ha migliorato la situazione finanziaria, vista anche la minaccia dell'Occidente di ritirare il supporto finanziario in caso di matrimonio fra l'entità nata dagli Accordi di Oslo e i terroristi che governano la Striscia.
Così, Hamas si è recata due volte in visita a Teheran, ottenendo subito preziosi fondi (33 milioni di dollari, tanto per incominciare), e concedendo l'impegno a trafugare a Gaza armi e munizioni, da impiegare nei confronti di Israele qualora lo stato ebraico dovesse decidere nelle prossime settimane di passare all'azione, superando i tentennamenti americani. Ma c'è tensione allo stesso interno dell'organizzazione terroristica: mentre Khaled Mashaal sostiene la strada diplomatica, ed esclude il ricorso alla ritorsione nei confronti di Israele, Ismail Haniyeh sono orientati ad accettare il legame con l'Iran e conseguentemente con la Siria; questo, anche per non essere scavalcati dagli ultrafondamentalisti della Jihad Islamica, che comincia a prendere piede nella Striscia, anche nel tentativo di cavalcare il crescente malcontento della popolazione, stremata dalla crisi energetica aggravata proprio dall'intransigenza di Hamas, che a Gaza fa entrare soltanto il combustibile di provenienza egiziana - su cui fa una lucrosa cresta - snobbando il gasolio provieniente da Israele, su cui non può imporre alcun pedaggio.

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