giovedì 23 giugno 2011

Geert Wilder assolto. Ha vinto l'Europa, questa volta



In Italia l'assoluzione di Geert Wilder dall'accusa di incitamento all'odio nei confronti dei musulmani è passato completamente inosservata. Ma laddove è stata commentata, quasi di malavoglia, ancora si mette in evidenza un improbabile collocamento nell'estrema destra della politica e del parlamento olandesi.
Non occorreva un lungo processo e una faticosa sentenza per sapere che l'intento di Wilders - a cui non va disconosciuta una robusta dose di coraggio, essendo residente nel paese a cui è stata tagliata la gola a Theo Van Gogh, autore di "Submission", in cui denunciava la condizione della donna sotto l'Islam; e di Pim Fortuyn, assassinato per le sue idee sul dilagare dell'immigrazione musulmana nei Paesi Bassi - non era quello di denigrare alcuno; quanto quello di aprire gli occhi ai perbenisti e benpensanti eurarabi.

Ha vinto Wilder. Ha perso la giustizia olandese, accanitasi contro le sue idee, condivise non da pochi.
Nessuno ha evidenziato in Italia il discorso di difesa dell'imputato Wilder. Un'occasione sprecata: "A Sinistra adorano manipolare con la separazione dei poteri. Ma quando non possono vincere politicamente, perché il popolo olandese ha inteso i loro piani, cercano di vincere in tribunale".

Dopo la sconfitta in tribunale, alcuni attivisti pensano di portare la causa alla Commissione ONU per i diritti umani. Data l'appartenenza a questo organismo di molti stati democratici e rispettosi della popolazione - come la Siria - c'è da credere che l'iniziativa possa trovare benevolo accoglimento.

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