giovedì 28 aprile 2011

Oltre 500 morti in Siria (ancora troppo pochi?)

La conta dei morti in Siria supera le 500 unità. Migliaia gli incarcerati e i "dispersi". E vien da rimpiangere (lo sapevo!!!) Bush, che nel 2005 ruppe le relazioni diplomatiche con Assad, dopo l'attentato al premier libanese, padre dell'attuale capo di governo di Beirut, ad opera di Hezbollah (filiale terroristica libanese della Siria).
Il tenero Obama invece la sede diplomatica in Siria l'ha riaperta...

Nel frattempo, la Siria è ancora in lizza per entrare a far parte della Commissione dei Diritti Umani dell'ONU, al posto della espulsa Libia.



"La strada di Damasco è una strada di pace”, disse nel 2007 Nancy Pelosi, "presidente" democratico della Camera USA vicino a Obama.

I "moderati" palestinesi nell'abbraccio mortale di Hamas



I giornali occidentali propagandano come vittoria del nuovo regime egiziano l'accordo stipulato fra Hamas che controlla Gaza e Al Fatah che controlla la Cisgiordania. Verso uno stato di Palestina, dicono...
Solo che non capisco... i "moderati" stringono un'intesa con i terroristi (riconosciuti tali da USA e UE) e questo è il risultato della "primavera del Medio Oriente"?

Intanto un esponente di Hamas ha fatto sapere che la "Palestina" non riconoscerà ne' negozierà con Israele.
Andiamo bene... un futuro nuovo stato che si rifiuta di riconoscere un altro stato... forse all'ONU dovrebbero pensarci bene prima di riconoscere questo mostro istituzionale...
E tanto per chiarire, ieri il deputato democratico USA Nita M. Lowey ha precisato che questa intesa fra la fazione terroristica palestinese, e quella sedicente moderata, mette a rischio i cospicui finanziamenti che gli Stati Uniti destinano verso Ramallah, futura capitale di un improbabile stato palestinese.

Tanto per ricordare, una decisione unilaterale da parte dei palestinesi va contro gli accordi di Oslo del 1993. Dice un altro esponente al Congresso USA: "a meno che Hamas accetti i principi del Quartetto (USA, ONU, UE e Russia, NdR), che includono la rinuncia alla violenza e il riconoscimento di Israele, la formazione di un governo con Al Fatah sarebbe un colpo mortale al processo di pace".
Ma quando mai i palestinesi e i loro sostenitori sono stati interessati alla pace?!

Facile prevedere che in Cisgiordania finirà come a Gaza: con un colpo di stato di Hamas - ora evidentemente pressata dagli "estremisti" collegati ad Al Quaeda - ai danni dei "moderati" di Abu Mazen.
Chi si illudeva che il dialogo, la moderazione e la ragionevolezza fra i palestinesi e in generale nel mondo arabo potesse prevalere, è servito...

mercoledì 27 aprile 2011

State attenti a ciò che chiedete...



...perché potreste finire per ottenerlo.

In Egitto solo il 22% approva l'influenza dell'America di Obama - sapete, quel simpatico presidente che tenne un "famoso" discorso di democrazia al Cairo, e che ha favorito il rovesciamento di Mubarak - sull'Egitto e un bell'80% ne ha un'opinione sfavorevole.

Il 54% della popolazione, secondo questo sondaggio, è favorevole all'abolizione del trattato di pace con il confinante Israele.
Mah... sarà forse per dichiarare guerra allo stato ebraico?...

Dopotutto il leader militare che sta "guidando la transizione" verso le prossime elezioni di settembre (che saranno prevedibilmente vinte da un mix di Fratelli Musulmani e dell'esercito, appunto) gode dei favori del 90% della popolazione, mentre il povero Mubarak è ancora appoggiato soltanto dal 13% degli egiziani.

Il vecchio sport del rovesciamento di giacchetta è internazionale...

Questo nel momento in cui il "moderato" Abu Mazen rende noto che il suo movimento, che controlla la Cisgiordania, ha fatto la pace con Hamas, il movimento terroristico che controlla la Striscia di Gaza e che ha nell'atto fondativo la distruzione di Israele.
Può andare peggio per la pace in Medio Oriente? Sì: all'ONU qualcuno - magari di quelli che fanno parte delle commissioni per i diritti umani o per la tutela delle donne, in compagnia di stati leader nel campo come la Libia, l'Iran, la Cina, ecc. - potrebbe riconoscere a settembre uno stato di Palestina...

Doppiopesismo



Cosa o chi ha indotto le potenze occidentali (Francia, Regno Unito e USA) ad intervenire massicciamente in Egitto e Libia, rimediandoci per ora una pessima figura, rimuovendo regimi dittatoriali ma "amici" dell'Occidente, e impantanandosi in una guerra senza uscita; e cosa o chi impedisce all'Occidente di far sentire forte la sua voce contro il massacro - documentato, non ventilato - del regime siriano contro la popolazione? Secondo una ONG, in Siria sono rimasti per terra 450 vittime della repressione del regime di Assad.

Forse il solo fatto che gli USA hanno frettolosamente riaperto l'ambasciata a Damasco, chiusa ragionevolmente da Bush per evidenti connivenze della Siria con il regime di Ahmadinejad? forse il solo fatto che Sarkozy ha invitato con tutti gli onori Assad all'Eliseo, facendolo presenziare alla festa nazionale del 14 luglio?

forse perché la Siria è legata a doppio filo a quell'Iran di cui si è consentito l'armamento atomico, grazie alla complicità del direttore dell'AIEA el Baradei, egiziano, che non ha trovato le armi atomiche forse perché gli si paravano davanti al proprio naso, e che ora aspirerebbe a candidarsi alla presidenza del "nuovo" Egitto, proprio con l'appoggio dell'Occidente?

giovedì 21 aprile 2011

Giusto per non dimenticare...



Poiché miele e melassa in quantità eccessive risultano disgustosi, e provocano danni permanenti all'organismo, non è forse il caso di ricordare che Hamas - l'organizzazione terroristica riconosciuta tale dagli Stati Uniti e dall'Unione Europea, che dal 2007 controlla la Striscia di Gaza dopo un sanguinoso colpo di stato - meritevole di aver scovato i tre integralisti palestinesi responsabili dell'uccisione di Vittorio Arrigoni; è la stessa organizzazione che da quasi cinque anni "trattiene" il soldato israeliano Gilat Shalit, catturato con un raid in Israele il 25 giugno del 2006, e detenuto in luogo segreto in quel di Gaza, senza che gli sia concessa la possibilità di comunicare con l'esterno, di essere visitato da un medico o dalla Croce Rossa?
Giusto per ricordare di quale genere di feccia stiamo parlando...

mercoledì 20 aprile 2011

La miopia degli "esperti" sulla questione israelo-palestinese



Il giudice sudafricano Goldstone, incaricato due anni fa dall'ONU di redigere un rapporto dettagliato sulle responsabilità degli eserciti di Hamas (Gaza) e Israele nell'ambito delle morti di civili durante la guerra di Gaza, è tornato agli onori della cronaca di recente ammettendo dalle colonne dell Washington Post - il New York Times era stato interpellato per pubblicare l'Op-Ed di Goldstone, ma il giornale liberal americano si è rifiutato... - che sulla base delle conoscenze attuali non avrebbe mai scritto quel rapporto, in cui si mettevano sullo stesso piano l'IDF (l'esercito israeliano) e i miliziani di Hamas per aver colpito deliberatamente i civili.

Goldstone ha ammesso - meglio tardi che mai? - che l'esercito israeliano non ha mai inteso colpire delibertamente i civili palestinesi, raggiunti in parte peraltro molto ridotta. Successe che molti miliziani palestinesi non indossarono divise militari, il che gonfiò artificiosamente il numero delle vittime civili; si confusero fra la folla, costringendo i civili a presenziare ai combattimenti dal campo di battaglia e lanciarono i loro attacchi da piazze, moschee, ospedali, abitazioni e addirittura cimiteri. Il ministero della Difesa israeliano avviò un'inchiesta dopo l'operazione Piombo Fuso che anticipò quello che solo ora è "di dominio pubblico" (si fa per dire: i media occidentali sono rapidi a rilanciare le accuse provenienti da ambienti filopalestinesi, anche se infondate, senza nemmeno verificare le fonti; salvo dimenticarsi di fornire smentita equivalente per visibilità quando la notizia originaria si rivela palesemente falsa). Non altrettanto è stato fatto da Hamas a Gaza.



Ma c'è qualcun altro che dovrebbe recitare il mea culpa. Nessuno fra i cosiddetti esperti ha previsto i tumulti e le rivolte nel Nord Africa e in Medio Oriente. Questo perché essi hanno sempre spiegato al mondo occidentale che la radice dei problemi di quell'area risiedeva nel conflitto israelo-palestinese, e che una volta risolto esso (mediante imposizione di nuovi e ulteriori sacrifici ad una parte, e nuove ed ulteriori concessioni all'altra), tutto sarebbe stato risolto, e il Medio Oriente sarebbe tornato a vivere in pace e prosperità.

Ma i giovani che affollano le strade e le piazze di Damasco, del Cairo e delle città mediorientali non bruciano bandiere con la stella di David. Non urlano contro l'imperialismo o l'espansionismo di Israele. La causa del loro malessere non è residente a Gerusalemme. La stessa Al Jazeera - che l'amministrazione Bush non esitava a giudicare fiancheggiatrice di Al Quaeda, e che certo non può definirsi di simpatie sioniste - negli ultimi giorni ha proposto a più riprese le immagini di politici di alto livello dell'unica democrazia del Medio Oriente processati e incarcerati per reati commessi. Il messaggio è stato: "vedete? in Israele chi si comporta male paga, non viene salvato". Lanciando un segnale neanche tanto velato di desiderio di emulazione di un sistema politico che può funzionare anche ad est del Giordano.

La speranza è che l'Occidente finalmente rinsavisca e riconosca i propri errori di valutazione, come fatto recentemente dal giudice i cui atti di condanna negli ultimi due anni sono stati amplificati e strumentalizzati in tutto il mondo, al punto da consigliare ai politici israeliani di evitare di compiere viaggi in paesi apparentemente democratici come il Regno Unito, pena l'arresto e la detenzione. Non ci si aspetta che i sedicenti esperti di questioni mediorientali raccolgano le loro ammissioni di colpa sulle colonne dei giornali; sarebbe sufficiente che cessassero di avvelenare l'opinione pubblica con una visione che i fatti hanno dimostrato essere miope, se non distorta e in malafede.

martedì 19 aprile 2011

Leggerezze



Il "Quartetto" (ONU, EU, USA e Russia) fanno pressioni su Israele: se il capo del governo di Gerusalemme non presenterà un'iniziativa, appoggeranno la creazione di uno stato di Palestina con i confini anteriori alla guerra del 1967, e con i quartieri orientali di Gerusalemme come capitale.

Adesso ci aspettiamo che il Trio Marchesini-Lopez-Solenghi faccia pressione sulla Francia affinché ci riconsegni Nizza e Savoia, e che il Fantastico Duo Batman e Robin intervenga affinché l'Italia riconsegni Roma allo stato pontificio...

Hamas spara i missili, e i palestinesi muoiono di fame

Dunque scavando scavando si viene a sapere che il missile teleguidato al laser che ha colpito lo scuolabus israeliano una settimana fa, cagionando fortunosamente la morte "soltanto" di un ragazzo di 16 anni (occorre ammazzare 10 ebrei per la notifica nei necrologi, 100 per guadagnare le pagine interne dei giornali, e 1000 per arrivare in prima pagina) costa 280.000 dollari.

Tanto costa dunque da queste parti la vita di un essere umano... pardon, di un ratto (contenti, amici di Arrigoni?).

Ma il punto è un altro: quanti palestinesi, di quelli che vivono nella "prigione a cielo aperto" di Gaza, di quelli per cui i benpensanti col culo ben appoggiato sulle comode poltrone lamentano la tragedia umanitaria, quanti di questi palestinesi vessati dal regime di Hamas avrebbero potuto essere sfamati?

Suggerimento: il PIL annuale pro-capite degli abitanti della Striscia è di 600 dollari l'anno...

P.S.: Hamas, che da quattro anni controlla la Striscia di Gaza in seguito ad un colpo di stato con cui ha esautorato l'ANP, è ancora in attesa di risposta dall'Occidente per quella sciocchezzuola di richiesta di finanziamenti per 5 miliardi di dollari...

lunedì 18 aprile 2011

Neanche buoni per pulircisi il sedere



- muore un ragazzo di 16 anni in seguito alle ferite al capo riportate dopo che lo scuolabus su cui si trovava è stato colpito da un razzo teleguidato palestinese (teleguidato al laser: si intendeva proprio colpire lo scuolabus che lo ospitava; e per puro caso poco prima erano scesi quasi tutti i passeggeri), e sui giornali non c'è traccia;
- due palestinesi confessano di aver massacrato nel sonno una famiglia israeliana, aggiungendo che inizialmente non s'erano accorti della bimba di tre mesi, poi mentre stavano fuggendo la piccola ha incominciato a piangere e nel timore di essere scoperti sono tornati sui loro passi, sgozzando anche lei ("anche neonata, è ebrea anche lei", hanno confessato); e anche di questo i giornali questa mattina non parlano;
- eruttano feccia invece per farci sapere che saranno tenuti funerali "di stato" (di uno stato che non esiste) di un tizio che prendeva per il culo mezzo mondo - io appartengo all'altra metà - con la storiella del "restiamo umani", e nel frattempo si compiaceva di vedere morire i dirimpettai; forse perché coerentemente con il suo credo erano ritenuti non umani, ma "diabolici", o "ratti";
- e se non bastasse la stampa, ci (mi) trafiggono le immagini di una mamma che non ha nemmeno una lacrima per il figlio morto, ma soltanto sete di sangue. Di un sangue ben preciso...

Ho rimosso da due giorni il Corriere della Sera dai Preferiti dell'Explorer. Ripugnante.

P.S.: "Gli israeliani non hanno mai voluto Arrigoni da vivo", dice la mamma Egidia Beretta. Vero. Ma prima o poi si dovrà rendere conto che quegli altri l’hanno voluto morto" (Christian Rocca).
Questione di punti di vista, c'è chi ama la vita, e chi osanna la morte. Specie quella degli altri.

domenica 17 aprile 2011

Lui umano voleva restare. Ma era ebreo...



Daniel Viflic, il ragazzo israeliano di 16 anni gravemente ferito dal missile anticarro sparato dalla Striscia di Gaza contro lo scuolabus nel Negev dieci giorni fa, è morto. Fatali le ferite riportate al capo.

Purtroppo per gli attentatori amichetti di Arrigoni, il vigliacco attacco non si è trasformato in una strage. Per fortuna, per chi ama la vita.
Quanti morti occorrono affinché i giornali occidentali domani riportino la notizia? dieci? cento? mille? (come l'agghiacciante slogan coniato - senza "i" - dai pacifinti italiani per celebrare le morti dei nostri soldati di Nassirya)

Alla luce del fatto che il massacro della famiglia Fogel a Itamar - marito, moglie e tre figli, fra cui una di pochi mesi, sgozzati nel sonno - non è stata ritenuta degna di essere menzionata anche in due righe di una dimenticata pagina interna da un giornale come Repubblica, c'è poco da sperare. La pietà è morta. Tranne che per i farabutti.

P.S.: Nel frattempo i due palestinesi (18 e 19 anni), responsabili della strage di Itamar in cui ha perso la vita un'intera famiglia, sgozzata nel sonno; hanno confessato di aver ammazzato la bambina di tre mesi... perché piangeva.

Sicuramente leggeremo anche di questo nei giornali di domani, magari dopo aver letto delle lacrime di Giorgio del Grande Fratello 10 che si lamenta delle ascelle sudate di Cristina dell'Isola dei Famosi 4.

Chi era Vittorio Arrigoni



Al di la' dell'umana pietà - sentimento che in chi non frequenta le chiese può legittimamente difettare - il giudizio sull'operato di questo personaggio deve rifuggire dalla retorica romantica che i media si sono affrettati a dispensare a basso costo. Costui si compiaceva di riprodurre sul suo profilo su FB foto di negozi che negavano l'ingresso ai cani e agli ebrei, e chiamava con disprezzo nelle sue corrispondenze gli israeliani "ratti", proprio come un certo Adolf Hitler faceva nel suo "Mein Kampf".

L'ISM di cui era esponente è una organizzazione terroristica e fiancheggiatrice di Hamas, come evidenzia con dovizia di particolari questo rapporto, e non mi risulta, malgrado l'invocazione all'umanità con cui terminava i suoi scritti, che abbia mai manifestato sdegno per le vittime della strage di Itamar di qualche settimana fa, o censura per il missile sparato contro lo scuolabus israeliano di qualche giorno fa, o imbarazzo per la recente ritrattazione del giudice Goldstone a proposito del documento in cui si accusava gli israeliani di crimini contro l'umanità, e che è valsa l'ennesima e ingiustificata condanna dell'ONU a trazione filopalestinese e terzomondista (nel frattempo i terroristi di Hamas hanno continuato indisturbato i loro crimini contro l'umanità, come riconosciuto dallo stesso Goldstone, una volta paladino dei filopalestinesi e adesso attaccatto e vesseggiato perché - diamine! - dopotutto è pur sempre un ebreo...)

Senza dimenticare che gli sgherri di Hamas sono soliti lanciare i loro attacchi - che provocano inevitabilmente le reazioni dell'IDF - fra le abitazioni, le moschee e addirittura i cimiteri di Gaza, e che il "fosforo bianco" denunciato a suo tempo dai Rai News (non nuova a propagandare patacche) è stato usato ai tempi dell'operazione Piombo Fuso per illuminare il campo di battaglia, e non per colpire la popolazione civile, come falsamente denunciato da Hamas, che poi in seguito non ha esitato a fare altrettanto nei confronti della popolazione civile delle città meridionali di Israele.
Malgrado il goffo tentativo degli amichetti di Hamas di rovesciare la responsabilità dell'assassinio di Arrigoni contro chi per evidenti ragioni non poteva certo nutrire simpatia nei suoi confronti, mi riesce difficile provare compassione nei confronti di un soggetto che considerava umani soltanto i suoi simili: non di rado, delle bestie.

sabato 16 aprile 2011

Obama: "gli americani mi vogliono ancora"


Obama: "American People Will Feel That I Deserve A Second Term"

"Penso che la gente si aspetti che mi ricandidi". Qualcuno dica al simpatico presidente americano che gli europei non possono votare, e che gli americani hanno le scatole piene dei suoi errori...

...anche perché il tasso di approvazione della politica di Obama da parte dell'elettorato americano è sceso ieri di nuovo ai minimi assoluti: 41%
(fonte: sondaggio Gallup).

A Fukushima la situazione è stabile. Cioè grave

Utile punto della situazione. Visto che scandalosamente i giornali italiani non parlano più di questa catastrofe, potrà essere utile sapere che azzi amari erano un mese fa, e azzi amari sono rimasti. Situazione stabile, cioè grave.

Blog di Jacopo Giliberto

La guerra sbagliata del "pacifista" nemico di Israele



Purtroppo questo intervento del vicedirettore del Corriere compensa soltanto in parte la sbandata antisionista di ieri, con l'intervento ancora una volta scomposto di Battistini. Ho lo stomaco in subbuglio per la retorica da quattro soldi spesa per un amichetto dei terroristi che chiamava ratti gli israeliani (anzi, i "sionisti"), e che se la faceva tutti i giorni con gli sgherri di Hamas. Malgrado i tentativi patetici dei filopalestinesi di respingere la nemesi che ha colpito il loro caro, non riesco a provare nemmeno una umana pietà.

Si stenta persino a capire in quali abissi di bestialità possano essere piombati gli uomini che hanno trucidato Vittorio Arrigoni a Gaza. Quali giustificazioni può avere l’enormità disumana del loro gesto? E invece il fanatismo folle ha questo di peculiare: il trattare gli esseri umani come oggetti da torturare, se la Causa lo impone. Il sacrificare gli innocenti, se il sangue versato può essere utile alla guerra santa. Perciò il corpo martoriato di Arrigoni suscita pietà due volte. Pietà per il rito cruento che lo ha barbaramente annientato. Pietà per lo sgomento e la disillusione che Arrigoni deve aver provato negli ultimi momenti della vita, prima di essere ucciso da chi era stato il destinatario, ingrato, del proprio impegno e del proprio aiuto. Eppure l’efferatezza dell’esecuzione di Arrigoni ha una sua logica, un’allucinata ma coerente sequenza politica e ideologica in grado di ispirare un gesto così vigliacco. Arrigoni aveva consacrato se stesso alla causa palestinese, con un’adesione totalizzante, assoluta, mistica, senza riserve, dubbi, sfumature. Una causa che ai suoi occhi si identificava con un odio altrettanto assoluto nei confronti dello Stato di Israele, descritto e demonizzato nel suo blog come l’espressione di ogni nefandezza, la manifestazione di uno scandalo storico che non ammetteva mediazioni e non concedeva nulla, ma proprio nulla, alle ragioni del Nemico. «Demonizzazione» , in questo caso, è più di una metafora. Nel suo blog Arrigoni invocava la dannazione per i «demoni sionisti» che agitavano gli orrori dello «Stato ebraico» . Aveva trattato Roberto Saviano, colpevole di aver aderito a una manifestazione a difesa di Israele, come un «propagandista dei crimini» . Definiva il sionismo «disgustoso» . Scomunicava al Fatah come una centrale di «venduti alla causa di Israele» . Condannava Shimon Peres come un mostro che «bruciava bambini con il fosforo bianco» . Non aveva mezze misure, chiaroscuri, sfumature. Ha detto una volta: «Io i libri di Yehoshua, Grossman e Oz non li leggo perché sono sporchi di sangue» . Proprio così: «Sporchi di sangue» . Oggi dobbiamo provare pietà per come lo hanno ucciso, ma Arrigoni non aveva pietà per Gilad Shalit, il giovane israeliano ostaggio da oltre 1700 giorni dei carcerieri di Hamas, e diceva che gli appelli per Shalit «intasano l’etere» , moleste e ripetitive invocazioni per salvare una vita. «Restiamo umani» , amava dire Arrigoni. Ma certe volte il fanatismo ideologico ispira ineluttabilmente parole disumane. E troppa disumanità ha macchiato un conflitto interminabile come quello che da decenni impegna il Medio Oriente. Lui con le ragioni di Hamas si identificava in toto. E gli era difficile immaginare che un gruppo terroristico ancora più oltranzista, feroce, sanguinario avrebbe potuto scavalcare in fanatismo chi incarnava le ragioni del «popolo palestinese» . La sua furia per ciò che riteneva il Bene supremo e non negoziabile era tale, da non riconoscere come centrale dell’identità storica contemporanea il Male che si era abbattuto sugli ebrei, vittime di un crimine enorme e imprescrittibile. Oggi, all’indomani di un omicidio tanto barbaro, sarebbe tuttavia disonesto, in primo luogo per il rispetto dovuto alla memoria di Arrigoni, offrire per la vittima del fanatismo un ritratto angelicato, falso, edulcorato. Sarebbe un’impostura, come quella di chi ha addirittura proposto il premio Nobel con cui insignire post mortem il militante filo-palestinese assassinato: perché Vittorio Arrigoni non era un pacifista, era un fiero e coraggioso combattente di una guerra per la quale si era generosamente speso con tutto se stesso. Era il combattente di una guerra sbagliata, ma questo non può diminuire l’ammirazione per la sua dedizione. Oggi, nei siti filo-palestinesi intossicati da un complottismo irriducibile, circola ovviamente la leggenda della responsabilità di Israele (e della Cia e del Mossad) per il rapimento e l’assassinio di Arrigoni. La spregiudicatezza falsificatrice di queste ricostruzioni grottesche è pari alla cronica incapacità di scorgere che anche nella parte da loro considerata «giusta» possa annidarsi il virus della violenza cieca e bestiale, del fanatismo disumano di chi conosce solo il linguaggio del Terrore. Israele è il colpevole di tutto, per definizione, e dunque anche del massacro di Arrigoni. È il Male, per definizione, e dunque è solo la sua malvagità ad aver armato la mano degli assassini. «Restiamo umani» , invocava Arrigoni nei suoi scritti. Purché nell’umanità di chi ne rivendica l’eredità la menzogna sistematica non prenda il posto della saggezza. E un nuovo fanatismo metta a tacere la pietà per un uomo strozzato da mani che forse credeva amiche. Una tragedia, che i complottisti non hanno il diritto di ridurre a una farsa.

Umanità varie e avariate



Saeb Erekat, aiutante di Abu Mazen, ha definito l'assassinio di Arrigoni "una pagina nera nella storia palestinese".

Analisti politici palestinesi e israeliani concordano nel ritenere che alcuni esponenti salafisti a Gaza si siano introdotti nella Striscia passando per il confine egiziano, approfittando dei disordini successivi al rovesciamento del regime di Mubarak.

Nel frattempo la madre di Vittorio Arrigoni ha manifestato la volontà che il corpo del figlio non ritorni in Italia partendo da Israele, e chiede che torni dall'Egitto. Restiamo umani...

venerdì 15 aprile 2011

Il Corriere sull'assassinio di Arrigoni tocca il fondo



Dispiace davvero vedere come si è ridotto il Corriere della Sera. Il profilo romanzato dell'attivista italiano da parte di Battistini è un vero oltraggio alla verità e alla ragione. Si può tollerare che simili baggianate le scriva il manifesto. Ma non l'ex primo giornale italiano.

Distorsioni, omissioni, superficialità e voli pindarici abbondano. A partire dal titolo, che riporta una inesattezza, la cui comprensione fra virgolette non basta a ridimensionarne il significato.

Vik, la voce della Striscia

contro l'«assedio» di Israele



Assedio? Gaza è autonoma e indipendente dal 2005, quando Israele ha deciso unilateralmente di lasciare la Striscia. E forse ha fatto male, visto che nel 2007 Gaza è stata catturata da un colpo di stato dell'organizzazione terroristica Hamas, che la "governa" con la forza.

A Gaza non c'è nessun israeliano. Tranne speriamo il povero Gilad Shalit, soldato catturato in Israele quasi cinque anni fa dai miliziani palestinesi.

L'unico contatto fra Gaza e Israele è il confine a nord. Così come l'unico contatto fra Gaza ed Egitto è il confine a sud. Entrambi presidiati: non si entra e non si esce liberamente. Come accade fra Italia e Svizzera.

Chi da Gaza vuole recarsi in Israele deve dimostrare di non portare con se' armi. Cosa che invece spesso e volentieri succede(va).

Vittorio Arrigoni, 36 anni, era il solo cronista sul campo quando nel dicembre 2008 scoppiò la guerra

Qualunque buon giornalista prima di riportare una notizia (specie se non proveniente da un’agenzia di stampa ufficiale, come l’AP, o anche la Reuters) verifica la notizia, verifica la fonte, ricerca almeno un’altra fonte. In questo caso no, non occorre. E’ sufficiente un osservatore, che perdipiù dichiara più avanti di non essere obiettivo. E’ questa informazione?

Prima di Al Jazeera, prima dell'agenzia palestinese Ramattan. La mattina del 27 dicembre 2008, quando Israele scatenò su Gaza la guerra di Piombo fuso,

A Battistini non viene in mente di spiegare perché Israele abbia dato il via all’operazione Piombo Fuso. Sorvola sugli attacchi quotidiani che precedentemente dalla Striscia di Gaza sono stati lanciati contro le cittadine meridionali di Israele. Ignora le morti e i feriti fra la popolazione civile. Gli ebrei suscitano compassione soltanto una volta all’anno, quando si compatiscono i 6 milioni di vittime della barbarie nazifascista.

la prima cartolina dall'inferno ce la mandò lui. Vittorio Arrigoni stava in un appartamento vicino alle due caserme di polizia colpite dal raid, non lontano dalla vecchia casa di Arafat.

Il fatto di abitare nei pressi della casa di Arafat (un terrorista sanguinario, mandante di diverse stragi di civili, non dimentichiamolo) dovrebbe suonare come un elemento di merito?

Per terra fra un tavolo e un letto, la finestra spalancata sul porto, Vik guardava fuori e intanto descriveva, lui l'unico dentro: «Sapevo di venire a vedere cose terribili, non cose così terribili...».

Avrebbe dovuto recarsi dall’altra parte, di tanto in tanto. Avrebbe visto morti e feriti. Si è per caso preoccupato della famiglia Fogel massacrata nel sonno ad Itamar? Si è impietosito l’altro giorno quando uno scuolabus è stato raggiunto da un missile palestinese, che per pura fortuna ha “soltanto” ferito gravemente un bambino?

Chiamare Arrigoni. Da quel giorno, e per 22 giorni, diventò un impegno fisso per chiunque volesse sapere che cosa si vedeva in quel lenzuolo di terra sigillato al mondo.

Chiamare anche l’ufficio stampa dell’Israeli Defence Force no?

No, Arrigoni è il depositario unico della verità. Della SUA verità, come ammette più avanti.

Vittorio era arrivato nella Striscia da qualche mese soltanto, via mare da Cipro, assieme a una delle navi Free Gaza Movement che due anni dopo gl'israeliani avrebbero deciso di fermare a ogni costo.

E certo: queste navi non hanno mai portato con se’ viveri e beni di sostentamento. Ma solo armi e munizioni. Come è stato ben evidenziato in occasione del blocco della Mavi Marmara.

Cominciò a scrivere corrispondenze per il manifesto, sofferte, partecipi, molto lette, che ogni giorno finivano con la stessa frase: «Restiamo Umani, Vik da Gaza City» (titolo pure del suo libro, tradotto in quattro lingue).

Grazie Battistini per la marchetta. Corro subito a comprarlo.

Lecchese, pacifista «per vocazione» prim'ancora che giornalista «per dovere di testimonianza»,

Non risulta iscritto a nessun albo dei giornalisti.

sul suo profilo di Facebook e sul suo blog guerrillaradio.iobloggo.com, Vik ha sempre detto con chiarezza da che parte stava: «Non credo ai confini e alle barriere,

Nobile. Nessun vuole la fame, tutti vogliono la pace nel mondo. Ma se una donna incinta chiede di entrare in Israele con il pretesto di recarsi in un ospedale,e poi dopo una perquisizione si scopre che indossava una cintura esplosiva con dieci chili di tritolo, si può essere abbastanza cauti da prevedere delle barriere?

Quanto ai confini, spiacente, ma il mondo è fatto così: tutti gli stati sono delimitati da confini.

credo che apparteniamo tutti, indipendentemente dalle latitudini, alla stessa famiglia umana». E anche in questi mesi, mentre il Medio Oriente s'infiammava e nessuno parlava più di Gaza,

Certo. Perché si è capito che la tragedia delle genti che popolano il Medio Oriente non si chiama Israele, come ci hanno ripetuto alla nausea: “risolviamo il conflitto israelo-palestinese e il Medio Oriente tornerà felice”. Falso. La gente per strada ha dimostrato che voleva cibo e benessere. Quello che non ha mai avuto dai dittatori che affamano il Medio Oriente. Inclusa Gaza e Cisgiordania.

lui ha sempre continuato a testimoniare il «criminale assedio israeliano»,

Assedio israeliano? Israele ha sgombrato da Gaza nel 2005. Sveglia!...

i 300 palestinesi morti nei tunnel scavati al confine con l'Egitto

...contrabbandando armi iraniane nella Striscia di Gaza. E poi, che c’entra Israele con i palestinesi che sono stati schiacciati dai tunnel scavati illegalmente da essi stessi per entrare in Egitto e raccogliere armi e denaro?

la rivolta dei blogger contro Hamas...

sì, sì, come no… stranamente, si sono viste dappertutto manifestazioni di piazza (in Egitto, in Tunisia, in Libia; persino in Giordania, in Siria, in Iran). Ma non a Gaza. A Gaza chi si oppone al regime di Hamas viene ammazzato.

Schierato, sta con l'International Solidarity Movement, il gruppo che pagò la resistenza ai bulldozer israeliani con la vita della pacifista americana Rachel Corrie.

Rachel Corrie era la ragazza un po’ stupida che ha cercato coscientemente di suicidarsi per dimostrare, come fanno peraltro i martiri suicidi, gli shaid, il suo odio per gli ebrei e Israele. Il fatto avvene quando la Carrie, per impedire che un bulldozer abbattesse una casa abusiva (in tutti gli stati del mondo le case abusive sono abbattute), si mise dietro al medesimo, dopo che era stata invitata ad allontanarsi. Non essendo stata vista, finì uccisa mentre il mezzo faceva marcia indietro.

Da Israele lo curavano con attenzione: nel 2008 era stato arrestato ed espulso mentre cercava con un peschereccio palestinese di forzare il blocco navale e di raggiungere la Striscia.

Che carogne, questi palestinesi… cosa ci farà mai poi, all’interno di un peschereccio.

Non certo per portare pesce ai palestinesi, dal momento che OGNI GIORNO, dai valichi che collegano la Striscia di Gaza ad Israele, entra ogni ben di dio fra generi alimentari, coperte, abiti, medicine e quant’altro.

Non è che questo peschereccio portava con se’ qualcosa di diverso dal pesce?

Per maggio, Arrigoni si stava preparando all'ennesima flottiglia degli attivisti di Free Gaza.

Ci siamo già dimenticati le reali intenzioni della Freedom Flottilla bloccata al largo delle coste di Gaza qualche mese fa? Pacifisti? O pacifinti?...

Di sinistra, il pacifista-giornalista non fa sconti: mesi fa ha attaccato anche Roberto Saviano per l'appoggio a una manifestazione romana pro-Israele. «Nelson Mandela - disse allo scrittore - sono anni che denuncia il razzismo d'Israele. Sto parlando di Nelson Mandela, non di Fabio Fazio».

E certo. Roberto Saviano è un idolo della sinistra. Ma quando si pone al fianco di Israele entra automaticamente nella lista dei nemici. E’ bollato a vita. Specie se poi è un ebreo.

Il 26 marzo - quando nelle piazze di Gaza City erano di nuovo scese in piazza migliaia di giovani, un'imitazione delle rivolte di quest'inverno arabo, subito manganellata e repressa dal governo di Hamas - Vik era lì

Il numero di manifestanti naturalmente ci viene offerto dallo stesso Arrigoni. E possiamo scommettere che sia realistico, no? D’altro canto, a scatola chiusa…

«Aveva appena cambiato casa, ma era molto prudente e davanti ad altri non diceva mai quale fosse il nuovo indirizzo - racconta Aldo Soligno, fotoreporter di Emblema, che ha lavorato con Arrigoni nelle ultime due settimane

Sì. Era anche attento a chi frequentava. Tant’è vero che ieri è stato trovato in compagnia degli sgherri di Al Aqsa, nota sanguinaria organizzazione terroristica.

Era eccitato da questa prova di ribellione. Ci sperava molto. Siamo andati
insieme a trovare i blogger che criticavano Hamas. E quando Hamas li ha arrestati, è riuscito ad assistere ai loro interrogatori: la presenza d'uno straniero, questa era l'idea, avrebbe evitato abusi».


Hamas democratica e magnanima. E’ stato necessario un sacrificio umano per scoprirlo. Grazie, Arrigoni...

Che i salafiti se la prendano con uno così, è per certi versi inspiegabile: «Sono dei veri stupidi - dice da un carcere israeliano Marwan Barghouti, leader palestinese condannato a cinque ergastoli

Un galantuomo. Autore di stragi. Ma apprezzato da Abu Mazen, “il moderato”…

Chi può avere interesse a rapire un cooperante italiano che lavora in un contesto difficile come Gaza?

Ce lo dica Lei, Battistini...

Come ci deve spiegare perché nessuno in Occidente protesta davanti alle ambasciate dell’Arabia Saudita, dove i salafiti (gli assassini dichiarati del povero Arrigoni) risiedono.

L'articolo integrale del Corriere della Sera (se proprio avete stomaco) si può leggere qui.

Senato USA: cancellate il rapporto Goldstone



Il Senato americano (lieve maggioranza democratica) ha approvato ieri all'unanimità una risoluzione che chiede all'ONU di ripudiare il rapporto Goldstone che nel 2009 accusò Israele, al pari di Gaza, di crimini contro vittime civili in occasione dell'operazione Piombo Fuso.
Il giudice Goldstone due settimane ha ritrattato tutte le accuse contro Gerusalemme.

giovedì 14 aprile 2011

Sequestrato attivista italiano a Gaza



Gaza: rapito volontario italiano


Anzitutto, il tipo è un attivista (non un giornalista, ne' tantomeno una specie di pubblicista, come vorrebbe far passare il Corriere), arrivato a Gaza con una delle flottiglie canaglia che in passato hanno portato armi e munizioni;
- second...o: il "gruppo islamico salafita" è una ORGANIZZAZIONE TERRORISTICA LEGATA AD AL QUEDA, chiamata Tawhid wal-Jihad;
- il tipo vive a Gaza da anni, il che metterebbe in discussione la favola secondo cui si tratta di una "prigione a cielo aperto"...
- a Gaza e nella Striscia non succede niente che Hamas non approvi. Difficile pensare che un soggetto venga sequestrato senza la benedizione dei terroristi;
- tanto per capire di chi stiamo parlando, il tipo era in compagnia di uno sgherro delle "Brigate di al-Aqsa": Terroristi con la lettera maiuscola;
- con il regime poliziesco-repressivo vigente a Gaza, è ridicolo (far) pensare che un soggetto, per giunta straniero, possa entrare in un Internet point e mandare e-mail all'estero. Di sicuro le sue corrispondenze sono state lette e approvate da Hamas, il che quantomeno ne ridimensiona la credibilità. Come d'altro canto è stato dichiarato ciarpame dal suo stesso autore il rapporto Goldstone redatto dall'ONU dopo la guerra di Gaza del 2008/2009;
- non arriverò a concludere che "se l'é cercata", come i suoi datori di lavoro hanno detto esplicitamente a proposito della famiglia di ebrei massacrata nel sonno a Itamar; ma certo non mi dispiacerebbe se fosse "ospite" per alcuni anni delle prigioni dei palestinesi, come è capitato a Gilad Shalit, catturato da Hamas ormai da cinque anni.

Si intensificano gli attacchi palestinesi contro Israele



Gli attacchi pressoché quotidiani da Gaza verso Israele salgono di "livello qualitativo": il missile sparato l'altro giorno contro uno scuolabus - per pura fortuna "soltanto" un bambino ferito gravemente - è di fabbricazione russa ed è teleguidato al laser.

Hamas' Powerful New Weapon Alters Strategic Calculations Along the Gaza Strip


Evidentemente queste nuove armi arrivano alla Striscia contrabbandate dall'Egitto post-Mubarak, che non controlla più il confine con Gaza, e permette alle navi iraniane di attraversare il canale di Suez.
Dall'inizio dell'anno Israele ha subito il lancio di quasi 400 tra missili e razzi di mortaio, un quarto dei quali sparati solo nell’ultima settimana.

La Siria soffoca le rivolte nel sangue, complice l'Iran



Fonti anonime dell'amministrazione Obama ammettono che l'Iran sta aiutando la Siria a sedare (nel sangue) la rivolta popolare, fornendo loro equipaggiamenti e attrezzature specifiche. La lezione dell'Onda Verde del 2009 è stata imparata bene da Teheran: le proteste si affogano nel sangue.
Adesso aspettiamo che il civile Occidente vada lì come è stato pronto ad andare in Libia (o basta una brutta figura alla volta?...)

Vigliacchi



Ecco da dove i terroristi palestinesi di Hamas dalla Striscia di Gaza lanciano gli attacchi verso il sud di Israele: nei pressi di abitazioni civili, di cimiteri, di scuole e moschee. Vigliacchi...

Prometto di ridurre il deficit. Firmato: Pinoch Obama



"Prometto che dimezzeremo il deficit di bilancio alla fine del mio primo mandato nel 2012".
Il deficit era pari al 4.9% del PIL quando Bush passò il testimone.
E' arrivato al 9.3% malgrado l'economia sia uscita dalla recessione da 21 mesi.

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mercoledì 13 aprile 2011

L'AP batte di nuovo cassa



L'Autorità Palestinese di Abu Mazen ha chiesto alla comunità internazionali aiuti finanziari per 5 miliardi di dollari per sostenere la propria economia:
attività edile (scavamento di trincee e tunnell) e manifatturiera (acquisto razzi, missili, granate e mortai).
Avessero chiesto aiuti alimentari, o joint venture, sarebbero stati un pochino più credibili.

Certo 5 miliardi di dollari, in tre anni, sono bruscolini per gli stati arabi confinanti, che tanto bene vogliono loro, al punto che da decenni "ospitano" i profughi palestinesi in squallidi e luridi campi di confine, ammassati, senza diritti, senza lavoro, senza dignità.
Siamo sicuri che non dovrà aprire il portafoglio l'Europa, no?...

Da notare che i palestinesi vogliono chiedere all'ONU il riconoscimento dello stato con i "confini" precedenti alla guerra dei Sei giorni del 1967 (dichiarata ad Israele dagli stessi stati arabi).
Se passa questa risoluzione, vado a NY e chiedo che vengano riconosciuti i confini italiani del 1939. Così per andare in Croazia non mi servirà il passaporto...

Perché la comunità internazionale non interviene su Gaza?



Israele si è ritirata dalla Striscia di Gaza da quasi cinque anni. Non c'è un solo soldato israeliano laggiù, tranne il povero Gilad Shalit, nelle mani dell'organizzazione terroristica palestinese Hamas che controlla Gaza dopo il colpo di stato del 2007.

Eppure continuano incessanti gli attacchi da Gaza verso Israele. Non si contano i lanci di missili, razzi e colpi di mortaio dall'inizio del 2011.

Quasi ogni giorno le città del sud di Israele sono bombardate dalle organizzazioni terroristiche palestinesi. Eppure, a differenza di quanto fatto per la Libia, la comunità internazionale tace e non muove un dito. Addirittura pretenderebbe di assecondare la Lega araba, che chiede il divieto degli aerei militari israeliani di sorvolare Gaza per distruggere le installazioni palestinesi che colpiscono il sud di Israele (e magari auspicherebbero la rimozione del blocco navale davanti alle coste di Gaza che efficacemente impedisce l'arrivo di armi e munizioni. Come quelle contenute nella nave Victoria, proveniente dall'Iran, e sequestrata qualche settimana fa).

D'altro canto, è scritto nell'atto costitutivo di Hamas, all'articolo 6, che lo scopo dell'organizzazione è quella di annientare lo stato di Israele: esiste un qualche altro esempio simile in tutto il mondo, dopo la caduta del nazismo? Questo obiettivo legittima i terroristi di Hamas (che qualcuno chiama "miliziani", o addirittura "resistenti") a tutti i luridi mezzi, incluso quello di servirsi di scudi umani civili, o di confondersi fra la folla quando lanciano i loro attacchi quotidiani, o di usare i tetti delle abitazioni e degli ospedali, provocando la reazione israeliana che finisce per provocare vittime innocenti (ma il giudice Goldstone, accusatore di Israele dopo l'operazione Piombo Fuso del 2008/2009, qualche giorno fa ha ammesso che Israele non ha nessuna colpa per le vittime civili, a differenza di quanto fa Hamas, ritrattando le accuse formulate in seno al rapporto preparato per l'ONU nel 2009, e che diversi stati vergognosamente hanno utilizzato per puntare ancora una volta il dito contro lo stato ebraico).

Il ministro della Difesa israeliano l'altro giorno ha dichiarato l'ovvio: "non risponderemmo mai al fuoco, ne' attaccheremmo mai Gaza, se non per reagire agli attacchi subiti". Ovvero: se Hamas non attaccasse, non non ci sogneremmo di attaccare Gaza e i palestinesi. E' tanto difficile costringere questi sanguinosi delinquenti a cessare il fuoco contro vittime innocenti e che desiderano soltanto vivere in pace?

Basterebbe minacciare di sospendere i cospicui finanziamenti che ogni anno arrivano a questa organizzazione terroristica... ("noi i soldi ve li diamo, ma non controlliamo cosa ne fate. Mi raccomando, però: spendeteli per sfamare la vostra gente, eh!". Sì, come no...) Basterebbe fare pressioni sul "fronte moderato" dei palestinesi, che controlla la Cisgiordania, di indire elezioni generali, che si sarebbero dovute tenere già da due anni. Ma Abu Mazen, "il moderato", risponde picche.

Perché non si agisce?

Il nuovo volto dell'Egitto



Che teneri quelli che pensavano che in Egitto sarebbe sbocciata la democrazia: «Sobhi Saleh, il capo del partito "Libertà e giustizia" (sic!, NdR) che i Fratelli musulmani hanno scelto per presentarsi alle elezioni di settembre, ha annunciato che, fra le misure contemplate, “gli alcolici saranno banditi dai luoghi pubblici”. Alle donne sarà imposto l’uso del chador».

Pochi giorni fa a Qena, nel sud dell’Egitto, i fondamentalisti hanno tagliato un orecchio a un cristiano, colpevole ai loro occhi di avere una relazione con una musulmana.

«Il burqa non ha senso in Francia, un Paese dove le donne votano dal 1945. E poi il burqa non è l’Islam. L’Islam non obbliga nessuno a coprirsi. Non è una prescrizione religiosa, ma solo una prigione per le donne e uno strumento di dominazione sessista».
( Hassen Chalghoumi, coraggioso imam di una cittadina nella provincia di Parigi, intervistato oggi dalla Stampa).

E oggi si apprende che Goldstone, il giudice incaricato dall'ONU di redigere un rapporto sulla guerra del 2008/2009 fra Gaza e Israele, e che di recente ha ritrattato tutte le accuse contro Israele con un editoriale sul Washington Post; aveva offerto la sua verità tardiva al New York Times, ma il celebre giornale progressista USA rispose "no, grazie".
E poi ci si meraviglia che la gente non legge più i giornali...

Donna incinta palestinese si fa esplodere



Che perfidi questi ebrei... costringere una donna palestinese incinta a spogliarsi ai controlli frontalieri prima di recarsi presso un ospedale israeliano, senza consentirle di farsi esplodere all'interno dell'ospedale, come aveva pianificato; è davvero da cattivoni. Hanno ragione quelli della lega araba a chiedere che ad Israele non sia consentito di difendersi dagli attacchi palestinesi...

In questi caso i giornali italiani titolerebbero "donna incinta palestinese uccisa dai soldati israeliani", sorvolando sul fatto che la donna aveva addosso dieci chili di esplosivo, che è stata fermata opportunamente per i controlli, e che si è fatta esplodere dopo aver capito di aver fallito la missione assegnatale da Hamas di provocare una strage in un ospedale civile.

Hamas lancia razzi da Gaza verso Israele



Filmato girato e diffuso da Hamas, l'organizzazione terroristica che controlla Gaza. Quando fino al 2005 la Striscia era sotto il controllo di Israele, lì c'erano serre, non trincee.
Ogni giorno il sud di Israele è bersagliato da diecine di razzi e missili, che provocano morti, feriti e distruzioni. E la lega araba vorrebbe ora impedire che Israele si difendesse con i suoi aerei... roba da matti...

martedì 12 aprile 2011

Il giuramento di Ippocrate per i Giornalisti



Fonte: Gheula Canarutto Nemni

Consapevole dell'importanza e della solennità dell'atto che compio e dell'impegno che assumo, giuro:

- di esercitare la professione giornalistica avendo sempre a mente sentimenti antiisraeliani e pregiudizi razziali contro gli ebrei;
- di perseguire come scopi esclusivi della mia attività giornalistica la ricerca della fama, la distorsione dell’informazione, l’inganno dei lettori;
- di cercare di celare più notizie possibili, in modo da evitare il rischio che il lettore sia portato a giudicare positivamente gli ebrei e il loro paese;
- di astenermi nella mia attività dai principi etici della solidarietà umana e della umanità, qualora si trattasse di informazioni provenienti dal medio oriente;
- di accantonare diligenza, obiettività e coscienza quando scriverò sul mondo ebraico;
- di affidare la mia reputazione alla capacità di occultare la verità e di distorcere la realtà;
- di evitare di chiamare terroristi coloro che uccidono gli ebrei, o di chiamare vittime i morti israeliani;
- di sostituire espressioni come “atto terroristico” e “omicidio” con “esplosione” e “incidente” in modo che nessuno possa giudicare obiettivamente l’accaduto in medio oriente;
- di non dare voce a pensieri in difesa di Israele e degli ebrei;
- di rimanere fedele all' "accanimento" mediatico e all’occultamento della vera informazione;
- di non pubblicare fotografie che possano commuovere il lettore portandolo a posizioni favorevoli su Israele;
- di continuare a celare il mio essere antisemita dietro a giustificazioni di natura politica e territoriale;
- di usare due pesi e due misure quando Israele subisce attacchi e quando mette in atto una legittima difesa;
- di osservare il segreto su tutto ciò che vedo o che ho veduto in Israele e contro gli ebrei, inteso o intuito nell'esercizio della mia professione giornalistica sul mondo mediatico e l’ancestrale antisemitismo che vi scorre o in ragione del mio stato inteso come colui che crea il giudizio del mondo sull’universo ebraico e la sua terra;
- Lo giuro.

mercoledì 6 aprile 2011

Il silenzio su Gaza



Non un giornale, fra Repubblica, l'Unità, il Manifesto, il Sole 24 Ore, commentano l'editoriale di venerdì a firma del giudice sudafricano Goldstone, che ritratta completamente il rapporto ONU da egli pubblicato due anni fa, in cui si accusavano Hamas a Gaza e Israele di crimini di guerra contro l'umanità. Israele e il suo esercito venivano posti vergognosamente sullo stesso piano. Le accuse contro Gerusalemme erano infondate; ma ciò non impedì l'avvio di un'inchiesta in seno all'esercito israeliano, che ha negato alcuna responsabilità da parte dell'IDF. Non altrettanto ha fatto Hamas a Gaza.

Dopo due anni, Goldstone ammette di aver sbagliato: "se avessi saputo allora quello che so oggi, non avrei scritto quel rapporto". E' successo quello che si sapeva: Israele non poteva sapere, durante la guerra di due anni fa, che Hamas usava i civili come scudi umani. Donne e bambini erano trascinati con forza sui tetti delle palazzine da cui gli sgherri di Hamas lanciavano missili e granate contro Israele.

L'ONU prese per buono quel documento, e scatenò un'offensiva mediatica che ha gettato il discredito contro Israele. A distanza di due anni, e dopo una pesante campagna diffamatoria, basta forse un articolo pubblicato su un quotidiano americano a ristabilire la verità? no di certo. Ci si aspetterebbe che ogni quotidiano, ogni telegiornale, ogni mezzo di informazione riparasse al torto inferto.

E invece nella memoria di tutti resteranno impresse le vergognose parole di accusa infondata. Le parole che allora la Repubblica, l'Unità, il Manifesto, il Sole 24 Ore seppero trovare copiose e a buon mercato.

Ieri Giulio Meotti ha rinfacciato a questi cialtroni in mala fede la loro pochezza morale. Così rapidi furono due anni fa questi giornalacci a puntare il dito accusatorio contro Israele; così meschini sono oggi a tacere. D'altro canto, ammettere che quanto scritto allora era palesemente falso sarebbe doloroso anche per questi "professionisti dell'antisionismo", che spesso e volentieri scivola nell'antisemitismo puro.


Roma. Richard Goldstone aveva accusato Israele di “crimini di guerra”, ponendo il proprio nome come sigillo nel controverso rapporto che alle Nazioni Unite ha messo Israele e Hamas sullo stesso piano di responsabilità per la guerra di Gaza. Ora Goldstone abiura quello stesso rapporto e in un’autocritica clamorosa pubblicata dal Washington Post il giudice sudafricano scrive: “Se avessi saputo allora quello che so adesso, il rapporto sarebbe stato un documento diverso”. Goldstone afferma che mentre i crimini di Hamas erano intenzionali (“Va da sé che i suoi razzi erano consapevolmente e indiscriminatamente indirizzati contro obiettivi civili”), nessuna prova dimostra che da parte israeliana vi fosse intenzionalità nel colpire i civili. Il premier israeliano Benjamin Netanyahu ha chiesto di “buttare quel documento nel cestino della storia”. E parlando al Foglio, il vicepremier Moshe Yaalon aggiunge: “Ci attendiamo il ritiro completo di questo rapporto, risultato di un agguato politico contro Israele e contro qualsiasi paese che si trova ad affrontare il terrorismo. Costruisce una narrativa che ignora gli attacchi contro i civili israeliani da parte di Hamas, e le realtà della guerriglia urbana come l’uso di civili palestinesi da parte di Hamas. Il rapporto è l’ennesimo ‘blood libel’”. Decade quindi, per ammissione del suo stesso autore, uno dei più poderosi strumenti della delegittimazione antisraeliana dell’ultimo decennio. In nome di questo rapporto, all’ex ministro degli Esteri israeliano, Tzipi Livni, venne sconsigliato di recarsi a una convention a Londra per il rischio di essere arrestata. Ma il caso Goldstone getta anche luce sulla deformazione ideologica di cui è stata protagonista la stampa italiana nel commentare Gaza. Per la rivista Micromega, il rapporto Goldstone è stato niente meno che l’occasione per mettere in discussione l’esistenza stessa d’Israele. Lo storico azionista Angelo D’Orsi aveva scritto infatti dell’“ingiustizia perpetrata dal mondo che ha consentito agli ebrei di costituire uno stato ‘etnicamente puro’ in Palestina, scacciando coloro che lì erano nati, figli di nativi. Lo scandalo, a ben vedere, è, se vogliamo essere franchi, la stessa esistenza di quello stato. Ormai forse è troppo tardi per tornare indietro”. Anche Liberazione aveva sposato il rapporto Goldstone con un editoriale molto eloquente: “Ora basta, boicottiamo Israele”. Vi si leggeva: “Abbiamo visto quale fine abbia fatto il rapporto Goldstone sui crimini di guerra a Gaza: ignorato. E’ per questa ragione che invitiamo tutti e tutte a sostenere e praticare la campagna internazionale di boicottaggio, disinvestimento e sanzioni nei confronti di Israele”. Sul quotidiano il Manifesto, del rapporto Goldstone si è detto che si trattava di un testo “di eccezionale importanza”. Il paragone veniva facile: “Gaza come l’Afghanistan sotto i bombardamenti aerei statunitensi, tanto per intenderci”. Il Manifesto ha parlato di “un milione e mezzo di residenti della Striscia trattati come animali, se non peggio” e i dispacci di Vittorio Arrigoni hanno propalato “un cataclisma di odio e cinismo piombato sulla popolazione di Gaza come piombo fuso. Le fabbriche degli angeli in produzione a ciclo continuo”. Anche in televisione imperversò l’umanitarismo ideologico. Per esempio Michele Santoro ad “Anno Zero”: “Non accetto che questi bambini muoiano e i potenti della terra non fanno niente per fermare questo massacro”. Gli editorialisti di Repubblica furono generosi nel paragonare Gaza all’inferno, visto che non si trovava un termine più emblematico. “Gaza, all’inferno senza ritorno”, scriveva Gad Lerner, mentre Bernardo Valli faceva eco sull’“inferno di Gaza”. Sempre su Repubblica Alberto Stabile raccontò di una Gaza dove c’erano solo “poveracci”. Il Corriere della sera ha riferito del rapporto Goldstone, e del voto positivo che ricevette dalle Nazioni Unite, con parole dal sapore sarcastico: “Venticinque palline bianche impallinano Israele al Consiglio per i diritti umani dell’Onu. Criminale di guerra. E contro l’umanità”. Numerosi i servizi anche dell’Unità: “A Gaza compiuti crimini di guerra, l’Onu accusa, Israele si indigna”. L’Unità ha dato voce anche al boicottaggio antisraeliano di Desmond Tutu. Anche l’Espresso ha dedicato una serie di geremiadi a Gaza e Goldstone. Sergio Di Rosa sul sito del settimanale ha attaccato “lo stato sionista” che vuole “ottenere ‘l’addomesticamento’ e l’obbedienza dei legittimi proprietari della Terra di Palestina”. Mentre sul Sole 24 Ore il commento più imbarazzante, a parte i report di Ugo Tramballi, è stato di Sergio Luzzatto: “Non è morale un esercito che combatte la guerra più asimmetrica della storia […] contro un milione e mezzo di civili (e qualche migliaio di terroristi) rinchiusi a forza in 360 chilometri quadrati. Non è morale un esercito che maramaldeggia da decenni sopra un avversario privo di un singolo aereo o di un singolo tank. Non è morale un esercito che saluta come brillanti vittorie operazioni militari dove si uccide a cento contro uno. Soprattutto, non è morale un esercito che accetta a cuor leggero di annientare i bambini e gli adolescenti”. E oggi che diranno, costoro, dopo l’abiura di Mr. Goldstone?

C'è chi vuole ricostituire il partito fascista...



Sarò un romantico; ma trovo aberrante che in Italia ci si divida sulle barzellette di Berlusconi; e nessuno parli del fatto che cinque parlamentari propongano un DdL che punta all'abrogazione della norma costituzionale che vieta la ricostituzione del partito fascista.
Ripeto: ci sono alcuni parlamentari italiani favorevoli alla ricostituzione del partito fascista. E noi stiamo a pensare alla cazzate di Berlusconi?

Ddl per abolire il reato di apologia del fascismo

martedì 5 aprile 2011

El Baradei si prepara a dichiarare guerra ad Israele



"Se Israele invaderà Gaza" (come reazione alle centinaia di razzi e colpi di mortaio sparati dalla Striscia verso il sud di Israele, NdR), "dichiareremo guerra al regime sionista". Lo ha dichiarato ieri El Baradei, candidato alla presidenza d'Egitto, ed ex direttore dell'AIEA, l'agenzia ONU che avrebbe dovuto impedire l'armamento atomico del regime (quello sì) di Ahmadinejad in Iran.

ElBaradei: We'll fight back if Israel attacks Gaza


Nel frattempo il Dipartimento di Stato USA (il ministero degli Esteri sotto la regia della Clinton, insomma) fa sapere che non ha mai condiviso il rapporto ONU Goldstone, che accusava Israele di crimini di guerra al pari del governo di Gaza.... Goldstone ha ammesso venerdì di aver cambiato idea, dichiarando che Israele NON ha commesso alcun delitto contro civili, a differenza della palestinese Hamas, che oltretutto non ha avviato alcuna inchiesta sulle uccisioni di civili israeliani, a differenza di quanto comunque disposto dall'IDF (Israeli Defence Force).
Goldstone ha accusato (ma va'?!?!) l'UNHRC - il consiglio ONU per i diritti umani, di cui fanno parte paesi canaglia come Libia, Turchia, Iran e Cuba... - di aver un pregiudizio antisionista.

E' sempre così per Israele: i media enfatizzano la prima versione, parziale e distorta dalle fonti parziali (Reuters e AFP si rivolgono soltanto a fonti palestinesi, senza preoccuparsi di verificare la veridicità della notizia, o la credibilità delle foto scattate); ma poi tacciono sulla versione definitiva e spesso diversa da quella iniziale.
E' stato così per il tentativo di violazione del blocco navale da parte della Navi Marmara (con gli israeliani messi sotto accusa, salvo più tardi scoprire che la "Freedom Flottiglia" era equipaggiata con armi e munizioni, e che non aveva affatto intenti pacifici); e fu così con l'operazione Piombo Fuso.
Come sempre, la smentita arriva tardiva e appena sussurrata. E possiamo stare certi che sarà così anche nel futuro. Nel frattempo l'opinione pubblica è alimentata con calunnie e falsità, e rimane dello stesso orientamento dopo queste ritrattazioni e precisazioni...

In difesa di Veena Malik



Veena Malik: mi fai vergognare di essere uomo come quell'essere strisciante.
P.S.: Dove accidenti sono le donne italiane? essere donna si riduce qui a imprecare contro B. che racconta barzellette spinte?

E BP torna a trivellare nel Golfo del Messico...



Ad un anno di distanza dal disastro nel golfo del Messico, la BP ha ricominciato a perforare ed estrarre petrolio.
Un anno. Adesso capisco perché il governo ha deciso una moratoria per il Nucleare in Italia: dopo un anno la gente si dimentica di tutto...

U.S. drilling agency says no deal with BP

domenica 3 aprile 2011



Ricordate il rapporto Goldstone?
Il giudice sudafricano, dopo l'operazione "Piombo Fuso", aveva accusato sia Hamas che Israele di crimini di guerra, avendo entrambi ucciso civili negli scontri di fine 2008.
A distanza di tempo, Goldstone ritorna sui suoi passi: "scusate, volevo dire che Hamas ha ucciso civili. Israele no. Mi sono sbagliato".
Meglio tardi che mai. Ma le persone di buon senso lo sapevano da sempre...

Reconsidering the Goldstone Report on Israel and war crimes


Troppo facile però emettere una sentenza in cui vergognosamente si equiparava un esercito, soggetto alla legge (e infatti in Israele ci furono delle inchieste) e terroristi che usavano civili come scudi umani, o lanciavano razzi dai tetti delle abitazioni, degli ospedali e delle moschee).
Troppo facile emettere una sentenza sommaria, senza prove, senza istruttoria, senza testimonianze, e ammettere oggi che le informazioni allora erano insufficienti rispetto alla conoscenza attuale dei fatti.
Troppo facile giustificarsi oggi sulle colonne di un giornale, dopo aver pubblicato una sentenza esecutiva e nota a livello internazionale, che comportava il rischio di arresto per un cittadino israeliano al di fuori del suo paese. L'ex ministro degli Esteri Livni fu raccomandata di non recarsi nel Regno Unito, perché avrebbe potuto essere arrestata. Questo sulla base di una vergnosa condanna sommaria, arbitraria, parziale e platealmente infondata.
Troppo facile aizzare l'odio antisionista, sapendo di farla franca con la propria coscienza nel momento in cui l'ammissione di colpa non sarà raccolta da alcun giornale nel mondo.

Nessun giornale scriverà quanto dichiarato da Goldstone venerdì: che Israele ha agito per legittima difesa e che Hamas a Gaza continua a commettere crimini di guerra.
Nessun giornale denuncerà i crescenti attacchi che da Gaza partono verso Israele. I missili di Hamas prima raggiungevano Ashkelon (20 chilometri dal confine), poi sono arrivati fino a Ashdod (31 km) e ora Rishon (58 km). Il prossimo bersaglio sarà Tel Aviv (68 km) e poi la capitale Gerusalemme (74 km).
Pochi giornali hanno sottolineato il massacro della famiglia a Itamar, l'attentato terroristico a Gerusalemme, e la scoperta di 550 bunker e 40.000 missili nel sud del Libano, nella disponibilità di Hezbollah.
Da che parte si schiereranno i giornali quando Israele concluderà che le morti, i feriti, gli attentati, le distruzioni provocate dai quotidiani attacchi che subisce da Gaza e presto dal Libano, avranno superato la misura, e che una nuova operazione militare si renderà inevitabile?