martedì 17 maggio 2011

Meglio rimandare le elezioni, non si sa mai...



Le elezioni nei territori palestinesi (Striscia di Gaza e Cirgiordania) sono state spostate da luglio a non prima di ottobre. Comunque dopo l'atteso voto dell'assemblea generale dell'ONU sul riconoscimento dello stato di Palestina.
L'ultima volta che si è votato risale al 2006: allora le due fazioni che governano i palestinesi - Hamas e Al Fatah - terminarono con un sostanziale testa a testa (44% contro 41%). Lo stallo che ne conseguì e la necessità di collaborare portarono l'organizzazione terroristica Hamas ad estromettere il movimento di Abu Mazen dalla Striscia; con le buone o con le cattive. Di fatto Gaza è controllata dal 2007 da Hamas in seguito ad un colpo di stato.
Il timore di molti è che le prossime elezioni possano comportare analoga sorte per la Cisgiordania: con un siluramento dell'Autorità Palestinese e una amministrazione ad opera dei terroristi di Hamas.

Hamas continua a rifiutare le precondizioni dettate dal Quartetto (ONU, USA, UE e Russia) per il riconoscimento di un futuro stato palestinese: la rinuncia alla violenza, il riconoscimento dello stato di Israele e l'accettazione dei trattati sottoscritti. E continua a detenere in prigionia Gilas Shalit, sequestrato in territorio israeliano nel 2006.

Nel frattempo il presidente della Repubblica Napolitano, in visita in Israele, ha affermato che l'Italia potrebbe presto ospitare una ambasciata palestinese. Siamo in attesa di una analoga rappresentanza dello "stato" di Padania, e ci chiediamo cosa osta all'istituzione di una più sacrosanta ambasciata del Tibet.
In ogni caso, se le parole di Napolitano dovessero avere seguito, l'Italia entrerà nel club dei paesi europei che ospitano un'ambasciata palestinese: l'elenco, ad oggi, è composto da Albania, Bielorussia, Bosnia, Bulgaria, Cipro, Repubblica Ceca, Ungheria, Malta, Norvegia, Polonia, Romania, Serbia, Slovacchia, Ucraina e Vaticano. Mancano gli stati più seri: Regno Unito, Germania, Francia, Spagna e tutti gli altri...

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