domenica 21 agosto 2011

I casi sono due...



anzi tre:

1) i terroristi che giovedì dal Sinai hanno ammazzato otto israeliani, ferendone diverse diecine, in una serie di attentati che hanno colpito la cittadina di Eilat, sono davvero egiziani. Difficile, ma se così fosse sarebbe una palese violazione del trattato di pace in essere dal 1979 fra Israele ed Egitto, e dimostrerebbe la piega presa da quelle parti dalla cosiddetta "primavera araba";
2) i terroristi provenienti dalle file di Hamas, come dimostrerebbe l'estrema organizzazione che questo attentato richiedeva e l'efficacia conseguita. E' l'ipotesi più probabile, e dimostra la natura di chi il mese prossimo vuole presentarsi alle Nazioni Unite per chiedere il riconoscimento di stato di Palestina: un covo di delinquenti che in tre giorni ha lanciato oltre cento attacchi verso lo stato confinante, ponendo formalmente fine ad una tregua che peraltro in due anni non è mai stata rispettata;
3) i terroristi provengono da Gaza, ma non sono riconducibili direttamente ad Hamas. Improbabile, ma se così fosse dimostrerebbe lo scarso controllo degli estremisti islamici nella Striscia. Come peraltro testimonia lo sgozzamento del cooperante italiano Vittorio Arrigoni avvenuta lo scorso aprile per mano di terroristi islamici.

Nel secondo come nel terzo caso l'Egitto fa bene a chiedere spiegazioni ad Israele per l'uccisione di tre propri soldati in seguito alle reazioni poste in essere dall'esercito con la stella di David (e Israele dovrà spiegare come si è manifestato questo tragico errore); ma l'Egitto a sua volta dovrebbe spiegare come sia possibile che un commando di terroristi sia penetrato nel suo territorio, abbia percorso diecine di chilometri armato fino ai denti, e abbia potuto tornare tranquillamente a casa dopo aver eseguito l'attentato.
Non si può escludere che i militari egiziani siano in realtà stati colpiti dagli stessi terroristi, ovvero che essi si siano serviti dei primi come scudi prima di dileguarsi. Da notare che i terroristi indossavano divise egiziane.

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